Corrado De Rosa ospite al FLiP per presentare il libro La teoria del salto

Corrado De Rosa ospite al FLiP per presentare il libro La teoria del salto

Corrado De Rosa, psichiatra e scrittore, autore de I medici della camorra, La mente nera, Italian Psycho e Quando eravamo felici, è stato ospite di uno degli incontri della giornata di venerdì 27 giugno del FliP-Festival della Letteratura indipendente di Pomigliano d’Arco, in provincia di Napoli. Proprio in questa occasione ha incontrato i lettori per parlare del suo ultimo libro La teoria del salto, edito da Minimum Fax.

All’inizio, all’interno del panel Reinventarsi, Corrado De Rosa avrebbe dovuto confrontarsi con Niccolò Cavallaro, l’autore del libro Il lama dell’Alabama. Purtroppo, quest’ultimo non ha potuto più partecipare alla quinta edizione della kermesse letteraria indipendente e dialogare con lo psichiatra. L’incontro è stato presentato dall’editor e traduttrice Chiara Guerri, mentre la moderatrice è stata Maria Teresa Rovitto, che si occupa di asilo politico e protezione internazionale dopo aver conseguito il dottorato in Filosofia del diritto.

Corrado De Rosa ospite al FLiP

La trama del libro La teoria del Salto di Corrado De Rosa, la vicenda giudiziaria di Philippe Halsman e la sua rinascita

La teoria del salto di Corrado De Rosa racconta la vicenda giudiziaria di un giovane Philippe Halsman, il quale, prima ancora di emigrare negli Stati Uniti e divenire un famoso fotografo e amico di Salvador Dalí, era stato accusato di parricidio. Infatti, la dottoressa Rovitto afferma che la “storia individuale di questo ragazzo fu parte di un periodo orrendo della storia umana, ovvero i primi anni del Novecento”. Proprio dalla società dell’epoca, infatti, si generarono le due orribili guerre mondiali che sconvolsero l’Europa e il mondo.

Halsman proveniva da una famiglia ebraico-lettone di Riga e si era iscritto al corso di laurea di Ingegneria elettrotecnica dell’Università di Dresda. Durante una vacanza in Tirolo, il ragazzo avrebbe lasciato cadere suo padre da un dirupo. In seguito, fu arrestato e processato dalle autorità austriache, ma fu rilasciato dopo aver ricevuto il sostegno di molti intellettuali. Abbandonata l’Austria, Halsman scappò a Parigi e poi negli Stati Uniti,dove divenne il “fotografo delle celebrità”.

La rinascita di Halsman dopo il processo per parricidio e la sua fuga negli Stati Uniti

Corrado De Rosa ha descritto il personaggio della sua opera con le seguenti parole:

«Halsman è un personaggio che […] viene condannato per la morte del padre, [..] ne consegue un processo senza movente e senza prove che diventa una sorta di Affare Dreyfus per l’Austria, perché a suo sostegno si muoveranno grandi intellettuali del tempo. Anche perché il tema del reinventarsi sta nel fatto […]  che lui esca e vada via dall’Austria, che non torni a Riga ma vada a Parigi, si conquisti uno spazio come fotografo e poi lo perde, perché lui a Parigi, come dicevi, fotografa i grandi scrittori del tempo, fotografava André Gide, Camus, Sartre. A me interessava la situazione che riguarda com’è che noi diventiamo quello che diventiamo sulla base di ciò che siamo stati […]».

Inoltre, lo stesso fotografo non avrebbe fatto altro che esorcizzare il funesto avvenimento della morte del padre fotografando persone durante un salto.

Festival della Letteratura indipendente di Pomigliano d'Arco (1)

La teoria del salto, perché raccontare questa storia? 

Alla domanda sul perché avesse scelto di raccontare tale vicenda, Corrado De Rosa ha illustrato la genesi della sua opera nel seguente modo:

«Perché io mi sono avvicinato a questa storia? Per tre motivi. Uno professionale. Perché, per lavoro, mi occupo di come boss e terroristi fingono di essere pazzi e come viene utilizzata la follia nei sistemi di criminalità organizzata. E vivo (sempre) in un mondo in cui la logica è utilizzare la malattia mentale per ottenere benefici in giustizia. Nell’atteggiamento di Halsman nella vicenda giudiziaria c’è il contrario. Quindi, mi ha attratto molto questa cosa, cioè lui non vuole che venga riconosciuta la malattia mentale come attenuante perché vuole che venga riconosciuta la verità. […].  L’altro, invece, è un fatto di ricerca. Stavo lavorando su come mai Freud non aveva approfondito le questioni criminologiche. Oggi Freud non parlerebbe mai di Avetrana, Cogne e tutta quella roba un po’ pruriginosa che va in televisione. Lui non lo faceva perché ossessionato dal fatto che la psicoanalisi non dovesse prestare la sua scienza alle indagini giudiziarie, non voleva che le interpretazioni un po’ fantasiose sostituissero interrogatori, tracce, prove, movente, […]  ma nel caso Halsman prese una posizione molto netta e disse : “Se non trovate un movente non cercatelo nella follia […]”.  […] Il terzo motivo è da nerd e stavo ragionando su come gli psichiatri vengono raccontati nelle questioni narrative. In realtà, vengono raccontati piuttosto male. Penso che Lombroso sia raccontato più per le sue competenze esoteriche. Freud altrettanto. Forse c’è solo quell’apocrifo di Sherlock Holmes, […] in cui lì viene raccontato in modo pertinente […]. Gli psichiatri di Woody Allen sono sostanzialmente psichiatri con cui Woody Allen si prende le sue vendette e rivincite sul fatto che non gli curano le sue nevrosi. E poi c’è Lecter. Hannibal Lecter è un cannibale!»

