Festival di Sanremo 2019: resoconto della seconda serata

Sanremo 2019

Festival di Sanremo 2019: analisi della seconda serata.

 

“Io non guardo Sanremo” così esordisce la maggior parte della popolazione italiana, ma poi a conti fatti gli ascolti si percepiscono e si quantizzano come positivi, inserendosi in un bilancio altrettanto favorevole dato dal mondo social. Twitter, post, sondaggi sulle stories di Instagram hanno invaso le home di qualsiasi italiano, creando una catena di commenti, scambi di pareri e soliti diverbi. La settimana santa della musica italiana è iniziata e come fosse Carnevale, ogni persona davanti allo schermo della propria TV si traveste da giudice, commentando allo sbaraglio, ipotizzando previsioni, dando pareri e stilando classifiche ed è giusto che sia così, perché in fondo è questo Sanremo: una kermesse canora che attorno a sé ricerca movimento al grido di battaglia “l’importante è che se ne parli”.

Prima di commentare la seconda serata, mi sembra doveroso fare una precisazione:

Se con Spotify, ai primi secondi di intro, scegliamo cosa sia congeniale alle nostre orecchie e cosa no, con le canzoni di Sanremo dobbiamo deglutire dopo tre minuti e mezzo, ma sopratutto dobbiamo cercare di salvare il buono, se esiste. Siamo davanti ad una kermesse canora, niente di meno niente di più: attraverso questo variopinto quadro di artisti non si rappresentano i gusti musicali degli italiani, per quello ci pensa la Viral 50 di Spotify, ma si rappresenta una fetta di cantanti e cantautori all’attivo sulla scena italiana, niente di più niente di meno.

Festival di Sanremo 2019, la seconda serata

Sulle note di Noi No si apre la seconda serata del Festival di Sanremo 2019. Una marea di ballerini, vestiti di grigio con i cappucci sulle teste si muovono in una coreografia che fa risaltare rose bianche strette nelle mani dei performer. Baglioni ricorda anche in questa seconda serata che il 69° festival di Sanremo è il festival dell’armonia. Presentati Virginia Raffaele e Claudio Bisio si dà il via con i primi dodici artisti in gara. 

Achille Lauro: Non giudicate dalla copertina, perché Achille Lauro non è solo riuscito a stonare anche con l’autotune, ripetendo maniacalmente Rolls Royce, è molto molto altro. Ci troviamo davanti ad un pezzo che non ha voglia di complicarsi la vita, con perenni richiami che rimano tra di loro: Marilyn, Amy. Un riff ben strutturato, glam e per certi versi rock; una voce fuori dal coro. Non sarà bel canto, ma direi che il bel canto l’Italia l’ha lasciato da molto tempo.

Einar: A riprendere le fila della tradizione italiana c’è Einar, con un classicone sanremese spento e poco coinvolgente. La linfa del pop italiano sembra aver avuto una battuta d’arresto o semplicemente a Sanremo Giovani si è scommesso sul cavallo sbagliato.

Prima gag tra Bisio e Baglioni, punteggiatura e canzoni. Intrattenimento che rende palese un’unica affermazione. Ma quanto è espressivo Bisio? 

Il Volo: Mi correggo, questa è la tradizione italiana. Noi italiani agli occhi del mondo siamo Il Volo e tutto quello che è il loro universo musicale. Per noi un cantato superato, ma in fondo sono pur sempre le nostre radici musicali, il tratto che ci distingue in tutto il pianeta. Peccato che la canzone sembra scritta a tavolino per un’ipotetica vittoria. Un’ipotetica, appunto.

Arisa: La vera domanda è: perché passare da un’atmosfera da opera ad una da musical Disney? Nonostante il buco di memoria e il suo stilista scappato alla Maldive, il pop-kitch di Arisa può funzionare, sopratutto perché dietro il velo della leggerezza, si nasconde un testo che desidera dare il giusto peso alle cose. Onesto e pieno di verità, ma la maschera della leggerezza costa, un po’ troppo forse.

Ed ecco Fiorella Mannoia, che al Festival porta una grande lezione di vita attraverso il suo nuovo singolo Il Peso del Coraggio. Ogni verso una mina. Si distingue per eleganza, forza e per quel brano che ha fatto la storia: Quello che le donne non dicono, cantato in questa seconda serata in compagnia dell’onnipresente Claudio Baglioni.

Nek: Mi farò trovare pronto è il sequel di Fatti Avanti Amore. Passerà in radio, crescendo di ascolto in ascolto. Finalmente look alla Nek, niente gessato, ma giubbotto di pelle e t-shirt.

