L’eroina in Italia: ecco perché è ancora un problema grave

eroina in italia

L’eroina in Italia: un quadro di insieme sul perché essa rappresenta ancora un grave problema

Pochi italiani sanno quanto sia ancora potente e radicato il traffico della droga. L’errore più grave che possiamo commettere è pensare che la tossicodipendenza non sia più un tema attuale o credere che il numero dei tossicodipendenti sia diminuito drasticamente rispetto ai tempi d’oro di San Patrignano; infatti, se analizziamo la situazione nel dettaglio scopriamo come il consumo di droghe in Italia stia attualmente prendendo una piega ancora più macabra. La maggior parte dei tossicodipendenti italiani farebbe uso di cannabis, della cocaina e della droga più pericolosa al mondo, l’eroina. È proprio quest’ultima sostanza ad aver spaventato il Bel Paese tra gli anni ’70 e ’80, quando non era improbabile imbattersi in cadaveri sulle panchine dei parchi o vedere “ragazzi-zombie” vagare senza meta. Oggi il problema non è solo l’eroina in sé: infatti, secondo Pietro Farneti, l’amministratore delegato della Fondazione Eris, «l’eroinomane puro non esiste più, oggi c’è il polidipendente che all’eroina abbina altre sostanze». Prima di parlare del problema dell’eroina in Italia, partiamo dalle basi: come nasce questa sostanza e quali sono i suoi effetti?


Fonte: Wikipedia

L’eroina: la sua origine e i suoi effetti

Prima di parlare dell’eroina in Italia, ecco qualche accenno alla storia della sua genesi. L’eroina nasce ufficialmente nel 1874 grazie a Wright, il quale la ricava dall’acetilazione della morfina; ma è nel 1897 che la sostanza viene usata come farmaco per la tosse grazie a Hoffman, un chimico che al tempo lavorava per la casa farmaceutica Bayer. Hoffman infatti si rende conto che l’eroina ha un ottimo effetto calmante sulla respirazione, ma ben presto comprende anche che questo è dovuto al suo forte effetto sedativo che rischia di creare dipendenza nei consumatori. Dopo anni di commercializzazione, la sostanza viene ritirata e l’eroina in Italia viene dichiarata illegale nel 1925.

Attualmente la produzione maggiore di eroina avviene nella cosiddetta «Mezzaluna d’oro», una zona che comprende l’Iran, il Pakistan e l’Afghanistan: è proprio quest’ultimo stato il principale produttore mondiale di oppio illecito: l’UNODC ha stimato che, nel 2007, l’Afghanistan ha prodotto ben ottomila tonnellate di oppio, il 93% della produzione globale. Quando si parla di «Triangolo d’oro», invece, ci si riferisce ai paesi che producevano maggior numero di eroina negli anni ’70, ovvero Birmania, Thailandia e Laos (ma spesso ci rientravano anche Cina, Vietnam e Cambogia). Arriviamo quindi a parlare dell’eroina in Italia.

 eroina in italia 
Fonte: Wikipedia

I metodi d’assunzione dell’eroina sono vari: questa si può iniettare, inalare o aspirare e fumare. A proposito dell’assunzione di eroina in Italia, il gergo che indica l’iniezione è «buco» o «pera». Molti pensano che l’inalazione e il fumo diminuiscano la dipendenza dalla sostanza, ma in realtà i metodi si differenziano per l’intensità e il sopraggiungere dell’euforia: infatti, l’iniezione endovenosa ci impiega 7 – 8 secondi circa, quella intramuscolare dai 5 agli 8 minuti e l’inalazione o il fumo tra i 10 e i 15 minuti. Dopo l’effetto euforico si sussegue uno stato di relax (detto «rush», slancio, o «flash euforico») che, pian piano, si trasforma in malessere. Perciò, gli effetti immediati comprendono la riduzione di stress, ansia e depressione; dopodiché si avverte un senso di calore e pace, il corpo si distacca dai pensieri. Dopo il rush iniziale di pochi minuti, gli assuntori si assopiscono, la frequenza cardiaca si abbassa e la respirazione si affatica; le pupille si chiudono a spillo, la concentrazione si abbassa, la parola s’impasta e si avvertono nausea e vomito: tutto questo dura all’incirca 2 – 6 ore dopo l’iniezione.

