Sanremo 2023, recensione della seconda serata

Sanremo 2023

Recensione della seconda serata del festival di Sanremo 2023. Riuscirà ad essere migliore della poco entusiasmante prima serata? Scopriamolo.

La lunga settimana santa di Sanremo 2023 prosegue con la seconda serata, che ancora una volta metterà alla prova la resistenza psicofisica dei fedeli adepti di Amadeus e “Big Hands” Morandi, già provati dall’autocelebrazione borghese di Chiara Ferragni, dai tredici minuti di esibizione dei Pooh in cui Roby Facchinetti fa di tutto per avere un arresto cardiaco in eurovisione e da Blanco che va in berserk accanendosi sui poveri fiori della scenografia listando a lutto tutto il settore dei fiorai liguri.

Ma è tempo di guardare avanti. Altri quattordici cantanti  si esibiranno. Quale brano farà breccia nei nostri cuori induriti dall’asprezza di una vita sempre più votata al capitale e priva di emozioni? Quale ci farà ballare nonostante le nostre movenze da gibbone? Quale ci farà gridare al cringe? E, soprattutto, chi ci regalerà il momento trash della serata che come per le spade del generale Grievous ne La vendetta dei Sith, arricchirà una galleria comprendente già pezzi di prestigio come lo split tra Bugo e Morgan del 2020 e l’urlo di Aiello nel 2021?

Sanremo 2023, le esibizioni della seconda serata 

Will – Stupido

23 anni per questo cantante preso dalla rosa di Sanremo Giovani. Canzone d’amore pop, fotocopia sbiadita di come se ne sentono in giro. Nulla di nuovo.

Nota a margine: Will che dà il cinque ad Amadeus, regalando punti per il Fantasanremo

Modà – Lasciami 

Era dal 2013 che il gruppo milanese non saliva sul palco dell’Ariston e non ne sentivamo la mancanza. Un brano che se lo dedichi alla tua ex il suo avvocato ti manda a casa una lettera di ordine restrittivo, anche se vi siete lasciati da due anni.

Nota a margine: Amadeus versione casalinga esaurita che rinfaccia al Giannone nazionale di non aiutarlo a distribuire i fiori ai Modà 

Sethu – Cause perse

Altro talento di Sanremo Giovani, con una capigliatura a metà strada tra Will Byers di Stranger Things e Fantaghirò. Ci voleva lui per ravvivare questa serata con un brano energico e scatenato, a tema scontro generazionale. Le sonorità ti riportano con la testa al 2005, quando le canzoni le scambiavi con gli amici tramite collegamento Bluetooth.

Nota a margine: Amadeus e la Fagnani che si interrogano sulla corretta pronuncia di “Sethu”

Articolo 31 – Un bel viaggio 

Momento millennial con uno dei gruppi che hanno segnato l’infanzia e l’adolescenza della generazione di chi sta scrivendo. J-Ax e DJ Had portano un testo malinconico e dolce che scorre proprio come “un bel viaggio”, con il classico sound degli Articolo. Look da gangster in bianco a parte, un’esibizione che fa scendere la lacrima.

Nota a margine: J-Ax e DJ Had che si abbracciano a fine esibizione (awww!)

Lazza – Cenere

Brano ballabile e scatenante per il rapper milanese, volto nuovo per Sanremo ma noto nella scena rap grazie a un’esperienza decennale. Merita di sicuro un secondo ascolto per essere giudicata meglio.

Nota a margine: “Speriamo di non starnutire!

Giorgia – Parole dette male 

Secondo momento millennial con Giorgia che mancava sull’Ariston dal 1995, anno in cui vinse con Come Saprei. L’eleganza e l’energia non mancano, ma non sembra dire nulla di nuovo. Peccato, la canzone non le rende giustizia. 

Nota a margine: Giorgia che a fine esibizione si chiede come abbia fatto ad allungare l’asta del microfono.

Colapesce DiMartino – Splash

Alzi la mano chi leggendo il titolo non ha pensato alla sigla di chiusura di Paperissima sprint, con tanto di Gabibbo che balla sul palco. Parlando del brano del duo siculo, una sola frase: hit della prossima estate, che verrà mitragliata a ripetizione dalle radio fino a farcela odiare. Prima che giunga quel momento godiamoci questo inno all’insofferenza verso i doveri e le aspettative dal ritmo funky.

