Affitti per studenti: le ragioni di una protesta che riguarda tutti

Caro affitti: le ragioni di una protesta che riguarda tutti

Affitti per studenti: continua la protesta per il caro affitti. L’aumento, però, colpisce anche giovani lavoratori e famiglie. Quali sono le cause di questa dinamica che riguarda ormai un po’ tutti?

Monolocale di 30 mq a 800 euro. Stanza singola, 670 euro, spese escluse. Trilocale a 1500 euro. Spese escluse. Anche quelle condominiali, circa 190 euro. Loft arredato a 950 euro con 200 euro di spese tutto incluso – tutto incluso scritto in maiuscoletto, perché è un vero affare! – “da dare al proprietario”. Non è dato sapere quali siano, nel dettaglio, questi calcoli forfettari del proprietario.

Seminterrato con ascensore, però luminoso, con finestra altezza strada, a 1000 euro tutto incluso (!).

Appartamento su due livelli, entrambi accessibili unicamente dalle scale condominiali; per arrivare dalla cucina al bagno si passa dal VIA e si guadagnano mille punti. Bilocale a 700 euro, ma il canone verrà ridotto se l’affittuario si renderà disponibile per baby sitting e lavori in casa.

Letto a scomparsa che di giorno diventa una libreria. Letto estraibile. No cucina, solo forno a microonde e bollitore.

Tassativamente solo ragazze. Tassativamente solo ragazzi. Anche se si tratta di un monolocale. Solo italiani. Solo redditi dimostrabili. Solo studenti con garanzia dei genitori. Solo contratti a tempo indeterminato, no stage, no apprendistato. Garanzia con polizza fideiussoria per la mobilia.

Contratto minimo 3+2, contratto 4+4 con cedolare secca, contratto con obbligazione solidale tra i conduttori – se uno viene meno, l’altro o gli altri pagano l’intero canone. Permanenza minima. Preavviso minimo. Deposito cauzionale di tre mensilità, da versare subito e da aggiungere alla mensilità per l’agenzia.

Un incubo che si chiama affitto. Ma quali sono le cause del caro affitti per studenti? E quali sono le parti in gioco?

Affitti per gli studenti alle stelle: perché?

Il 2022/2023 – anno accademico, si intende – è stato l’anno nero dei fuorisede, tra annunci improponibili, aumento del canone mensile medio, restrizioni contrattuali e proprietari che ormai navigano a vele spiegate nel mare del libero mercato, seguendo un’unica rotta: la legge della domanda e dell’offerta. Sulle grandi agenzie di intermediazione ci sarebbe da dire molto altro, ma sostanzialmente il sugo della storia non cambia. Per portare la questione all’attenzione del Governo e delle autorità di competenza, molti studenti – e non solo – stanno protestando davanti alle Università, accampati in tende di fortuna e decisi a contrastare una dinamica fin troppo marcia che li costringe a vivere con ansia e angoscia il percorso di studi.

Il punto è che l’equilibrio tra le due parti, la domanda e l’offerta, non regge più e la fune sta cedendo, giocoforza, a favore dei più forti. Di domanda ce n’è sempre di più e quest’anno con numeri da record, se si pensa che nel 2022 gli studenti fuori sede sfioravano i 600mila. Sull’altro fronte, l’offerta non è sufficiente, perché gli enti che dovrebbero garantire alloggi e posti letto agli studenti universitari riescono a soddisfare appena il 5% delle richieste.

Un problema acuito dalla pandemia

Una situazione, quella degli affitti per studenti troppo cari, che si trascina da anni, ma che la pandemia ha fatto esplodere in pochissimo tempo, complice anche la conversione di molte locazioni a lungo termine a contratti di locazione brevi per uso turistico, ora che finalmente è di nuovo possibile. In più, diverse strutture ricettive e affittacamere, durante la pandemia, non sono riuscite a far fronte alle spese e hanno sospeso l’attività, in molti casi non ancora riavviata. In altri casi, è stato semplicemente ridotto il numero dei posti letto. Tutto questo ha provocato una forte contrazione dei posti disponibili, con conseguente aumento dei prezzi. E anche degli speculatori.