Prima di parlare del problema dell’eroina in Italia, sono necessarie alcune altre precisazioni. Gli effetti a lungo termine comprendono dipendenza, costipazione, irregolarità del ciclo mestruale, decremento dell’appetito che causa forte malnutrizione, sedazione cronica, apatia, deterioramento dei denti ed indebolimento delle gengive, riduzione delle endorfine e danni agli organi interni, soprattutto al fegato e ai reni. Se l’eroina viene iniettata, le parti solubili del liquido otturano i vasi sanguinei causando necrosi; se sniffata, invece, sono le strutture nasali a danneggiarsi. Dopo 48-72 ore, il tossicodipendente avverte agitazione, crampi, naso gocciolante, brividi, diarrea e nausea: questi sintomi possono durare anche per una settimana. L’iniezione costante di eroina può portare all’HIV\AIDS e alle epatiti B e C, polmoniti ed infezioni ai vasi circolatori e alle valvole cardiache.

Come accennato nell’introduzione, il problema clou dei tossicodipendenti italiani dei nostri giorni è la poli-dipendenza. Infatti, l’eroina in Italia non viene più assunta da sola, bensì assieme ad altre sostanze, come l’alcol, la cocaina o addirittura con i farmaci sedativi i quali potenziano l’effetto sedativo della stessa eroina, risultando gravemente mortale. Le miscele più famose sono le seguenti:

  • Speedball: un mix di eroina e cocaina. Quest’ultima è uno stimolante che viene usato per diminuire gli effetti depressivi dell’eroina. La cocaina, però, ha un effetto collaterale di durata minore, perciò questa miscela potrebbe causare un’overdose ritardata;
  • Frisco speedball: questo è un cocktail ancora più pericoloso, poiché oltre alla cocaina viene aggiunto un allucinogeno, ad esempio l’LSD;
  • Bombitas: composte da eroina e da amfetamine o caffeina;
  • Cobret: palline marroni inalabili tagliate con altre sostanze come l’hashish.

La dipendenza da eroina in Italia viene curata con trattamenti detti «sostitutivi» poiché si assumono dei farmaci che sostituiscono l’azione della stessa eroina. I farmaci sostitutivi usati nel nostro paese sono:

  • Metadone: i suoi dosaggi vengono chiamati «di copertura» («eroina blocking») poiché tolgono all’eroina il suo effetto piacevole. In questo modo vengono annullati i sintomi d’astinenza per almeno 24 ore ed è intensa quattro o sei volte di più della droga;
  • Buprenorfina: i suoi effetti sono più deboli rispetto a quelli del metadone, ma riduce efficacemente la dipendenza fisica;
  • Naltrexone: se i primi due farmaci hanno funzione sostitutiva dell’eroina, il naltrexone ha una funzione antagonista. I suoi effetti durano da 1 a 3 giorni e viene prescritto a pazienti in fase di iniziale astinenza.

La preoccupante situazione dell’eroina in Italia che in pochi conoscono: il polidipendente

Negli ultimi vent’anni l’Italia e la tossicodipendenza hanno avuto un rapporto decisamente altalenante: dal 2000 al 2016, infatti, i decessi causati dalla droga sono calati gradualmente (meno del 48%); però, all’improvviso, il 2017 ha visto una grave annata negativa dovuta ad una violenta ridiffusione dell’eroina. Infatti, alla fine del 2016 i morti per eroina in Italia furono 99 (37%), mentre alla fine del 2017 diventarono ben 148 (aumento del 50%). Secondo la Relazione Europea sulla droga del 2019, l’Italia è fra i primi cinque paesi europei per consumo di eroina insieme a Germania, Spagna, Francia e Regno Unito. Nel 2020 i tossicodipendenti assistiti anche per eroina in Italia dai Servizi pubblici per le Dipendenze erano ben 125 mila: si è notato che l’86% dei pazienti erano uomini (rapporto 1 femmina ogni 6 maschi), italiani (per il 91%) e tra i 35 e i 54 anni. Un problema che salta all’occhio da anni è la cosiddetta morte per sostanza non determinata, ovvero una sorta di decesso misterioso (erano ben in 118 nel 2016) su cui si è cercato di fare luce negli anni. Adesso si pensa che queste strane morti siano dovute al consumo di eroina tagliata con altre sostanze.