Daniele Silvestri: Una provocazione, una canzone senza ritornello, lunga e piena di parole, ma Argentovivo ha tutte le carte in regola per guadagnarsi il placet della critica. La partecipazione di Rancore è il vero tocco di classe, in grado di rendere il brano ancora più denso, dritto come un pugno allo stomaco.

Arriva Michelle Hunziker in coppia con Bisio ed è subito #TenYearChallenge, ricordando l’atmosfera della conduzione di Zelig.

Ex-Otago: Quando termina la fase dell’innamoramento, bisogna accontentarsi della quotidianità e fare di tutto per mantenere la complicità. Quando l’amore non è giovane recita un verso degli Ex-Otago, raccontando quelle coppie che provano a resistere al tempo. La canzone si inserisce nel filone indie pop della kermesse, non conquista al primo ascolto, ma sicuramente alza l’asticella del livello musicale del Festival di Sanremo 2019.

Entra in scena Mengoni, vincitore nel 2013 del Festival. Canta insieme a Tom Welker l’ultimo singolo Hola, successo radiofonico dell’ultimo mese, che riconferma Marco Mengoni in grado di compiere i passi giusti nella sua carriera musicale. Paragone azzardato quello che Baglioni afferma, iniziando a suonare le note di Emozioni di Battisti. Mengoni canta bene, Baglioni pure e va bene così.

Ghemon: Rose Viola è il vestito perfetto di Ghemon, la stessa attitude del precedente album, un timbro riconoscibile, un beat hip hop incastrato nel tessuto vocale simil-soul ed uno stile raffinato, durerà?

Loredana Bertè: È un’artista che cerca in ogni modo di essere al passo con i tempi. La canzone ha un inciso che continua a restare nella mente, anche se il brano si confonde tra tante hit pop degli ultimi anni. Il live si conclude con una standing ovation e ci credo: una voce così vale e vale tanto.

Paola Turci: Lo stilista della Turci continua a fare centro, anche questa sera smoking in versione nuda. Sexy da morire, emozionata ma con uno sguardo deciso. Canta un brano che bisogna riascoltare più volte. Nell’insieme è tutto di buona fattura. Più Turci per tutti.

Negrita: I ragazzi stanno bene, anche se al primo ascolto sembrava che i ragazzi fossero un po’ sottotono. I Negrita portano la loro impronta senza cedere a compromessi: non perfetta ma diretta.

Federica Carta e Shade: Ieri Federica Carta sembrava uscita dalla teen serie Violetta, oggi il suo look convince un po’ di più. Non si può dire lo stesso della canzone: Senza farlo apposta è un brano under 18, vietato ai maggiorenni.

Ritorna finalmente Pippo Baudo, che si dimostra il grande presentatore di sempre, padrone dell’Ariston. È pur sempre il Festival di Claudio e quindi accendini alla mano, scaldate la voce, perché con Questo Piccolo Grande Amore nessuno resta in silenzio.

Finita la kermesse, eppure la serata non sembra affatto concludersi, per cui ecco avvicendarsi sul palco Pio ed Amedeo, Riccardo Cocciante, che duetta con l’onnipresente Baglioni cantando Margherita. È il turno di Michele Riondino e Laura Chiatti, che sulle note di un’Avventura, presentano il prossimo film dal titolo omonimo nelle sale dal 14 febbraio. Un film con le canzoni di Battisti, non una biopic su Battisti!

Ore 00:57, Premio alla Carriera a Pino Daniele. Salgono sul palco Sara e Cristina a ricevere l’applauso ed il premio. Un premio alla carriera a quest’ora? Perché?

Si conclude la seconda serata del Festival di Sanremo 2019, con la classifica parziale:

Area blu: Daniele Silvestri, Arisa, Achille Lauro, Loredana Bertè

Area gialla: Ex – Otago, Il Volo, Ghemon, Paola Turci

Area rossa: Federica Carta e Shade, Nek, Negrita, Einar

Leggi anche: resoconto della prima serata

Foto di Newnotizie: https://www.newnotizie.it/2019/02/07/sanremo-2019-seconda-serata-diretta/

A proposito di Alessandra Nazzaro

Nata e cresciuta a Napoli, classe 1996, sotto il segno dei Gemelli. Cantautrice, in arte Lena A., appassionata di musica, cinema e teatro. Studia Filologia Moderna all'Università Federico II di Napoli.

Vedi tutti gli articoli di Alessandra Nazzaro

Commenta