Sanremo in pillole: la classifica ufficiale dei vincitori

sanremo in pillole

Sanremo in pillole: I Måneskin vincono il festival 2021.

Sanremo torna per l’ultima, stranamente imprevedibile, serata del 2021. Il palco esplode di rock e stupore e noi torniamo con l’ultimo appuntamento di Sanremo in pillole. Difficile da capire se ad illuminare di più la scena dell’ultima sera siano state le luci dell’Ariston, la giacca di Random o il vestito di Noemi.

Ancora una sera senza persone (o palloncini) a scaldare i sedili, ma a riempire il vuoto e a tenerci compagnia in queste ultime ore prima della nuova zona rossa, sono state le voci dei cantanti.

E che cantanti! Un insieme di novità in quest’edizione moderna, stravagante, quasi futuristica. Partendo dai concorrenti, quasi tutti sconosciuti al pubblico più adulto e nascosti fino alla scorsa settimana nelle librerie Spotify dei più giovani, passando per le esibizioni, che in questi cinque giorni sono state costellate di elementi femministi, riferimenti alla LGBTQ+ community, o ancora riferimenti ai social, dove – un po’ per il divieto di uscire, un po’ per la fama (forse in senso negativo) che ha guadagnato il festival lo scorso anno – i ragazzi sono stati attivissimi. E concludendo con i collegamenti in ologramma che hanno permesso di salutare Vincenzo Mollica.

I Måneskin si aggiudicano il primo posto in classifica grazie alla loro brillante (non metaforicamente) performance, e alla loro canzone, che di rumore ne fa tanto. Vanno dritti all’Eurovision 2021 a Rotterdam, nei Pesi Bassi, in un’edizione altrettanto imprevedibile. Che riescano a portare l’Italia alla vittoria? Lo scopriremo a Maggio!

A sorprendere è stata ancora una volta l’esibizione di Achille Lauro che presentatosi (stranamente) vestito di un semplice completo rosa, ha mostrato a metà canzone – levandosi la camicia – le ferite che lasciano sulla pelle le parole delle critiche. Scenografico, tendente allo splatter e quasi impressionante. Ha reso l’idea del peso delle parole sulla pelle.

Scena evitabile? Forse. D’impatto? Sicuramente.

Per la prima volta è stato quasi un sollievo che sia stata inserita nella seconda parte della serata.

Sanremo in pillole: la classifica ufficiale dei vincitori 2021, raccontata nella nostra pocket version

Al secondo posto si classificano Fedez e Francesca Michelin con Chiamami per nome. Interessante è stata la polemica sviluppatasi intorno al piazzamento della canzone sul podio, di cui merito è stato attribuito, da molti, all’appello di Chiara Ferragni su Instagram, e su cui il Codacons ha indagato, richiedendo alla Rai i dati relativi ai voti provenienti dal pubblico da casa. In occasione dell’ultima serata Fedez ha anche deciso di cambiare camicia (e di lasciare all’altra il meritato riposo che merita in lavatrice). Ci aspettavamo tutti che annunciasse il nome della bambina, peccato.

Al terzo posto abbiamo Ermal Meta con Un milione di cose da dirti. Scalda il cuore il modo in cui lui per primo, e successivamente un enorme seguito di persone, abbiano creduto in questa canzone.

Sanremo in pillole: sessanta secondi per raccontare la classifica di Sanremo. In ordine:

4) Colapesce/Di Martino Musica leggerissima: i loro completi sempre in tinta da evidenziatore non gli hanno garantito un posto sul podio, ma il loro ritmo è diventato un’ossessione nelle case di molti italiani.

5) Irama La genesi del tuo colore: se avessimo saputo che restando a casa si potevano ottenere risultati così, non ci saremmo mai presentati a scuola. La canzone è molto orecchiabile, ma Irama non era di buona presenza.

6) Willie Peyote Mai dire mai (La Locura): apprezzatissimo dal pubblico e dalla critica. Un po’ meno dalla sottoscritta. L’impressione è quella di ascoltare un Francesco Gabbani leggermente più polemico (e meno coinvolgente).

7) Annalisa Dieci: Uscita direttamente dalla serie Fate: la saga. Il blu le dona.

8) Madame Voce: la sposa del festival. Ottima performance, voce di quelli particolari, atipiche. Ha vinto molto più dell’ottavo posto moralmente.

9) Orietta Berti Quando ti sei innamorato: Orietta, che ci ha accompagnato in questi giorni con la sua sbadataggine, è riuscita a divertirci più di molti ragazzi su cui avevamo scommesso al nostro fantasanremo. Ci piace nella sua ingenuità.

10) Arisa Potevi fare di più: non sapevo che la sua canzone un commento a se stessa. Ce lo faremo bastare.