Nota a margine: “Come s*****i galleggiare per non sentire il peso delle aspettative

Shari – Egoista 

Altra cantante di Sanremo Giovani che si presenta con un abito maculato lungo e il suo pianoforte, ma non basta. Una canzone che non decolla mai, anche se lei ha una bella voce.

Nota a margine: I tacchi vertiginosi indossati da Shari, che si muove con agilità

Madame – Il bene nel male 

Dopo il successo di Voce di due anni fa Madame torna sul palco dell’Ariston. Lei sembra uscita da un anime e anche la canzone, decisamente migliore rispetto al brano del 2021. Ballabile e non passa inosservata, ma i tacchi decisamente no.

Nota a margine: Madame regala ad Amadeus un santino

Levante – Vivo 

Altro ritorno, questa volta dopo tre anni. Un urlo liberatorio ispirato alla depressione post-partum. Nonostante sia godibile però, non convince del tutto. Levante ha fatto di meglio.

Nota a margine: Ma Levante è meglio bionda o bruna?

Tananai – Tango 

“Gli ultimi saranno i primi”. Tananai segue il detto e torna a Sanremo dopo essere divenuto un meme l’anno scorso. Se vi aspettavate un trionfo di follie come l’anno scorso, dobbiamo deludervi. Una ballata romantica, gettata e riscaldata nel microonde, ancora imballata nella confezione. Cupido, esci da questo Tananai.

Nota a margine: Scenario inverso: quest’anno immaginate Tananai tra i primi dieci

Rosa Chemical – Made in Italy

– Mamma, voglio Achille Lauro.

– Figliolo, abbiamo Achille Lauro a casa.

Meme a parte, ecco il momento caciarone, trash e spensierato che non fa dormire il nostro governo al punto da dedicargli un intervento in parlamento (i grandi problemi del nostro paese!). Rosa Chemical era quello che ci aspettavamo: provocazione (non tanta, in realtà) e voglia di divertirsi.

Nota a margine: Rosa Chemical che ringrazia Amadeus per averlo difeso nei giorni scorsi dalle accuse

LDA – Se poi domani 

Figlio di Gigi d’Alessio, noto ai più per aver criticato una celebre canzone sanremese di Daniele Silvestri e il cui acronimo ricorda quello di una pasticca psichedelica, sale sul palco in rappresentanza della scuderia de Filippi. E in effetti, sembra di vedere un’esibizione del serale di Amici. Altra canzone d’amore di cui ci dimenticheremo a festival finito.

Nota a margine: La Fagnani che pronuncia prima il titolo e poi il nome dell’artista, prima di essere corretto dal Morandi nazionale

Paola & Chiara – Furore 

Ultimo momento millennial della gara. Paola e chiara sono vestite d’argento e con una performance di ballerini manzi, veniamo immersi in atmosfere estive da 2003 e invece che sul palco dell’Ariston ci troviamo su quello del Festivalbar, con un Cornetto Algida in mano e il telefonino per mandare gli SMS illimitati ai nostri amici nell’altra. L’egemonia è servita (admin di Sapore di Male approves).

Nota a margine: “Ciao mamma! Ciao papà!”

Gli ospiti della serata

I primi ospiti della seconda serata di Sanremo 2023 sono Francesco Arca e Mario di Leva che presentano la fiction Resta con me, ennesimo prodotto ambientato a Napoli che sdogana la napoletanità rendendola una moda insopportabile, a cui segue uno scambio di battute goliardico (aggettivo da interpretare con intento negativo) tra Amadeus e il giovane Mario sul calcio. 

