Sei giovane e hai sempre reputato le canzoni di Phil Collins come Dad Music (come si usa dire oggi su TikTok)? Le sue canzoni più famose riecheggiavano durante i viaggi da bambino dal lettore CD della macchina di tuo padre? Oppure Phil Collins è della tua stessa generazione ma non hai mai avuto il tempo di scoprire le sue perle più nascoste? Vai oltre le canzoni più famose leggendo questo articolo, scopri tre tra le canzoni di Phil Collins meno conosciute!
Le canzoni di Phil Collins che non conosci potrebbero essere più di quelle che ti aspetti, eccone tre!
1. I’m not Moving
I’m not moving è un brano facente parte dell’album Face Value, uscito nel 1981. È Il quarto pezzo del lato B (vinile) del primo album da solista di Phil Collins. Il sound ritmato e incalzante di questo pezzo è estremamente trascinante dato la formazione da batterista di Collins. Quel che è ancora più interessante di questo pezzo sono il testo così come il suo messaggio intrinseco. Tra le canzoni di Phil Collins, I’m not moving è un inno al seguire i propri sogni senza pensarci troppo, è un inno al pensare con la propria testa: «No one can tell you what to think». Inoltre, è un inno al mostrare i propri sentimenti senza alcuna remora o paura: «If you feel it do it, you don’t need a reason. For all you know, it could be good for you to show your feelings. Dont’t just leave them, do the things you believe in».
2. True colors in doppia versione
Tra le canzoni di Phil Collins che potresti non conoscere figura anche una cover della celebre hit di Cyndi Lauper, True Colors. Pochi sono a conoscenza che una versione rehearsal del brano è stata inserita nella bellissima raccolta Love Songs: A Compilation…Old and New, del 2004. La versione rehearsal è meno conosciuta ma ha un sound molto più avvolgente e caldo dato dalle parti a cappella. La versione della cover del 1998 è invece in chiave smooth jazz, dal sound comunque lontano dalla versione più ovattata anni 80’ originale di Cyndi Luper.
3. Why Can’t it Wait ‘Til Morning?
Why can’t it wait til morning? è una canzone di un’onesta e “realtà” disarmante. Tra le canzoni di Phil Collins da noi selezionate, forse questa è quella che più parla direttamente al cuore e alle esperienze dei singoli individui. Già le prime note e i primi versi hanno la capacità di innescare il ricordo nell’ascoltatore di un piccolo disguido con il partner, avvenuto prima di coricarsi. La canzone è un invito al metterci una pietra sopra almeno per quanto riguarda la sera, riparlandone il giorno dopo con lucidità: «Why can’t it wait ‘til daylight? Things will seem so much clearer then». Il messaggio di sottofondo è che un piccolo disguido non deve macchiare il momento più bello e intimo che una coppia possa sperimentare, ovvero il dormire abbracciati cullati dal tepore di un abbraccio: «Well I dont’t wanna think about what we said And I don’t wanna know why we hurt ourselves ‘Cos I just wanna hold you so close to me». Spesso per i piccoli litigi quel dormire abbracciati rilascia la tensione e l’astio senza bisogno di parole chiarificatrici: «Why can’t it wait ‘til next time? ’Cos that time may never come». Il momento di chiarire potrebbe non arrivare mai, perché un abbraccio potrebbe aver già sciolto le tensioni.
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