Giovanni Truppi e Antonio Moresco ospiti al FLiP 2025

Giovanni Truppi

Giovanni Truppi e Antonio Moresco, al FLiP l’ultimo incontro ha proposto un dialogo “inter artes” tra scrittura e musica

La musica e la letteratura si sono incontrate in occasione dell’ultima giornata della quinta edizione del FliP-Festival della Letteratura indipendente di Pomigliano d’Arco (in provincia di Napoli).

Il cantautore partenopeo Giovanni Truppi e lo scrittore mantovano Antonio Moresco sono stati gli ospiti dell’ultimo panel di domenica 29 giugno, al quale hanno partecipato anche lo scrittore locale Salvatore Toscano (l’autore del libro Gli stupidi e i furfanti edito da Baldini+Castoldi) in qualità di moderatore e la traduttrice ed editor Chiara Guerri come presentatrice.

Giovanni Truppi

La musica e la narrativa, un dialogo “cubista” all’ultimo incontro del FLiP-Festival della letteratura indipendente di Pomigliano d’Arco

Prima di iniziare l’evento, il proprietario della libreria Wojtek Ciro Marino ha presentato al pubblico Pino Paciolla, padre di Mario, cooperante dell’ONU, ucciso nel luglio 2020 in Colombia per depistare le indagini svolte dal giovane. Infatti, il padre del ragazzo è stato presente assieme al gruppo Giustizia per Mario Paciolla nel corso delle quattro giornate dell’evento letterario.

Giovanni Truppi

La musica e la narrativa hanno dialogato in maniera costante grazie alle domande dell’autore del libro Gli stupidi e i furfanti. Costui è riuscito  è riuscito a dar vita ad un dialogo inter artes, definito da lui stesso “un incontro di cubista” essendo stato un “allievo letterario di Moresco” ed essendo un fan del cantautore. 

Giovanni Truppi si è esibito portando l’energia e l’originalità di alcuni suoi brani (Lettera a Papa Francesco I, La felicità, Moon Dance, Amici nello spazio e Moondrone), definiti dalla presentatrice Guerri “l’incontro fra il cantautorato italiano e la musica rock alternativa”, per poi rispondere alla domande di Toscano confrontandosi con l’altro ospite.

La genesi del brano Lettera a Papa Francesco I, Giovanni Truppi e l’influenza della scrittura di Antonio Moresco

Proprio partendo da una domanda del moderatore in merito alla genesi del brano Lettera a Papa Francesco I che  Truppi ha spiegato come conobbe l’autore mantovano:

«Questa canzone si intitola Lettera a Papa Francesco I e nasce una decina di anni fa. […] io non conoscevo ancora Antonio Moresco ed un mio caro amico me ne aveva appena parlato. Quindi, sono andato in libreria ed avevo acquistato un libro che si intitola Lettere a nessuno che è un libro molto bello che mi è piaciuto molto. Per chi non lo conosce, ci sono una serie di epistole che Antonio scrive a personaggi che sono esistiti nella sua vita o immaginari, tra questi c’è Papa Benedetto XVI […]. In questa lettera, Antonio chiedeva al papa di sciogliere la Chiesa argomentando con cose più o meno affini con quelle che ho appena cantato. Appena ho letto questa lettera (come a volte mi accade), ho immediatamente pensato che mi sarebbe piaciuto farne un brano […]. Quindi, […], mi sono messo a lavorare sulle parole di questa lettera e ne ho fatto una canzone. Poi dopo, tramite alcuni amici in comune, gli ho fatto arrivare un provino di questa canzone insieme ad un mio disco, l’ultimo disco che avevo fatto. Dopo un po’ mi è arrivata una telefonata che mi fa :-Ciao, sono Antonio Moresco, ho ascoltato la tua canzone, non va bene. Però ho sentito il tuo disco e ci ho sentito delle cose interessanti, penso che ci sia modo lavorandoci di fare una buona canzone-. Mi ha rimandato un nuovo testo per il mio brano […] e mi sono messo in discussione, mi sono messo a rifare la canzone della quale ero già contento. Invece, grazie alle nuove parole che mi ha dato Antonio, ha acquistato molta più forza».

Giovanni Truppi

La letteratura come viaggio e la musica come parte importante della poesia medievale

In seguito, grazie agli spunti forniti dalle interessanti domande di Toscano, Giovanni Truppi ha parlato di letteratura; invece, l’altro ospite ha affrontato il tema della musica. Per il primo intervistato la “letteratura rappresenta l’occasione di uscire dal mondo ordinario per entrare in altri mondi”, eppure egli non disdegna degli avvenimenti autobiografici o giornalieri. Infatti, anche una semplice chiacchierata con un amico, così come la lettura di un romanzo, può fornirgli il giusto spunto per scrivere una canzone.