11) La Rappresentante di Lista Amare: sicuramente ha preso il suo spazio nello show grazie al suo vestito. Non ha stonato neanche una volta, che in questa edizione di Sanremo è un pregio.

12) Extraliscio feat. Davide Toffolo Bianca luce nera: divertentissimi nella loro stravaganza. Divertenti le maschere, i ballerini di tango nello sfondo. Uno spettacolo nello spettacolo.

13) Lo Stato Sociale Combat Pop: lo scontro dell’allegria del sound e della realtà nascosta dietro al mondo dello spettacolo. Ottimo contrasto. È piaciuta, ma non abbastanza.

14) Noemi Glicine: lei ha preso d’ispirazione Ariel la sirenetta, e non ha fatto neanche male. Purtroppo per la canzone che non si discosta dalla media della “classica canzone italiana”. Di quelle che non conosci, ma che ti sembra di aver sentito almeno mille volte.

15) Malika Ayane Ti piaci così: il problema della canzone è che è estremamente dimenticabile. La ascolti, ti piace, vai in cucina a cenare e non ti ricordi neanche più come faceva. Perfetta per la metà classifica.

16) Fulminacci Santa Marinella: ha qualcosa di bello ma che non convince completamente, al contrario dell’outfit. Gran bella giacca, la metà dei concorrenti avrebbe potuto chiedergli consigli.

17) Max Gazzè Il farmacista: mentre si sta ancora dibattendo sul se Max fosse vestito da Galileo o Aristotele, la sua canzone resta alle nostre orecchie una barzelletta che non fa ridere. Di quelle che ti raccontano gli amici e non riescono a completare perché quelli che stanno ridendo sono loro, mentre tu li guardi impassibile. Mal che vada ha sempre un futuro da cosplayer.

18) Fasma Parlami: ti parliamo noi Fasma. È una buona canzone, ma non da Sanremo. Non sarebbe riuscita a risalire la classifica. La sentirete spesso in radio, ci scommetto.

19) Gaia Cuore amaro: lei è l’incarnazione della presenza scenica. Sa cosa fare, come muoversi, non stona. È abbastanza a suo agio da improvvisare anche piccoli balletti. Peccato per la canzone, nonostante i toni arabeggianti e che cercano di discostarsi dalla media, non riesce a superare la sufficienza.

20) Coma_Cose Fiamme negli occhi: adorabili. Compici. Senza troppe ambizioni, consapevoli di quello che stanno facendo. Fausto e Francesca sono lì per divertirsi, per far vedere che nonostante il COVID e le distanze, l’amore può essere percepito anche senza abbracci.

21) Ghemon Momento perfetto: non ci è dispiaciuto. La canzone è molto carina, facile da memorizzare. Tutti hanno cantato almeno il ritornello insieme a Ghemon. Fondo della classifica immeritato. Era il suo momento perfetto.

22) Francesco Renga Quando trovo te: dirò, il sound della canzone non mi è dispiaciuto. Apprezzerei sentirci una cover. Quanto a Renga: canzone sbagliata. Non arriva fisicamente alla musicalità delle note che ha scritto, rinunciaci.

23) Gio Evan Arnica: ascoltare Gio Evan è come aprire un libro di filosofia al liceo. Ti sembra di capire tante cose, ma non solo non capisci niente, neanche ha senso quello che stai leggendo.

24) Bugo E invece sì: e invece no caro Bugo. Neanche Morgan, che intanto ha pubblicato sul suo profilo Instagram la versione integrale delle ‘’brutte intenzioni’’ è riuscito a salvarti dal baratro della classifica. Magari la soluzione è nascondersi per il prossimo anno e non farsi più trovare.

25) Aiello Ora: chi l’avrebbe detto che l’intera canzone di Aiello sarebbe stata la sua richiesta di salire sul podio. Che “dovevano portarci te” lo abbiamo capito, basta urlare.

26) Random Torno a te: ci ha provato signori, questo gli va riconosciuto.

I premi sotto la grande palma

A Willlie Peyote con la sua Mai dire mai va il premio della critica Mia Martini. Non avrà vinto il festival ma qualcosa l’ha portata a casa. Mai dire mai.

Ancora, molto prevedibilmente il premio della sala stampa Lucia Dalla va a Musica leggerissima del duo Colapesce e Dimartino. Se vi piace questa canzone state pronti ad odiarla perché è quella che sentirete più volte nel prossimo anno.

Per completare la nostra rassegna Sanremo in pillole, il premio Sergio Bardotti per il miglior testo, che è finito nelle mani di Madame. Meritatissimo, non c’è altro da aggiungere.

Immagine: Ansa

A proposito di Giulia Salzano

Hi there! Sono Giulia Salzano e ho diciannove anni. Mi avrete visto quasi sicuramente seduta sul treno in direzione tra Napoli e Bologna a scarabocchiare sui quaderni. Non che ci abbia mai scritto nulla di ché.

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