Mago Merlino: chi era, le storie e le leggende

Mago Merlino, le storie e le leggende

Mago Merlino: storia, mito e origini del leggendario personaggio

La figura di Mago Merlino è, senza dubbio, tra le più iconiche e affascinanti del ciclo arturiano, quel vasto insieme di leggende, narrazioni e poemi che ruotano attorno alla figura di Re Artù e dei suoi cavalieri della Tavola Rotonda. Chi non ha mai sentito parlare del saggio mago, consigliere di re e potente incantatore? Il suo nome è indissolubilmente legato a quello di Re Artù, di Camelot e di tutta la materia di Bretagna, di cui il ciclo bretone fa parte. Ma chi era veramente Mago Merlino? Quali sono le sue origini? E, soprattutto, quale ruolo ha avuto nelle vicende del leggendario regno di Camelot, il più noto nella storia della Britannia letteraria? In questo articolo, cercheremo di ricostruire la storia di questo misterioso personaggio, analizzando le fonti storiche e letterarie che ne hanno tramandato il mito. Dalle cronache medievali ai romanzi cavallereschi, fino alle più recenti trasposizioni cinematografiche e televisive, Mago Merlino non ha mai smesso di affascinare e ispirare artisti e narratori, diventando un simbolo della saggezza, della magia e del destino.

Chi era Mago Merlino? Le origini del personaggio tra storia e leggenda

La figura di Mago Merlino, così come ci è stata tramandata dal ciclo arturiano, è in realtà il frutto della fusione di due personaggi distinti, presenti nelle fonti medievali: Ambrosio Aureliano e Myrddin Wyllt, noto anche come “Merlino il Selvaggio”. Questi due personaggi presentano delle differenze sostanziali, che andremo ad analizzare.

Merlino e le figure storiche di Ambrosio Aureliano e Myrddin Wyllt

Ambrosio Aureliano, secondo quanto riportato da Gildas nel De excidio et conquestu Britanniae, fu un condottiero britannico vissuto nel V secolo d.C. che guidò il suo popolo alla vittoria contro i Sassoni nella battaglia del Monte Badon, combattuta tra il 493 e il 503 d.C. Myrddin Wyllt, invece, fu un personaggio leggendario della tradizione gallese, descritto da Goffredo di Monmouth nella Vita Merlinii come un guerriero e veggente che, impazzito dopo una sanguinosa battaglia, si ritirò a vivere in solitudine nei boschi, acquisendo il dono della profezia. L’unica caratteristica che lo accomuna al Mago Merlino del ciclo arturiano è proprio il dono della chiaroveggenza. Con il tempo, le figure di Ambrosio e Myrddin si fusero, dando origine al personaggio di Merlino come lo conosciamo.

Gildas e la battaglia del Monte Badon

La battaglia del Monte Badon, combattuta tra i Britanni e i Sassoni, è un evento storico di grande importanza, anche se le fonti che la riguardano sono scarse e frammentarie. Secondo Gildas, un monaco e storico britanno del VI secolo, questa battaglia segnò una decisiva vittoria per i Britanni, guidati da Ambrosio Aureliano, e arrestò per un certo periodo l’avanzata dei Sassoni. Questo evento, avvolto nella leggenda, è stato spesso associato alle origini del mito di Re Artù.

Mago Merlino nella “Historia Regum Britanniae” di Goffredo di Monmouth

La prima opera in cui compare la figura di Mago Merlino, con il nome di Merlinus, è la Historia Regum Britanniae, scritta dallo storico britannico Goffredo di Monmouth tra il 1136 e il 1149. In quest’opera, Merlino è presentato come un giovane profeta dalle origini misteriose. La sua storia si intreccia con quella di Vortigern, un re usurpatore che regnava sulla Britannia.

