Lotta alla yakuza: cosa sta facendo il governo giapponese?

Lotta alla yakuza

Yakuza è un termine che si riferisce alle varie bande, e ai membri di quelle bande, che sono state legate da quasi 400 anni alla storia giapponese. La rappresentazione della Yakuza nei media, nel cinema e nei videogiochi mostra criminali violenti che commettono atti atroci e dovrebbero essere sradicati dalla società giapponese. La moderna Yakuza è lontana da questo. È opinione diffusa che gli Yakuza siano criminali violenti che minacciano i proprietari dei negozi e terrorizzano i cittadini per le strade. La verità è che queste organizzazioni operano in modo molto più sottile. A differenza delle organizzazioni criminali di altri paesi, i nomi e gli stemmi della Yakuza appaiono in bella vista negli elenchi degli edifici che occupano, e i loro membri sono partecipanti attivi e visibili nella vita delle comunità che li ospitano. La Yakuza riceve abbastanza spesso “denaro di protezione” dai proprietari di piccole imprese sul loro territorio, per evitare che cadano vittime di piccoli crimini, inclusi furti e percosse. Il governo giapponese, nel corso degli ultimi cinquant’anni, ha preso dei provvedimenti per fare lotta alla yakuza.

La legislazione anti-Yakuza

L’attuazione della legge Anti-Boryokudan nel 1992 ha portato allo scioglimento di 192 Boryokudan in Giappone. Un Boryokudan o “gruppo di violenza” indica una qualsiasi organizzazione che possa aiutare i suoi membri a commettere collettivamente e abitualmente atti di violenza illegali. Le leggi contro le bande, emanate nel 1992, hanno reso più facile chiudere gli uffici delle bande, perquisire le loro proprietà e arrestare capi e membri anziani per crimini commessi dai loro subalterni. Queste dure leggi hanno reciso le arterie di molte famiglie Yakuza, con numeri in diminuzione e gangster ora invecchiati che tengono insieme queste organizzazioni un tempo grandiose.

L’era Heisei (1989-2019)

L’era Heisei in Giappone ha visto alcuni degli eventi più violenti nella storia recente della nazione. Dall’attacco con il gas sarin da parte della setta Aum Shinrikyo nel 1995, all’aumento della violenza da parte delle bande di motociclisti e alle continue faide della Yakuza. Nel tentativo di contrastare i crescenti livelli di criminalità, il governo giapponese ha periodicamente introdotto nuove leggi per rinforzare la lotta alla Yakuza.

L’introduzione delle ordinanze di esclusione della Yakuza è stata un nuovo approccio tattico da parte del governo giapponese per contrastare le operazioni della Yakuza. Il governo giapponese sta cercando di spostare il dibattito da una Yakuza contro la polizia a una Yakuza contro il popolo. Piuttosto che combattere direttamente la Yakuza, ciò consente alla polizia di fare più affidamento sulla pressione sociale e sullo stigma per isolarla in modo più indiretto, piuttosto che attraverso la punizione penale. Queste ordinanze di esclusione hanno un impatto su imprese, servizi e privati ​​cittadini. Molti Yakuza parlano di come le loro vite siano state fortemente influenzate dall’introduzione di queste nuove pressioni sociali.

Queste ordinanze di esclusione dei Boryokudan sono state introdotte in tutto il Giappone e applicate per la prima volta a Tokyo nel 2011. Queste leggi incentivano le aziende a non cooperare o colludere con gruppi della criminalità organizzata. Il prezzo per essere legato alla Yakuza può essere l’umiliazione pubblica, la perdita di entrate, la punizione legale, la revoca delle licenze e la risoluzione dei contratti di affitto. Gli individui possono essere licenziati dal lavoro o costretti a dimettersi.

Questo attribuisce ai civili la responsabilità di guidare la battaglia contro la Yakuza.

Grazie alle nuove leggi per la lotta alla Yakuza, un membro  della mafia non ha accesso a determinati servizi:

  • non può aprire un conto in banca;
  • non può richiedere una carta di credito;
  • non può possedere un telefono cellulare: per la precisione, gli operatori di telefonia mobile non possono stipulare un contratto con membri noti di Yakuza;
  • non può comprare una macchina;
  • non può accedere ai campi da golf;
  • non può affittare una casa o un appartamento;
  • i membri di organizzazioni criminali e, in alcuni casi, le persone con tatuaggi, non possono entrare in aree specifiche o proprietà private come palestre e piscine (spesso sui portoni si possono vedere cartelli con scritto No Yakuza).

Gli Yakuza sono in grado di aggirare alcuni di questi problemi, ma c’è un costo nascosto. Chiunque assista o sia sospettato di assistere un membro di un’organizzazione criminale può essere multato, imprigionato o recluso. 

Come ha risposto la Yakuza?

Inizialmente la Yakuza si è adattata internamente, impegnandosi in aggressive campagne di pubbliche relazioni e persino battaglie legali contro la legge. Le azioni esterne hanno raggiunto il culmine alla data dell’emanazione della Legge Anti-Boryokudan: circa 130 membri della Yakuza hanno protestato a Ginza, sostenendo che la nuova legge avrebbe portato a violazioni dei diritti umani da parte della polizia. Dopo l’emanazione della legge Anti-Boryokudan, è stato riferito che i gruppi della Yakuza hanno tenuto un incontro in cui hanno distribuito un manuale intitolato “Come eludere la nuova legge”. In generale, i gruppi Yakuza hanno tentato di riorganizzarsi. Hanno sostituito la segnaletica pubblica presso le loro sedi e ristrutturato le loro organizzazioni nel tentativo di apparire più come organizzazioni legittime.

La pena di morte

Nell’agosto del 2021, il capo della Yakuza di 74 anni, Satoru Nomura, è stato condannato a morte per associazione a delinquere finalizzata all’omicidio. Molti media giapponesi hanno affermato che il verdetto è arrivato nonostante la mancanza di prove che lo collegassero direttamente ai crimini.

Il Giappone è una delle poche nazioni che applicano ancora la pena di morte. Le esecuzioni in Giappone vengono eseguite in segreto e le date dell’esecuzione non vengono rivelate ai detenuti fino al mattino in cui verranno impiccati. Il governo del paese insiste che il Giappone ha ancora bisogno della pena di morte, nonostante i numerosi casi di false condanne. Iwao Hakamada è stato condannato ingiustamente nel 1968dopo che la polizia lo ha torturato per 23 giorni per ottenere una confessione, in un processo in cui l’accusa aveva fabbricato prove.

Queste leggi potrebbero alla fine portare a una pericolosa frammentazione delle organizzazioni che potrebbero minacciare la stabilità del mondo Yakuza. Ciò potrebbe significare un aumento della guerra tra bande o la creazione di gruppi separatisti e nuove bande con una propensione alla violenza, desiderose di impegnarsi negli atti criminali più “sporchi”.

Una cosa è certa, la lotta alla Yakuza è uno scenario difficile da gestire per il governo giapponese.

 

Immagine di copertina: Pexels

A proposito di Valeria

Valeria Vacchiarino (1999), studia Lingue e Culture dell'Europa e delle Americhe a L'Orientale di Napoli, città che ormai considera la sua seconda casa. Amante dei libri, del cinema e del teatro, ha una grande passione per la musica jazz.

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