In Omnia Paratus, un inno alla vita
Forza. Abbi il coraggio di seguire quella scintilla d’emozione e adrenalina, che scalpita sotto pelle per esplodere, implorando d’essere ascoltata. Abbi il coraggio di vivere davvero almeno cinque minuti, piuttosto che limitarti a esistere per ottant’anni. Coraggio. Prendi quella scala a pioli. Arrampicatici, come fosse in quegli istanti lo strumento più prezioso che possiedi per raggiungere e liberare quella scintilla, quel desiderio di libertà rimasto assopito troppo a lungo. Sali in cima. Poi guarda giù. Guarda giù dalla nuova prospettiva. Guarda ciò che sei in grado di lasciare dietro per svelare la nuova te. Quella ribelle, coraggiosa, determinata, appassionata, meravigliosa. E adesso. Apri l’ombrello, tira un bel respiro e lanciati gridando In Omnia Paratus!
Forza. Smettila con quel vittimismo. Smettila di barricarti dietro le tue secolari ed incrollabili convinzioni e certezze. L’unica assoluta certezza è che non esistono certezze! Smettila di fingere cecità. Di arroccarti nella tua stoica condotta da secchiona. Smettila di prenderti troppo sul serio. Alza gli occhi dai tuoi piedi. Comincia a guardare avanti. Comincia a guardarti intorno. In Omnia Paratus! Comincia a guardare oltre. I progetti e gli obiettivi iniziali non sono tutto. Esiste l’esperienza. Esiste il compromesso. Esiste la possibilità di cambiarli quei piani. Di guardare le cose e le persone con occhi nuovi. Di cambiare le priorità. Di scombinarla la tua vita, prima di trovare davvero quel che cerchi. Prima di trovare davvero te stessa. Il tuo rigore non è tutto. Prova a pensare fuori dagli schemi. Fuori dai tuoi schemi. Giungendo a ribaltare quelle incrollabili convinzioni. E magari scoprire che dietro le apparenti frivolezze si celano universi, storie, umanità e sensibilità. Magari, tutto ciò che credevi non avesse nulla a che fare con te, ti appartiene e somiglia più di quanto tu potessi credere. Prova a cambiare pelle, magari cominciando dai vestiti, dai capelli, dalle borse e dalle scarpe. In Omnia Paratus! Ma solo per guardare più attentamente dentro e fuori la persona che, pur crescendo, è rimasta ancora legata all’idea fanciulla e romantica del mondo, dei rapporti, persino dei sogni. E una volta che avrai finalmente scoperto cosa può celarsi dietro l’apparenza, abbi il coraggio di decidere con la tua testa, di rimboccarti le maniche e lavorare sodo, per raggiungere gli agognati obiettivi, ora nutrìti di nuova linfa, colmi del costruito background, di cui ora il tuo cuore si veste.
In Omnia Paratus! Non trincerarti dietro i tuoi limiti. Perché nessun limite sussiste senza la possibilità e l’opportunità d’essere superato. È vero. Sono proprio quei limiti a farti sentire sbagliata, a non farti sentire abbastanza. A non farti sentire all’altezza. Ma poi… all’altezza di cosa, in realtà? L’unico giudice con cui dovresti confrontarti, sei tu, tu e nessun altro. Non amici, insegnanti di danza, direttori, famiglia. Dovresti imparare persino ad ignorare qualche volta quella tua fastidiosa vocina interiore, che tenta, sadica ed ipocrita, di allontanarti dal meglio di te. Dalla parte migliore, più bella, più imperfetta, e mai così vera, di te. Fanculo chi ti dice che non fa per te. Fanculo chi cerca di proteggerti con amorevoli consigli, credendo di agire per il tuo bene. Ma nessuno, meglio di te, può conoscere cosa ti fa star bene, cosa ti rende davvero felice e viva, cosa ti stimola sul serio. Fanculo a chi ti dice che non potrai farcela, che potrai arrivare fino a un certo punto, ma poi dovrai accontentarti (questa parola è un attentato!), accettare i compromessi e la realtà. Ma la verità è che la realtà è per chi non sa fare di meglio. La realtà è per i vili, per coloro che accettano acriticamente un’unica possibilità, coloro pronti a credere che non ci siano alternative valide o semplicemente diverse da ciò che strutture e schemi intendono inculcare. Gli schemi uccidono l’anima sognatrice. Uccidono le diverse alternative possibili, pronte a svelarsi solo a coloro che credono davvero di poter cambiare le cose per inseguire, magari non propriamente la felicità, bensì la libertà. La libertà di vivere secondo i personalissimi desideri, secondo ciò che l’istinto periodicamente suggerisce, soffocato però quotidianamente dai limiti, dai meccanismi d’incastro, dalle regole, dalla burocrazia e da un realismo che sa solo di pessimismo putrefatto.
In Omnia Paratus
La paura e la timidezza non hanno mai tagliato traguardi importanti. La fiducia, l’apertura al prossimo e a se stessi, costituiscono gli strumenti per vincere, per trionfare sul nulla, su un’esistenza scialba, insapore, inodore e incolore.
Quindi. Quanto si è disposti a sacrificare, a lottare, per raggiungere un po’ di più l’impossibile? Quanto di noi si è disposti a mettere in gioco, per fare finalmente la cosa sbagliata, rivelandosi poi quella più giusta per noi? Quanto coraggio è possibile racimolare per lasciarsi andare una volta tanto alle emozioni, per superare i propri limiti e credere finalmente che qualcosa di meraviglioso possa albergare dentro, aspettando soltanto di liberare le ali e uscire fuori? Quanto di noi siamo disposti a perdere, solo per andare avanti, accettarci per come realmente siamo e per ciò che davvero desideriamo? Quanto facilmente sono confondibili, labili, i confini tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato? E poi, si tratta davvero di giusto e sbagliato? O semplicemente del puro, umano, imperfetto e meraviglioso tentativo di inseguire la bellezza, le sfumature e tutto quanto possa farci sentire realmente vivi, liberi, audaci e colmi di una joie de vivre, che regole, schemi e perbenismo condannano inevitabilmente all’oblio?
Nessuno può fornirci una risposta corretta. La risposta nemmeno sussiste, senza porsi le opportune domande. Si è davvero convinti di essere pronti a tutto? Pronti a tutto! Nel bene, nel male. Nella calma, nella rivoluzione. Nella staticità, nel cambiamento. Pronti a tutto. Pronti a vivere, finalmente, davvero. In Omnia Paratus. In Omnia Paratus!