30 aprile. Giornata Internazionale del Jazz

30 aprile. Giornata Internazionale del Jazz

Istituita nel 2011 dall’Organizzazione delle Nazioni Unite, su iniziativa del pianista e compositore americano Herbie Hancock, il 30 aprile di ogni anno si celebra la Giornata Internazionale del Jazz. Lo scopo è l’ulteriore tentativo di valorizzare la musica Jazz, simbolo della lotta contro ogni discriminazione e sentimento razziale. Il Jazz ha la capacità di unire persone, gusti, nazioni, in quanto non è solo musica, o meglio, mera esecuzione musicale. Il Jazz diviene nel tempo uno stile di vita, un modo d’essere, di pensare, agire, vedere le cose e il modo di percepirle, così come ritiene Nina Simone, cantante, pianista, scrittrice e attivista per i diritti civili statunitense. Il Jazz costituisce un’identità, un simbolo identitario, pur cambiando ed evolvendosi.

30 aprile. Giornata Internazionale del Jazz: excursus storico

La data scelta per celebrare la Giornata Internazionale del Jazz è il 30 aprile, in quanto corrispondente all’ultimo giorno del JAM americano (Jazz Appreciation Month), un festival musicale organizzato ogni aprile in Canada e negli Stati Uniti per onorare il Jazz come prima forma d’arte americana. In realtà, probabilmente il JAM deriva a sua volta dalle jam session, ossia riunioni di musicisti effettuate a partire dagli anni ’20 a New York City in locali notturni, in cui i musicisti si ritrovano per improvvisare esibizioni musicali private senza seguire regole, ma solo il proprio istinto creativo e il talento, sperimentando soprattutto la nascente musica Jazz. Lo scopo è quello di divertirsi, contaminare i diversi gusti musicali, creando unione e socializzazione.

Ma dove affonda le proprie radici la musica Jazz?

In realtà queste sono abbastanza remote, legate alla tratta degli schiavi africani, deportati nel continente americano, scambiati e venduti per lavorare nelle piantagioni concentrate nel Sud degli Stati Uniti, tra XVI e XIX secolo. In tale contesto, la musica costituisce per gli schiavi sopraffatti dal lavoro e dalla barbarie un valido supporto atto ad affrontare le fatiche quotidiane, scandendo il lavoro nei campi ritmando i movimenti. E in effetti i princìpi essenziali di tale genere musicale sono il ritmo e l’improvvisazione. Così, la tradizione africana, fondendosi con gli elementi occidentali, dà vita ad un genere musicale che ha segnato la storia della musica.

Poco tempo dopo, questa, costituita da canti corali e ritmo da accompagnare al lavoro, viene denominata Jazz, giungendo nei primi decenni del XX secolo ad una strutturazione e definizione in autentico genere musicale, portato nel mondo da diversi incredibili artisti, quali Louis Armstrong (considerato padre e fondatore del Jazz), Sidney Bechet, Ray Charles, George Gershwin, Frank Sinatra, Billie Holiday, Ella Fitzgerald, Nina Simone, Amy Winehouse, per citarne alcuni.

Dalle work songs, eseguite nelle piantagioni di cotone e caffè, si giunge negli anni ’20 del XX secolo ai canti gospel, fino a costituire sfumature sempre nuove con il blues, ragtime, swing e soul. In particolare, Louis Armstrong riesce a trasformare il Jazz da semplice musica di derivazione popolare ad autentica espressione artistica: trombettista, cantante e incredibile showman, Armstrong riesce a dare definizione e spessore a quella musica figlia di New Orleans, considerata appunto la patria del Jazz.

La musica Jazz è protagonista di straordinarie invenzioni musicali, contribuendo inoltre a rafforzare il messaggio di unione, democrazia ed affermazione dei diritti civili. Attraversa le epoche, mostrando un’eccellente capacità di evoluzione e apertura a nuove tendenze, mai ritrosa e conservatrice: «Il Jazz è il tipo di musica che può assorbire molte cose ed essere ancora Jazz» come diceva Sonny Rollins. Questo dipende anche dal fatto che il Jazz è comunque un genere che prende forma nel momento stesso dell’esecuzione, grazie all’estro creativo degli artisti e all’improvvisazione.

