Le 4 superstizioni napoletane più famose

Le 4 superstizioni napoletane più famose

Le 4 superstizioni napoletane più famose

La tradizione napoletana è ricca di riti scaramantici e superstizioni delle quali stare attenti in ogni momento della giornata, poiché esse hanno a che fare con momenti della vita quotidiana e gesti che qualsiasi persona potrebbe compiere normalmente senza pensarci su e soprattutto senza dare all’azione appena compiuta un significato superstizioso. Tra le tante superstizioni della tradizione, ecco le 4 superstizioni napoletane più famose.

 

1. lI curniciello di via San Gregorio Armeno

Prima tra le 4 superstizioni napoletane è il corno tipico di via San Gregorio Armeno, che porta con sé un significato positivo, ma a patto che sia regalato da qualcuno e non comprato direttamente, altrimenti porta sfortuna. Quando si riceve un curniciello, inoltre, bisogna “attivare” il suo potere da portafortuna e lo si fa venendo punti al centro della mano sinistra con il medesimo curniciello, e viceversa quando lo si regala. 

Questo oggetto portafortuna possiede probabilmente una storia molto più antica degli altri che risale al Neolitico, periodo durante il quale questo oggetto veniva appeso al di fuori delle capanne per attrarre la fertilità e la fortuna. Molti pensano che il corno napoletano abbia la forma di un peperoncino, ma in realtà il curniciello ha una forma fallica, che funziona come segno di buona augurio (e contro il malocchio) per le famiglie, soprattutto per chi vuole avere molti figli, e per la casa. 

 

2. Non mettere il cappello sul letto e non rivolgere i piedi del letto verso la porta!

Un’altra delle 4 superstizioni napoletane è quella di non dover mai mettere il cappello sul letto perché altrimenti porterebbe sfortuna. Ma perché esiste questa superstizione? Il tutto è legato ai defunti, poiché soprattutto nel secolo scorso era solito per gli uomini poggiare il proprio cappello sul letto del defunto del quale si visitava la casa dopo la sua tragica sventura. A questa superstizione ne è legata un’altra, quella secondo la quale non bisogna mai rivolgere i piedi del letto verso la porta, poiché altrimenti porterebbe sfortuna a chi ci dorme destinandolo a morire prima rispetto agli altri. 

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3. O’ scartellat

Al terzo posto delle 4 superstizioni napoletane è O’ scartellat, dal napoletano, il gobbo, e anche in questo caso si tratta di un segno di buon augurio. Infatti, la tradizione partenopea vuole che l’incontro di un uomo con la gobba sia positivo e per fare avverare le cose buone che auspica bisogna accarezzargliela. Questa credenza proviene dal fatto che in passato, chi era gobbo, solitamente vagava per le strade di Napoli cercando di vendere i curnicielli, e forse proprio a causa del suo aspetto attraeva a sé tanti clienti: allo stesso modo, chi incontra un gobbo attrae a sé tanta fortuna. Il contrario, avviene, se invece si incontra un gobbo di sesso femminile, che porta sfortuna e perciò bisogna allontanarsi da essa il prima possibile per evitare di ricevere sfortuna. 

 

4. Non far cadere il sale né l’olio

L’ultima delle 4 superstizioni napoletane più celebri ha a che fare con sale e olio.

Far cadere il sale è sicuramente considerato una grande sventura da parte dei napoletani, poiché viene visto come un gesto che porta sfortuna, ma è ancora peggio passare il sale ad un’altra persona perché se il sale cadesse sulla tavola la sventura si avventerebbe su tutti coloro che sono seduti a tavola. Il sale ha però anche degli usi positivi. Uno è quello di lanciarne una manciata alle proprie spalle per far sparire la sfortuna, l’altro è quello di buttarlo addosso agli jettatori per annullare le loro maledizioni. 
Allo stesso modo, non bisogna assolutamente far cadere l’olio. Questa superstizione è legata ad una ragione con ben antiche radici. Infatti, in passato l’olio era considerato un bene che solo pochissime persone potevano permettersi a causa del suo costo elevato, perciò versarlo erroneamente sul tavolo veniva visto come un gesto profondamente negativo che portava sfortuna. 

 

Fonte immagine: Pixabay

A proposito di Lucrezia Stefania Scoppetta

Ciao! Sono Lucrezia, ho 21 anni. Frequento l’università “L’Orientale” di Napoli, dove studio lingua e letteratura inglese, giapponese, e portoghese.

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