MATILDE di Gretel | Intervista

MATILDE di Gretel

Il mese scorso è uscito il nuovo singolo di Gretel, intitolato MATILDE. Gretel è il nome d’arte della giovane cantautrice Greta Palmieri, che ha iniziato a coltivare il suo amore per la musica sin da quando aveva 10 anni. Nel corso degli anni, Greta ha frequentato lezioni private (grazie alle quali ha imparato a suonare il pianoforte e la chitarra) e partecipato a concorsi musicali, arrivando persino ad esibirsi in televisione nel 2023 con il singolo Soltanto tu durante le selezioni del programma Una Voce per San Marino. L’anno successivo ha cantato nel programma E Viva Il Videobox di Fiorello su Rai 2. Oggi Gretel continua a lavorare duramente e a usare la musica per esprimere le proprie emozioni, senza timore di essere giudicata. MATILDE di Gretel, infatti, è la perfetta dimostrazione di questo mettersi a nudo: per saperne di più sul significato di questo brano, abbiamo intervistato l’artista.

Di seguito le domande che abbiamo rivolto a Gretel in occasione dell’uscita della nuova canzone

MATILDE di Gretel è il suo nuovo singolo uscito il 21 febbraio. Il tema della canzone è molto delicato: si parla di ansia e caos interiore, elementi che scombussolano il nostro equilibrio. Cosa l’ha spinta a trattare questo argomento?

Ho scritto questa canzone la scorsa estate, era luglio e facevano 40 gradi… avevo litigato con un’amica, che poi è diventata un’amicizia tossica. Mi sono sentita abbandonata, sola, frustata e non ho retto. La mia sofferenza, il mio caos si è trasformato in panico (a tal punto da provare paura di morire). Così poi una notte mi sono svegliata all’improvviso non avendo quasi respiro e nella mia testa avevo chiaro tutto ciò che stavo vivendo. Ho preso il telefono e ho scritto la canzone MATILDE; poi, il giorno dopo, con il produttore abbiamo sistemato il resto. Nei mesi successivi, lavorando con i bambini, ho incontrato Matilde, una bimba di 1 anno che mi ha restituito la voglia di vivere, da qui il titolo della canzone. Ho voluto raccontare il tema del disturbo ansia perché i giovani come me la vivono appieno per la frenesia che la società ci propone e per l’ansia da prestazione. Ho sempre amato condividere con agli altri e riflettere su temi importanti come in questo caso. La musica è questo: condividere con gli altri il proprio dolore e far sì che sia d’aiuto a tutti quelli che vivono questo periodo di panico.

Il titolo della canzone è MATILDE: come mai ha deciso di intitolarla così? È stata una scelta causale o c’è qualcosa di particolare che la lega a questo nome?

Matilde è il nome di una bambina che da un momento buio mi ha dato gioia di vivere. Sicuramente un nome significativo per il mio percorso di rinascita, per cui sono felice di aver chiamato la canzone così… e chissà, un giorno quando la bambina sarà grande magari ascolterà questa canzone!

Il brano dimostra come spesso la salute mentale venga sottovalutata: Matilde esce, parla e sorride, anche se dentro si sente estremamente sola. Secondo lei, la musica può essere usata come strumento per sensibilizzare su questo tema e spingere a non avere paura di aprirsi?

Certamente, amo scrivere ciò che io vivo e dimostrare che la scrittura di una canzone diventi anche terapeutico. Non bisogna ignorare certi temi e far finta che non esistano. Io ho la fortuna di avere la musica e la sfrutto per raccontare e portare dei messaggi ai giovani come me.

Il video musicale di MATILDE, nonostante possa sembrare semplice, rispecchia a pieno la sensazione di malinconia che ci accompagna per tutta la canzone. Cosa vi ha ispirato a realizzarlo in questo modo?

Il video è stato realizzato dal videomaker Luca Magnamassa: con lui abbiamo pensato di renderlo semplice ma coinciso, raccontando il buio. La pioggia rappresenta il dolore che vivo in questa canzone.

Almeno una volta nella vita è capitato a tutti di sentirsi esattamente come Matilde. Che consiglio darebbe a chi, ascoltando il pezzo, continua a rispecchiarvisi?

Mi piace pensare che il dolore non si spiega, ma quello che posso consigliare a chi ascolta Matilde, è di ascoltare su un letto chiudendo gli occhi e immaginandosi nella canzone.

MATILDE di Gretel, in conclusione

Questa canzone, quindi, può essere interpretata come un invito a non avere paura di aprirci con gli altri: spesso pensiamo che nessuno possa capire quello che stiamo passando, per cui preferiamo tenerlo per noi. Eppure, basterebbe trovare il coraggio di parlare con qualcuno per scoprire che non è così, come ci ha dimostrato anche Gretel.

Fonti immagine e video: Ufficio Stampa, YouTube

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