Eppure i fondi c’erano e ci sono. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza prevede 960 milioni di euro da destinare alla creazione di nuovi posti letto per garantire il diritto allo studio. Una prima parte è stata già impiegata, ma i risultati sono stati inferiori alle promesse. Ora gli studenti e le studentesse accampati nelle principali città d’Italia chiedono che la seconda metà sia messa a frutto come si deve, affinché in tempi brevi e nell’immediato siano rese disponibili stanze e abitazioni sufficienti a coprire l’ampia domanda.

Chiedono, quindi, un intervento collettivo del Governo, dell’Europa, delle Regioni, dei sindaci, dei rettori e delle rettrici che preveda la conversione di edifici dismessi a studentati e appositi progetti di edilizia universitaria; chiedono un calmiere del costo degli affitti al fine di limitare il libero mercato che agevola l’incontrollata speculazione dei proprietari di casa; chiedono attenzione dei media e supporto, perché “il diritto alla casa è diritto allo studio”.

Non solo studenti: il caro affitti riguarda tutti

La situazione non migliora dopo aver concluso il percorso di studi e aver trovato un lavoro – quando questo è possibile. Gli studenti, infatti, non sono gli unici costretti a “scrollare” per ore ogni giorno le bacheche di inserzionisti privati, alla ricerca di una sistemazione dignitosa, funzionale, accessibile per le loro tasche (o per quelle delle famiglie); non sono gli unici a leggere scrupolosamente annunci fantasiosi e a cercare tra le piccole postille in basso, alla fine dell’annuncio, l’impedimento di sorta o la cifra a due zeri da anticipare in cambio di un contratto che spesso non è nemmeno un vero contratto. Quando c’è un contratto.

Fuorisede sono anche i giovani lavoratori con contratti troppo precari per permettersi di acquistare un immobile, ma non più così giovani da rinunciare alla propria indipendenza. Ci sono i single, che per comprare un monolocale in città come Milano, Roma, Firenze, Bologna dovrebbero investire il 40% dello stipendio, secondo una stima a cura di Sky TG24. E ci sono anche coppie che, soprattutto negli ultimi due anni, hanno preferito un affitto a un mutuo. E, cosa più grave, ci sono famiglie. Così, tanto per dire.

L’aumento dei tassi del mutuo

Il motivo per cui, come mostrano le statistiche, si preferisce un affitto ad un acquisto è il rialzo vertiginoso delle rate dei mutui a tasso variabile e a tasso fisso, direttamente influenzate dall’aumento dei tassi della BCE. Il Codacons – Coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori – registra, in un report rilasciato lo scorso 10 maggio, tassi di interesse che a marzo hanno raggiunto il 4,36%; tutto questo si traduce in 3540 euro in meno all’anno per le famiglie che decidono di acquistare un’abitazione.

Retoricamente si potrebbe dire che il diritto a una casa è una questione di dignità. E questo senza dubbio. Ma c’è di più. Uno Stato che lascia che il costo degli affitti aumenti a dismisura senza prendere provvedimenti effettivi per calmierare i prezzi è uno Stato che favorisce le disparità sociali. D’altro canto, se c’è chi crede che uno studente disposto a pagare 700 euro per un posto letto non meriti di far parte, un domani, della classe dirigente, evidentemente quella disparità sociale per qualcuno conta e del merito si ha una concezione assai bizzarra.

Di questo passo, saranno sempre meno gli studenti che potranno permettersi di studiare in Università di prestigio e sempre meno i lavoratori disposti ad accettare lavori fuori casa. Il problema del caro affitti rischia di dare il via libera a una democrazia che non è più degna del nome che porta e a una cultura che rischia di diventare roba per pochi. Nella pratica, soltanto coloro che hanno una consistente base economica di partenza potranno permettersi di accettare lavori più sicuri e più remunerativi, soprattutto perché saranno gli unici a concedersi il lusso di raggiungerli con il giusto percorso di studi.

Immagine in evidenza: Pixabay

A proposito di M. S.

Laureata in Filologia, letterature e storia dell’antichità, ho la testa piena di film anni ’90, di fotografie e di libri usati. Ho conseguito un Master in Giornalismo ed editoria. Insegno italiano, latino e greco, scrivo quando ne ho bisogno e intervisto persone. Vivere mille vite possibili attraverso gli altri è la cosa che mi riesce meglio, perché mi solleva dalla pesantezza delle scelte.

Vedi tutti gli articoli di M. S.

Commenta