Co-conduttrice della seconda serata è la giornalista Francesca Fagnani, conduttrice di Belve che si lancia in quesiti esistenzial-filosofici fondamentali per il destino del genere umano del tipo “Amadeus porta le mutande?” (Facepalm intensifies), ma il suo intervento sulla delinquenza minorile è notevole. Dalle impolverate teche della RAI riemergono Massimo Ranieri e Al Bano il quale, assieme a Gianni Morandi, danno vita a un triple threat match in cui fanno a gara a chi perde per primo la voce. Il tutto per diciassette interminabili, devastanti e faticosi minuti in cui avremmo avuto il tempo di fare qualcosa di più costruttivo come prendere una seconda laurea o investire nel mercato delle formiche rosse da allevamento (anche se a Gianni e Ranieri vogliamo bene lo stesso). Sorpresa per Al Bano, con Amadeus che gli fa festeggiare gli ottant’anni facendolo soffiare su quattro torte con sopra il numero venti perché l’importante è sentirsi giovani dentro.

Momento monologo con Drussila Foer e Pegah Moshir Pour sull’Iran, sicuramente più toccante e serio delle celebrazioni egocentriche della Ferragni. Sullo Suzuki Stage, a meno venti gradi sotto zero. si esibiscono Francesco Renga e Nek per festeggiare le loro carriere, che cantano rispettivamente La tua bellezza e Fatti avanti amore, due brani che portarono proprio alla kermesse (e che molti di noi avevano cancellato dalla propria memoria). Sulla Costa Smeralda, invece, esibizione di Fedez con frecciatina finale al Codacons. A fine gara Angelo Duro si esibisce in un inutile e insopportabile monologo sui rapporti di coppia, colmo di volgarità. E poi il problema sarebbe Rosa Chemical, eh.

Questa serata di Sanremo 2023 sembra scritta proprio per noi millennial dato che gli ospiti internazionali sono i Black Eyed Peas, che propongono un medley dei loro successi. Peccato che manchi Fergie e che si vede che stiano là per intascarsi i soldi (anche loro hanno le bollette da pagare, come noi comuni mortali).

Considerazioni

La seconda serata di Sanremo 2023 risulta essere molto più interessante rispetto a quella inaugurale, seppur il livello rimane molto basso. Pochi brani memorabili e capaci di esaltare in mezzo a una macedonia priva di sapori intensi. 

Giunto alla quarta edizione, Amadeus sembra fare un brusco passo indietro proponendoci uno spettacolo privo di quel mordente di cui la kermesse è nota. Nulla in confronto all’edizione dell’anno scorso, scoppiettante e divertente e a cui pensiamo con tanta nostalgia.


8 febbraio 2023, seconda serata della 73esima edizione di Sanremo.

Con la premessa che i cantanti in gara canteranno ad orari accettabili, che i monologhi non si professeranno inclusivi senza esserlo davvero e che non ci saranno rose sradicate sul palco dell’Ariston, inizia la kermesse con Amadeus, Gianni Morandi e Francesca Fagnani alla conduzione.  Della seconda serata di Sanremo 2023 ricorderemo sicuramente: un trio di giovanissimi (Morandi-Ranieri-Al Bano) che si sfida prima in una gara di free style e poi successivamente nei brani che più caratterizzanti della loro storia musicale; una parentesi scandita da Pegah Moshir Pour con Drusilla Foer per testimoniare e sensibilizzare sulla questione iraniana; Angelo Duro che dimostra al pubblico italiano di non aver nessun tatuaggio sul suo corpo. I cantanti in gara a Sanremo 2023 sono 14, di cui 4 giovani big direttamente dalle nuove proposte, 2 reunion direttamente dagli anni ’90 ed un mix tra rap, cantautorato e pop della nuova scena.

I commenti alle canzoni in gara:

Will: Il sound e il flow nelle strofe incalzano, ma poi si interrompono per lasciare il posto ad un canonico ritornello pop e special in cui la ritmica si ferma come da copione. Forma canzone italiana, ingenua e decisamente destinata ad un target under 25, ma forse anche 20.

Modà: L’orchestra lavora molto bene con la band, regalando un’esibizione ottima, ma decisamente anacronistica. Quest’anno Kekko, lo scorso Sarcina, l’anno prossimo?

Sethu: Falsa partenza che compromette l’intera performance, e non permette alla canzone di respirare, così da finire 28esima nella classifica generale.

Articolo 31: Portano un po’ della loro storia, dell’ansia di farcela e di avere successo. “Per chi è cresciuto a Milano è una gioia vedervi” dice giustamente Amadeus, proprio perché il ritratto di una generazione è affidato alle rime di J-Ax; ma si sa,  i rapper dopo una vita stabile, una famiglia, una casa, un figlio e un cane, diventano decisamente meno affascinanti ed anche le loro canzoni insieme a loro.