Infine, per ritornare al suo libro, Corrado De Rosa si è soffermato su un piccolo dettaglio della locandina Il silenzio degli innocenti di Jonathan Demme. Osservando la fanciulla con la falena sulla bocca, lo spettatore può scorgere un teschio sul dorso dell’insetto, ma (in realtà) quel teschio è una fotografia di Halsman, la quale raffigura delle donne nude che formano un cranio umano. Il titolo dell’opera è In Voluptas Mors.

Festival della Letteratura Indipendente di Pomigliano d'Arco (2)

Halsman e Franz Kafka: è possibile confrontare il fotografo lettone con lo scrittore ceco?

Successivamente, la moderatrice si è focalizzata sul rapporto fra Halsman e il padre cercando un confronto immediato con un altro celebre artista mitteleuropeo di quegli stessi anni, ovvero Franz Kafka. In questo caso si potrebbe contrapporre l’immagine topica di un padre irruento, un uomo di mondo estroverso, a quella di un figlio introverso con una vena artistica.

Alla domanda se fosse stato possibile per Halsman emigrare negli USA e divenire un fotografo senza alcun processo, Corrado De Rosa ha risposto nel seguente modo:

«Se non facessi lo psichiatra potrei risponderti, ma facendo lo psichiatra non posso risponderti. Nel senso, con il senno di poi non te lo posso dire […]. Tu hai parlato di paternità e di rapporti genitoriali. Lui ha una passione per la fotografia che non è repressa dalla famiglia, è una passione per la fotografia che fa più i conti con una personalità molto orientata, nella prima fase della vita, ad un arricchimento rivolto verso le materie scientifiche. […] Lui farà Ingegneria elettrotecnica a Dresda, che è un centro culturale molto particolare per quel tempo. Del rapporto, ovviamente, non so dirti se il tema del rapporto genitori-figli in quel tempo è universalmente da considerare così […]. Da una parte ho provato a fare una scommessa con un consenso molto forte […] per tutelare i termini medici con il lettore, tutto quello che racconto trova una verità in un punto strutturale. Cioè, se dico [che] ha letto Kafka, è perché Halsman in carcere ha letto Kafka. Lo dice nelle lettere, c’è scritto in una serie di documenti. Lui si sofferma molto in termini critici di lettura dei testi attraverso un rapporto epistolare che ha».

Corrado De Rosa al FLiP

Il tema della figura paterna nel romanzo di De Rosa: il rischio di un processo condizionato da pregiudizi

In merito alla figura paterna all’interno della vicenda processuale, lo psichiatra ha dimostrato come il caso fosse stato condizionato da una serie di pregiudizi:

«Il tema del padre mi interessava molto rispetto alla conflittualità espressa, presente […] che crea all’interno della vicenda processuale una serie di pregiudizi, cioè il tema delle risonanze soggettive all’interno di un processo è un argomento che è molto importante, cioè un argomento che poi condiziona molto l’andamento della vicenda giudiziaria. Perché se un imputato è antipatico in qualche modo la giuria popolare potrà avere più o meno delle risonanze. […] Mai come la vicenda di Halsman verità storica e giudiziaria pongono il problema dello spazio che c’è tra l’una e l’altra […]. La verità giudiziaria […] è quello che tiene nel confronto di una serie di interrogazioni che hanno a che fare con le indagini, con gli interrogatori, con le prove e con le perizie, tutto quello che compare all’interno del processo in modo tangibile. […] e noi quello che succede veramente nella vicenda di Halsman noi non lo sapremo mai, né mi interessava ricostruirlo, né mi interessava saperlo, mi interessava lasciare uno spazio al lettore che potesse dargli la percezione di quanto il caso gioca un ruolo importante all’interno di una vicenda come questa qua [….]».

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Fonte immagine di copertina: archivio personale

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A proposito di Salvatore Iaconis

Laureato in Filologia moderna presso l'Università Federico II di Napoli il 23 febbraio 2024 e iscritto all'Ordine dei giornalisti dal 25 gennaio 2021. Sono cresciuto con i programmi educativi di Piero e Alberto Angela, i quali mi hanno trasmesso l'amore per il sapere, e tra le mie passioni ci sono la letteratura, la storia, il cinema, la filosofia e il teatro assieme alle altre espressioni artistiche.

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