Il traffico della droga affonda subdolamente le proprie radici: non lo vediamo, ma c’è sempre stato e c’è ancora. L’obiettivo di quest’oscuro mercato è ovviamente il profitto e, dopo anni di mancata attenzione e consapevolezza da parte delle istituzioni, oggi ne ripaghiamo le conseguenze: tanti giovanissimi — soprattutto minorenni — iniziano a drogarsi a causa dell’abbassamento spaventoso dei prezzi dell’eroina in Italia (a Rogoredo, Milano, una dose ha raggiunto ben 5 euro di costo). Grazie alla facile accessibilità alla droga e all’assenza di controlli sul territorio, il mercato delle sostanze incassa all’incirca 4 miliardi di euro grazie alla Cannabis (la più consumata in Italia), ben 6 miliardi con lo spaccio di Cocaina e 2,3 miliardi con l’eroina (Relazione al Parlamento su dati 2017: Relazione Dcsa).

Molti si stanno chiedendo: ma perché tra gli anni ’70 e ’90 non si parlava d’altro che di eroina in Italia e oggi questo fenomeno non fa più notizia? Il tasso di decessi causato da overdose di eroina sta raddoppiando: l’Italia oggi comprenderebbe ben 300 mila consumatori di eroina di qualsiasi classe sociale ed età. Secondo il medico e fondatore di Villa Maraini, Massimo Barra, «dei drogati non frega a nessuno. I politici se ne occupano solo se si trovano un tossico a casa e allora cominciano a domandarsi cosa bisogna fare. Manca il supporto dello Stato alle cose che in questi decenni abbiamo imparato sulla droga. Noi adattiamo i trattamenti al singolo paziente, e non viceversa. Ma lavoriamo nel completo disinteresse della politica. E oggi al governo non saprei con chi parlarne».

Piccolo sguardo ad un problema sottovalutato accanto all’eroina in Italia: il Fentanyl

Il problema dell’eroina in Italia si associa ad altre questioni mondiali. Negli Stati Uniti d’America è un’altra sostanza a preoccupare lo stato: il Fentanyl, un analgesico che ha maggiore potenza della morfina di almeno ottanta volte. Questa droga viene assunta per iniezione endovenosa, tramite dei cerotti transdermici o con delle pastiglie transmucose orali; la sua polvere viene invece fumata o sniffata. Anche il Fentanyl provoca stordimento ed euforia, anche se quest’ultima risulta meno marcata rispetto a quella provocata dall’eroina. Questa droga sta causando, in America, ben 70 mila decessi l’anno: anche qui il mercato criminale sta diffondendo capillarmente la droga a prezzo basso e miscelata con altre sostanze. Un chilo di Fentanyl viene prodotto clandestinamente e venduto a 5 mila dollari ma, grazie ai suoi innumerevoli tagli — maggiori a quelli dell’eroina — il guadagno è superiore a qualsiasi altro. Per ora i casi di consumo di Fentanyl sono pochi in Italia, ma questo non deve comunque tranquillizzarci: nel 2018, infatti, a Cosenza ci sono stati ben 6 arresti per traffico di cerotti al Fentanyl mentre nel 2019 e 2020 sono avvenuti arresti rispettivamente a Milano e a Roma per sequestro della sostanza. Ma ancora ci chiediamo: perché questo fenomeno, come quello dell’eroina in Italia, non viene denunciato a gran voce e non rientra nel dibattito pubblico e politico?

(Fonte immagine in evidenza: Wikipedia)

A proposito di Giorgia Burti

Vedi tutti gli articoli di Giorgia Burti

Commenta