Lazza: Mix vincente tra Dardust, Petrella e Lazza che ormai è abbonato al primo in classifica. Gli over 40 si chiederanno chi sia il cantante in gara, gli under 20 davanti alla TV staranno istruendo i genitori, e intanto domani tutti sapremo chi è Lazza e Cenere sarà alta in radio e nelle classifiche.

Giorgia: il testo di questo brano è un testo per Giorgia (racconta dell’amore con Alex Baroni) ma meglio se non fosse stato cantato da Giorgia; non premia la sua vocalità, non lascia spazio agli acuti, all’interpretazione di una voce italiana d’eccellenza. Eppure è una bella canzone, maledizione!

Colapesce Dimartino: Armonie retrò, Battisti in sottofondo, per un brano influenzato dal cantautorato, dal giusto compromesso tra il pop e il ricercato. Tutto efficace, sopratutto l’interpretazione all’Ariston e lo splash finale.

Shari: La difficoltà dello scendere le scale, la si manifesta anche durante l’ascolto del brano, che a tratti spinge forte, a tratti sembra restare in sordina. Non si inquadra bene la natura del racconto musicale e forse peccando nell’interpretazione, la canzone ha avuto ancor meno possibilità di far breccia nei cuori.

Madame: Utilizzare parole bisillabe, inserite in una ritmica serrata, con un beat che mantiene dritta la cassa ma spezza il ritmo è sicuramente il cocktail vincente per una canzone ricordabile. Francesca è sempre in grado di scomporre le parole e ricomporle, creando un gioco efficace e sognante. È il tempo di più storytelling come questo.

Levante: Menzione speciale già solo per aver scritto musica e testo da sola, in un’epoca di brani confezionati in laboratorio. Il ritornello del brano “vivo un sogno erotico” è la parte armonicamente più interessante di tutta la canzone. Sicuramente il pregio del brano è che ascoltandolo si può con certezza affermare: sì questo l’ha scritto Levante.

Tananai: non poteva riportare una canzone come Sesso Occasionale, quindi decide di seguire la linea di Abissale, l’altra faccia della sua medaglia musicale. È onesto mentre canta il brano, si impegna anche vocalmente, e resta il ricordo del viso pulito di Tananai, che canta il pop 2.0 e finisce dritto dritto nei primi 10.

Rosa Chemical: il giro armonico sottolinea quel lato ironico che la canzone di Rosa Chemical ha. L’esibizione è estremamente giusta, lo sottolinea anche il divertimento dei coristi dell’orchestra; l’intenzione e l’attitudine spesso in Italia non vengono prese in considerazione come cardine, invece Rosa Chemical ce lo ricorda molto bene.

LDA: un brano confezionato con i classici stilemi del pop: una forma canzone schematica strofa ritornello con un finale che punta sulla vocalità. Il testo è poco ricercato, sia nella chiusa delle rime che nella scelta delle metafore; imperano le parole “bugia, angeli, mani”, tipiche di una ballata romantica… fin troppo romantica.

Paola e Chiara: il corpo di ballo era d’obbligo per lo scongelamento del duo che negli anni novanta aveva fatto ballare un’intera generazione. Oggi Paola e Chiara restano nel loro stile, con una canzone spoglia nel testo, ma sempre super dance, semplice, che non si distanzia dalle loro hit più conosciute. Prossimo trend TikTok o troppo vintage per i giovanissimi della generazione Z?

Alessandra Nazzaro

Immagine di copertina: WikiCommons

 

A proposito di Ciro Gianluigi Barbato

Classe 1991, diploma di liceo classico, laurea triennale in lettere moderne e magistrale in filologia moderna. Ha scritto per "Il Ritaglio" e "La Cooltura" e da cinque anni scrive per "Eroica". Ama la letteratura, il cinema, l'arte, la musica, il teatro, i fumetti e le serie tv in ogni loro forma, accademica e nerd/pop. Si dice che preferisca dire ciò che pensa con la scrittura in luogo della voce, ma non si hanno prove a riguardo.

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