Invece, nel caso dell’autore lombardo, costui si rifà alla tradizione letteraria precedente spiegando alla platea che le canzoni odierne nascono dalle stesse poesie. Cita il caso di Dante Alighieri e del sonetto Tanto gentile e tanto onesta pare del canzoniere Vita nova, il quale, come riportato da molti studiosi, veniva recitato dai ragazzi e dalle ragazze della Firenze basso-medievale.

La felicità nella poetica di Kafka, Christie e Leopardi

In seguito, il moderatore, partendo dalla canzone La felicità di Giovanni Truppi, ha chiesto all’altro ospite di illustrare questo stato d’animo in letteratura confrontandosi con tre autori sui quali ha lavorato nel corso di questi mesi. Moresco è l’autore di un Meridiano della Mondadori su Agatha Christie e di un libro su Giacomo Leopardi dal titolo Lettera d’amore a Giacomo Leopardi. Successivamente, l’autore di Canto del buio e della luce ha risposto con le seguenti parole:

«[…] Allora, […], io la definizione di felicità non la do perché non la si può dare in pubblico.  […] cerco di dare un’altra risposta. Su Kafka è facile, perché lui […] lo scrive. Lui, rispondendo idealmente a chi lo può vedere con uno scrittore tetro che vede l’aspetto angoscioso del mondo, dice:-Io credo che ci sia la felicità, una grande, grandissima felicità […] ma non per me-. Lui non costruisce […] un sistema che nega la presenza della felicità, dice (semplicemente) che è intangibile […]. […] Agatha Christie non lo so ma mi azzardo a dire […] [che] c’è un libro (addirittura) che si chiama Le due verità, nel senso era che Hercule Poirot arriva ad una conclusione ma se ne inventa un altra. Insomma, i due meritavano un altra fine. E poi calcolando che ha scritto, sotto uno pseudonimo, diversi romanzi straordinari, tra cui uno intitolato La rosa e il tasso, che sono incentrati sul tema dell’amore, ma io credo che anche per la vicenda drammatica della sua vita, per la Christie avessero qualcosa da vedere dell’avvalersi del sogno dell’amore. Per Leopardi, anche lui è una persona (da una parte) molto portata all’illusione dell’amore. C’è quella sua poesia del primo amore, il diario del primo amore, dove lui racconta i suoi sentimenti amorosi quando arriva quella cugina a Recanti e lui si innamora immediatamente […]. Ed io credo che anche nel suo caso avesse a che fare con l’amore che è la grande invenzione. È ciò che rende vivibile la vita, è l’immaginazione, l’invenzione e l’illusione, e l’amore contiene al massimo grado questi elementi di illusione e di invenzione, ma non viene costruita da una persona sola nella vita ma da due persone […]».

Giovanni Truppi

L’amore come ricerca di un espressione autentica da parte dei due ospiti dell’incontro conclusivo

Dopo l’intervento di Moresco è il partecipante a Sanremo 2022 a prendere la parola, dal momento che aveva affrontato questo tema nella canzone Amarsi come i cani.

«Se ti esce l’Harmony e dici: -Mo passo avanti e ti sforzi-. Non c’è altro a parte questo che è uno scherzo ma è anche vero. Io mi sforzo di osservarmi tanto […] mentre mi osservo io osservo delle cose che ci sono dentro di me, alcune che non saltano subito all’occhio, magari sembrano un po’ stortarelle, però magari quelle cose la mi accorgo che ci può essere qualcosa di interessante che è meno battuta come strada per raccontare un’emozione che tutti viviamo, che ha delle sfaccettature che magari arrivano in un secondo momento».

Giovanni Truppi

La conclusione spetta all’altro ospite e cittadino onorario di Pomigliano d’Arco dopo la nomina al FLiP 2024. L’amore per lo scrittore mantovano è “l’argomento principale di gran parte della letteratura”, un argomento che può essere usato per ingannare le persone con un “prodotto consolatorio ad hoc come la stessa funzione di una medicina, una pastiglia e un analgesico” che fa soltanto del male, oppure proporre un qualcosa di diverso:

«Io ne ho scritto molto. Io ho scritto molti libri [su questo argomento], mi vengono in mente Gli incendiati, mi viene in mente Fiaba d’amore e poi i libri Canti del Caos e Canto di D’Arco è una cosa molto presente. Poi magari in maniera molto forte, in maniera molto drammatica, poi ne parlo in modo cosi consolatorio. Diciamo si, è quasi l’unica cosa di cui si può sempre parlare».

Fonte immagine di copertina: Salvatore Iaconis

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A proposito di Salvatore Iaconis

Laureato in Filologia moderna presso l'Università Federico II di Napoli il 23 febbraio 2024 e iscritto all'Ordine dei giornalisti dal 25 gennaio 2021. Sono cresciuto con i programmi educativi di Piero e Alberto Angela, i quali mi hanno trasmesso l'amore per il sapere, e tra le mie passioni ci sono la letteratura, la storia, il cinema, la filosofia e il teatro assieme alle altre espressioni artistiche.

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