Merlino, Vortigern e la profezia dei due draghi

Secondo il racconto di Goffredo, Vortigern, dopo essersi autoproclamato re dei Bretoni, si rifugiò sul monte Erir, in Galles, con l’intenzione di costruire un castello per difendersi dai Sassoni. Ogni volta che la costruzione stava per essere ultimata, crollava misteriosamente. Consultati i suoi indovini, Vortigern venne a sapere che per rendere stabili le fondamenta era necessario mescolarle con il sangue di un fanciullo nato senza padre. Durante la ricerca di questo fanciullo, gli uomini di Vortigern giunsero a Carmarthen, dove assistettero a una lite tra ragazzi. Uno di loro derideva un altro, di nome Merlino, accusandolo di non avere un padre. Merlino e sua madre vennero quindi condotti al cospetto di Vortigern. Qui Merlino, dimostrando di possedere poteri sovrannaturali, rivelò al re la vera causa dei crolli: sotto le fondamenta del castello si trovava uno stagno, al cui interno si nascondevano due draghi, uno bianco e uno rosso, impegnati in una lotta senza fine. Merlino interpretò la lotta dei draghi come una profezia: il drago rosso, che rappresentava i Bretoni, avrebbe infine sconfitto il drago bianco, simbolo dei Sassoni. Inoltre, predisse la caduta di Vortigern, che sarebbe avvenuta per mano dei Sassoni o dei suoi stessi sudditi.

Merlino, Uther Pendragon e la nascita di Re Artù

Dopo la morte di Vortigern, ucciso in un incendio appiccato dai suoi nemici, Merlino divenne consigliere di Uther Pendragon, fratello di Aurelio e nuovo re dei Bretoni. Grazie a un incantesimo di Merlino, Uther assunse le sembianze del duca di Cornovaglia per giacere con la moglie di lui, Igraine. Da questa unione nacque Artù, il futuro re, che fin dalla nascita fu affidato alle cure di Merlino, divenendo suo mentore e guida.

Mago Merlino e il ciclo bretone: Tavola Rotonda, Excalibur e il Santo Graal

Nel corso del tempo, la figura di Mago Merlino si arricchì di nuovi elementi, diventando parte integrante del ciclo bretone. Il personaggio assunse un ruolo sempre più importante nelle vicende di Re Artù e dei suoi cavalieri, legandosi a oggetti leggendari come la Tavola Rotonda, la spada Excalibur e il Santo Graal.

Merlino e la Tavola Rotonda nel “Roman de Brut” di Wace

Il chierico francese Wace, nel suo Roman de Brut (1155), una traduzione in francese dell’Historia di Goffredo, introdusse per la prima volta l’elemento della Tavola Rotonda, simbolo di uguaglianza e fratellanza tra Re Artù e i suoi cavalieri. Secondo Wace, fu proprio Merlino a suggerire a Uther Pendragon, e poi ad Artù, l’istituzione della Tavola Rotonda, alla quale anche il mago aveva un posto riservato.

Merlino, la Dama del Lago e la spada Excalibur in Malory

A Thomas Malory, autore de La Morte di Artù, si deve l’introduzione nella leggenda arturiana della spada Excalibur, donata a Re Artù dalla Dama del Lago. In quest’opera, Artù, dopo essere stato sconfitto in battaglia e rimasto senza spada, viene guidato da Merlino presso un lago incantato. Qui, la Dama del Lago, una figura magica e misteriosa, consegna al re la spada Excalibur, un’arma dotata di poteri straordinari. Con il tempo la leggenda di Excalibur andò a fondersi con quella della spada nella roccia, sebbene in realtà si trattino di due armi distinte. Excalibur divenne poi emblema della potenza di Re Artù.

Il Mago Merlino e la ricerca del Graal in Robert de Boron

Robert de Boron, poeta francese attivo tra il XII e il XIII secolo, nel suo romanzo in versi Merlin, di cui restano solo 500 versi, si concentrò sulla ricerca del Santo Graal, la coppa con cui Cristo celebrò l’ultima cena e nella quale, secondo la leggenda, fu raccolto il suo sangue dopo la crocifissione. Secondo de Boron, Merlino, pur essendo figlio di un demone e di una vergine, era destinato a giocare un ruolo importante nella ricerca del Graal. Il romanzo di de Boron ci è giunto in due versioni in prosa: Lancelot-Graal (1215-1230) e la Suite de Merlin (1240).