30 aprile. Giornata Internazionale del Jazz: il messaggio

Il messaggio veicolato in occasione dell’International Jazz Day è semplice e profondo: unione, pace, uguaglianza e rispetto della dignità umana contro ogni forma di discriminazione. Nato dalla fatica, dalla sottomissione, dalla lotta per l’affermazione della giustizia, la musica Jazz incarna l’unità che celebra e difende la diversità e l’unicità. Ogni 30 aprile la Giornata Internazionale del Jazz riunisce comunità, artisti, amatori, appassionati ed accademici di tutto il mondo, per diffondere le radici, gli sviluppi e lo splendore di una musica che diviene stile di vita, modus operandi, linguaggio dell’anima.

«C’è una musica, il Jazz in particolare, che ha il potere di renderti un cittadino migliore del mondo. Ti porta ad espandere la tua visione, ti incoraggia a migliorare la tua formazione culturale. L’improvvisazione Jazz ti aiuta a conoscere te stesso».
(Wynton Marsalis)

Il Jazz simboleggia la libertà (sociale, politica, espressiva, di genere, culturale), il rispetto dei diritti umani e della dignità, spronando le nuove generazioni all’attuazione pratica, e non solo ideale, di un cambiamento sociale, emotivo, culturale, ideologico e concreto. Il Jazz nasce come risposta all’ingiustizia e alla sopraffazione. La musica quale contrapposizione di leggerezza e creatività alla brutalità e all’indifferenza.

30 aprile. Giornata Internazionale del Jazz: eventi

Ogni anno viene designata una città diversa come sede simbolo della celebrazione, culminante in un All-Star Global Concert, che coinvolge musicisti Jazz di tutto il mondo. Per la prima Giornata Internazionale del Jazz nel 2012 vengono scelti tre luoghi simbolici: una giornata a Parigi, presso la sede mondiale dell’UNESCO; un concerto all’alba nella culla del Jazz, New Orleans; un concerto al tramonto a New York City. Dal 2013 ad oggi, diverse e magnifiche le città ospitanti i festeggiamenti per celebrare l’immensa musica jazz: da Istanbul ad Osaka; da Parigi a Washington; dall’Avana a San Pietroburgo, fino al 2019 con una costellazione di eventi in tutto il continente australiano. Nel 2020, a causa della pandemia di Covid-19, la nona celebrazione della Giornata Internazionale del Jazz ha luogo attraverso il canale virtuale, con la partecipazione di Herbie Hancock, Morgan Freeman, Charlie Puth e molti altri, rendendo omaggio alle leggende del Jazz.

A parte la giornata celebrativa del 30 aprile, tra gli eventi ricorrenti e più ambiti, organizzati per omaggiare la giornata internazionale del Jazz in Italia, c’è l’Umbria Jazz (UJ), a Perugia, grazie a cui il nostro paese si rende protagonista. Si tratta del più importante festival musicale jazzistico italiano e uno dei più rinomati al mondo. Fondato nel 1973 da Carlo Pagnotta, l’Umbria Jazz Festival ha luogo annualmente a Perugia nel mese di luglio, offrendo agli appassionati una rosa di eventi, che arricchiscono e impreziosiscono la già annuale celebrazione di questo straordinario genere musicale, portando tra l’altro l’Italia sul podio organizzativo e celebrativo. Quest’anno, tra gli artisti che si esibiranno a portare il loro talento e contributo a questa fantastica iniziativa, ci sarà anche l’attesissimo concerto di Lenny Kravitz. Insomma Perugia «è il luogo in cui bisogna essere in questo periodo dell’anno», così come asserisce Herbie Hancock.

