Zeppole di San Giuseppe alla ischitana, come farle

Zeppole fritte o zeppole al forno il – dilemma – dei palati sopraffini. La tradizione culinaria si è arricchita di tantissimi nuovi piatti, che siano dolci o salati, ma c’è chi preferisce mangiare le prelibatezze che preparavano i propri avi, magari in chiave moderna e con uno sguardo al passato.

Il simbolo della festa di San Giuseppe è  la zeppola o frittella, nata a Napoli e consumata oramai in ogni parte d’Italia, naturalmente facendo riferimento a ricette diverse.

In passato percorrendo le strade di Napoli i friggitori si esibivano pubblicamente davanti alle proprie botteghe in quella che si configurava come una vera e propria arte del friggere.
Come la maggior parte dei dolci napoletani anche le zeppole si dice che abbiano un origine conventuale, forse nel Convento di San Gregorio Armeno.

Le versioni delle cosiddette e golosissime zeppole di San Giuseppe sono tante, che siano fritte o al forno, la ricetta tradizionale si arricchisce o “perde” elementi, senza mai peccare di bontà.
Ad Ischia ad esempio, splendida isola del Golfo di Napoli, oltre alle zeppole fritte e al forno, si prepara un’altra variante, ricca di gusto e soprattutto tradizione, immancabile il giorno di San Giuseppe e non solo.

Zeppole di San Giuseppe ischitane

Si tratta di una ricetta molto antica di questo squisito dolce, preparato con ingredienti poveri e accessibili a tutti, la cui ricetta si tramanda di generazione in generazione.
In realtà ogni massaia ischitana ha il proprio segreto, qualcosa che arricchisce la ricetta tradizionale, ma carpirlo non è facile.
Per preparare le zeppole di San Giuseppe, in “chiave ischitana”, occorrono semplicemente: acqua, farina e lievito; per la farcia invece si può usare la fantasia. Un tempo si utilizzava la cosiddetta crema gialla, ma oggigiorno gli ingredienti a disposizione sono tantissimi: dal cioccolato alla crema chantilly, ma anche marmellate e confetture per soddisfare ogni palato.
Un dolce povero ma ricco di gusto, che regalerà emozioni uniche sin dal primo boccone.
Il procedimento per realizzare le zeppole “ischitane” è molto facile: prima di tutto è necessario far sciogliere il lievito in acqua tiepida; in una terrina mettere la farina (in passato non esistevano tutte le tipologie commercializzate oggi e quindi si usava la tradizionale di tipo 00) un cucchiaio di zucchero, mezzo cucchiaio di sale e qualche goccia di anice o limoncello, rigorosamente preparati in casa.
Dopo aver amalgamato tutto, si procede in un modo che potrà risultare bizzarro. Secondo il procedimento antico bisogna letteralmente “prendere a schiaffi” l’impasto ottenuto, molto veementemente.
Qualcuno ricorda ancora quanto in passato quel rumore fosse un vero e proprio richiamo col quale tutti accorrevano in cucina… per esser prontamente mandati via.

“Nessuno oltre la donna di casa, poteva entrare in cucina, alzare i coperchi delle pentole, assaggiare qualcosa, o semplicemente guardare”, ribadiscono ancora oggi le donne ischitane.

Dopo aver schiaffeggiato l’impasto delle zeppole per circa dieci minuti, quando non sarà più appiccicoso, è pronto. A questo punto esso dovrà riposare coperto con un canovaccio bagnato, per un’ora (circa) per farlo lievitare.
Intanto mettere a scaldare l’olio in una casseruola, qualcuno rivela che in passato si utilizzava lo strutto o sugna di maiale per friggere le zeppole, poiché l’olio non era accessibile a tutti. Serve una pentola molto capiente, dal bordo alto, che dovrà essere riempita di olio (più della metà); quando l’olio avrà raggiunto la giusta temperatura si possono immergere le zeppole aiutandosi con un cucchiaio preferibilmente non di legno. A questo punto le zeppole tenderanno a gonfiarsi, e bisognerà fare attenzione a non farle bruciare. La fiamma dovrà essere bassa o moderata, in modo che la temperatura dell’olio non diminuisca improvvisamente e le zeppole non brucino.

Nell’olio diventeranno presto gonfie e dorate; sarà quello il momento giusto per toglierle e adagiarle su della carta assorbente. Ultimo passaggio, prima di perdersi nel gusto, è quello di rotolarle nello zucchero semolato.
C’è chi le mangia senza l’aggiunta di crema e chi invece preferisce farcirle.

Con il trascorrere del tempo, anche le zeppole di San Giuseppe sono diventate non solo il cosiddetto dolce della domenica ma piuttosto una delizia da gustare quando si vuole. Il procedimento per realizzarle è semplice, non serve molto tempo e il risultato sarà stupefacente. Dunque per questo buonissimo (e super calorico) dolce non vale il detto napoletano: “Passato il santo, passata la festa”, perchè si possono mangiare tutto l’anno.

Una versione sicuramente poco dietetica rispetto alla zeppola al forno, più complicata da preparare, alla quale però sarà impossibile resistere.

Immagine in evidenza: Wikipedia 

Altri articoli da non perdere
Fonderì, pizza contemporanea dal fascino glamour
Fonderì

75 coperti, una location attraente e tanta creatività: da Fonderì Pizza Glamour in Via Caravaggio a Napoli, tempio della pizza Scopri di più

Tenuta di Bacco: orto e mare in un angolo di Paradiso
Tenuta di Bacco: orto e mare in un angolo di Paradiso

Con l’apertura a fine aprile della Tenuta di Bacco la proposta ristorativa dell’area flegrea si è arricchita di un nuovo Scopri di più

Ris8, il riso della piana di Sibari a Napoli
Ris8

Magisa, azienda indipendente nata sul suolo calabrese, ha presentato il riso di loro produzione alla stampa il 29 gennaio durante Scopri di più

Di Pizza a Caserta: si ritrovano i magnifici sette della pizza
Di Pizza a Caserta: si ritrovano i magnifici sette della pizza

Di Pizza è approdato anche a Caserta Da Salvatore, la pizzeria di Emanuele Marigliano, dove i Magnifici Sette della pizza Scopri di più

Il pesce e l’olio di Tommaso Esposito, cena a tema scammaro da Sartù al Vomero
Il pesce e l'olio: cena a tema "scammaro" da Sartù

Doppio appuntamento giovedì 13 giugno presso il ristorante Sartù del Vomero: cena a tema "mangiare di scammaro" e presentazione di Scopri di più

Pizzeria Da Zero: come in cinque anni si rivaluta il Cilento
Pizzeria Da Zero: come in cinque anni si rivaluta il Cilento

Pizzeria da Zero: si nasce in Cilento e si va ovunque Il Cilento, zona della Campania molto famosa per le Scopri di più

A proposito di Gerardina Di massa

Vedi tutti gli articoli di Gerardina Di massa

Commenta