La fine di Mago Merlino: l’inganno della Dama del Lago

Secondo la tradizione, Mago Merlino, nonostante i suoi grandi poteri, fu vittima di un inganno. La Dama del Lago, una fata o incantatrice di cui Merlino si innamorò, lo sedusse e lo convinse a insegnarle i suoi segreti magici. Una volta apprese le arti magiche, la Dama del Lago utilizzò un incantesimo per imprigionare Merlino in una roccia, in una torre invisibile o in una quercia, a seconda delle versioni. Questo episodio simboleggia la caduta del saggio, vittima delle sue stesse passioni, e il potere della magia, che può essere usato sia per il bene che per il male.

Mago Merlino oltre il ciclo arturiano: da Ariosto a Harry Potter

La figura di Mago Merlino, con la sua aura di mistero e saggezza, ha affascinato autori di ogni tempo, travalicando i confini del ciclo bretone.

Mago Merlino nell’Orlando Furioso e nel Don Chisciotte

Nel Rinascimento, Ludovico Ariosto inserisce Merlino nel suo Orlando Furioso. Nel terzo canto del poema, Merlino appare in forma di spirito a Bradamante, profetizzandole la nobile discendenza che avrà origine dalla sua unione con Ruggiero. Anche Miguel de Cervantes cita Merlino nel suo Don Chisciotte della Mancia, come una delle tante figure leggendarie che popolano l’immaginario del protagonista.

Mago Merlino nella cultura popolare moderna: cinema e televisione

In tempi più recenti, Mago Merlino è diventato un’icona della cultura popolare, comparendo in numerose opere di fiction, film, serie televisive e fumetti. Nel romanzo Un americano alla corte di re Artù (1889) di Mark Twain, Merlino viene presentato come un ciarlatano, antagonista del protagonista Hank Morgan, un americano del XIX secolo che si ritrova catapultato nel Medioevo. Una delle versioni più celebri è quella del film d’animazione Disney La spada nella roccia (1963), dove Merlino è un anziano mago buono e saggio, ma anche un po’ sbadato, che fa da tutore al giovane Artù, chiamato familiarmente “Semola”. In questa versione, Merlino è accompagnato dal gufo parlante Anacleto e dimostra una straordinaria conoscenza del futuro, frutto dei suoi viaggi nel tempo. Nel film King Arthur (2004), invece, Merlino è un druido, capo dei Pitti, una popolazione della Britannia, e ha un ruolo più marginale nella vicenda. Nella serie TV britannica Merlin (2008-2012), Merlino è un giovane mago, coetaneo di Artù, che lo aiuta a diventare re e a fondare il regno di Camelot, mantenendo segreti i suoi poteri magici. Anche nella saga di Harry Potter, Mago Merlino è presente. Viene citato come uno dei più grandi maghi di tutti i tempi e a lui è dedicato un ordine di maghi, l’Ordine di Merlino, che premia coloro che si sono distinti per il loro coraggio o per le loro scoperte magiche. Mago Merlino dimostra di essere un personaggio intramontabile, capace di adattarsi ai tempi e di affascinare generazioni di lettori e spettatori.

Fonte immagine: Pixabay

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A proposito di Ciro Gianluigi Barbato

Classe 1991, diploma di liceo classico, laurea triennale in lettere moderne e magistrale in filologia moderna. Ha scritto per "Il Ritaglio" e "La Cooltura" e da cinque anni scrive per "Eroica". Ama la letteratura, il cinema, l'arte, la musica, il teatro, i fumetti e le serie tv in ogni loro forma, accademica e nerd/pop. Si dice che preferisca dire ciò che pensa con la scrittura in luogo della voce, ma non si hanno prove a riguardo.

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