La musica Jazz è un dono, una specie di miracolo, che guarisce dall’intorpidimento quotidiano e dalla frenesia della routine. Infonde consapevolezza di sé, aiutando a migliorare autostima e creatività. La musica Jazz scalda il cuore e abbraccia l’anima ad ogni nota, con ogni sua emanazione, con ogni sua sfumatura, ad ogni sua nuova sperimentazione. E come si fa a spiegare quale sia la sua forma definitiva? Non è possibile farlo a parole. C’è solo da ascoltare…

«Che cos’è il Jazz? Amico, se lo devi chiedere, non lo saprai mai».
(Louis Armstrong)

Ascoltare musica Jazz è quasi come fare l’amore: si raggiunge un’estasi tale da cui si desidererebbe perdere definitivamente ogni contatto col reale. Se ci si innamora del Jazz, non si torna più indietro!

Fonte immagine in evidenza: Pixabay

A proposito di Emilia Cirillo

Mi chiamo Emilia Cirillo. Ventisettenne napoletana, ma attualmente domiciliata a Mantova per esigenze lavorative. Dal marzo 2015 sono infatti impegnata (con contratti a tempo determinato) come Assistente Amministrativa, in base alle convocazioni effettuate dalle scuole della provincia. Il mio percorso di studi ha un’impronta decisamente umanistica. Diplomata nell’a.s. 2008/2009 presso il Liceo Socio-Psico-Pedagogico “Pitagora” di Torre Annunziata (NA). Ho conseguito poi la Laurea Triennale in Lettere Moderne presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II” nel luglio 2014. In età adolescenziale, nel corso della formazione liceale, ha cominciato a farsi strada in me un crescente interesse per la scrittura, che in quel periodo ha trovato espressione in una brevissima collaborazione al quotidiano “Il Sottosopra” e nella partecipazione alla stesura di articoli per il Giornalino d’Istituto. Ma la prima concreta possibilità di dar voce alle mie idee, opinioni ed emozioni mi è stata offerta due anni fa (novembre 2015) da un periodico dell’Oltrepo mantovano “Album”. Questa collaborazione continua tutt’oggi con articoli pubblicati mensilmente nella sezione “Rubriche”. Gli argomenti da me trattati sono vari e dettati da una calda propensione per la cultura e l’arte soprattutto – espressa nelle sue più soavi e magiche forme della Musica, Danza e Cinema -, e da un’intima introspezione nel trattare determinate tematiche. La seconda (non per importanza) passione è la Danza, studiata e praticata assiduamente per quindici anni, negli stili di danza classica, moderna e contemporanea. Da qui deriva l’amore per la Musica, che, ovunque mi trovi ad ascoltarla (per caso o non), non lascia tregua al cuore e al corpo. Adoro, dunque, l’Opera e il Balletto: quando possibile, colgo l’occasione di seguire qualche famoso Repertorio presso il Teatro San Carlo di Napoli. Ho un’indole fortemente romantica e creativa. Mi ritengo testarda, ma determinata, soprattutto se si tratta di lottare per realizzare i miei sogni e, in generale, ciò in cui credo. Tra i miei vivi interessi si inserisce la possibilità di viaggiare, per conoscere culture e tradizioni sempre nuove e godere dell’estasiante spettacolo dei paesaggi osservati. Dopo la Laurea ho anche frequentato a Napoli un corso finanziato da FormaTemp come “Addetto all’organizzazione di Eventi”. In definitiva, tutto ciò che appartiene all’universo dell’arte e della cultura e alla sfera della creatività e del romanticismo, aggiunge un tassello al mio percorso di crescita e dona gioia e soddisfazione pura alla mia anima. Contentissima di essere stata accolta per collaborare alla Redazione “Eroica Fenice”, spero di poter e saper esserne all’altezza. Spero ancora che un giorno questa passione per la scrittura possa trovare concretezza in ambito propriamente professionale. Intanto Grazie per la possibilità offertami.

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