Inland Images delle O-Janà, intervista

Copertina di Inland Images - O-Janà e Michele Rabbia

Inland Images è l’ultimo album del duo O-Janà, uscito l’8 ottobre scorso per la Folderol Records. Duo partenopeo composto da Alessandra Bossa, musicista elettronica e pianista, e Ludovica Manzo, vocalist, che per questo album hanno collaborato con Michele Rabbia, percussionista e batterista, e Eivind Aarset, chitarrista. Le abbiamo intervistate in occasione della pubblicazione di Inland Images, crogiolo di musica elettronica, pianoforte e sperimentazione timbrica.

Come nasce il duo O-Janà, come mai questo nome?

L.: Il duo nasce nel 2010, da una collaborazione tra me e Alessandra durante il periodo in cui lei risiedeva a Göteborg in Svezia. Abbiamo iniziato a lavorare su landscape sonori, canzoni e composizioni che prevedevano un ampio spazio per l’improvvisazione e l’uso dell’elettronica, oltre a quello del piano preparato. In una fase iniziale ci siamo dedicate soprattutto alla musica, usando, lì dove volevamo inserire la parola, alcuni testi del poeta inglese Mervyn Peake. Successivamente abbiamo ampliato il nostro lavoro di scrittura anche all’aspetto del testo. Il nome è un gioco di camuffamento della parola napoletana janara, che significa strega.

• “Inland Images” combina sonorità mediterranee e nordeuropee, perché questi due mondi così distanti tra loro?

L.: Siamo entrambe campane, io vivo a Roma da molto tempo ed Alessandra ha vissuto in Svezia per diversi anni. Siamo cresciute per forza di cose con la melodia mediterranea, abbiamo sviluppato, ognuna in maniera diversa, percorsi di studi e ascolti che ci hanno aperto ad altre realtà, in primis a quella del jazz e della musica classica e contemporanea. Siamo appassionate di musiche strambe, musiche di ieri e di oggi, di ogni forma e provenienza.

Inland Images, ultimo album delle O-Janà

L’album include delle sonorità ed atmosfere molto particolari, da dove l’ispirazione?

A: L’ispirazione personalmente arriva dalla diversità delle cose che vivo. Luoghi, lingue e città diverse creano una sorta di spaesamento attraverso il quale la creatività cerca di mettere ordine. La suggestione dei paesaggi svedesi unita alla frenesia della metropoli napoletana, in questo caso, ha fatto il suo gioco. La musica che scrivo di solito non si nutre di altra musica ma attinge direttamente dal mio quotidiano.

I temi spaziano da giochi letterari all’amore, dall’inconscio alla poesia, dalla rabbia all’amore, quale il filo conduttore dell’album?

L.: Il filo conduttore è la non linearità del mondo interiore, del magico e dell’irrazionale, di ciò che non segue la grammatica del pensiero logico e che si esprime con immagini giustapposte e di ciò che non si può dire, ma che in qualche modo si vuole comunicare.

Progetti per il futuro?

A: Dopo la collaborazione con Michele Rabbia e Eivind Aarset stiamo pensando a nuove collaborazioni e a nuove composizioni per il prossimo album. Stiamo preparando un nuovo tour e abbiamo appena vinto un bando promosso dall’Associazione Nazionale I-Jazz che ci porterà nuove date e festival per il 2019 sia in Italia che all’estero.

Francesco Di Nucci

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