La lingua spagnola è una delle più parlate al mondo, ma in Spagna non è l’unica lingua ufficiale. Il paese vanta una notevole ricchezza linguistica: accanto allo spagnolo (chiamato anche castigliano), infatti, coesistono altre lingue co-ufficiali con una storia e una diffusione significative. Scopriamo insieme quali sono le lingue della Spagna, le loro origini e dove sono parlate.
Indice dei contenuti
Le lingue ufficiali in sintesi
Lingua | Origine e status |
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Spagnolo (Castigliano) | Lingua romanza. Ufficiale in tutta la Spagna. |
Catalano | Lingua romanza. Co-ufficiale in Catalogna, Isole Baleari e Comunità Valenciana. |
Galiziano | Lingua romanza. Co-ufficiale in Galizia. |
Basco (Euskera) | Lingua pre-indoeuropea (isola linguistica). Co-ufficiale nel Paese Basco e in parte della Navarra. |
Lo spagnolo (castigliano): la lingua nazionale
Tra le lingue della Spagna, lo spagnolo è quella ufficiale in tutto il territorio nazionale. Viene spesso definito “castigliano” per sottolinearne l’origine geografica, il Regno di Castiglia. Nato come uno dei tanti dialetti romanzi della Penisola Iberica, il castigliano si impose grazie al prestigio politico e culturale della Castiglia. Fu soprattutto sotto il regno di Alfonso X il Saggio che venne riconosciuto il suo primato. Questo status fu consolidato nel XV secolo con la pubblicazione della prima grammatica e, nel XVIII secolo, con la fondazione della RAE (Real Academia Española), l’istituzione che ancora oggi ne regola l’uso. Oltre a essere la lingua ufficiale della Spagna, lo spagnolo è parlato come lingua madre da quasi 500 milioni di persone, essendo la lingua ufficiale di numerosi paesi ispanofoni.
Il galiziano: la lingua romanza della Galizia
Il galiziano è una delle lingue romanze co-ufficiali, parlata principalmente in Galizia e in alcune zone delle Asturie. È strettamente imparentata con il portoghese, con cui nel Medioevo formava un’unica unità linguistica (il galaico-portoghese). A partire dal XIV secolo, le due lingue iniziarono a divergere. Tra il XVI e il XVIII secolo, il galiziano conobbe un periodo di declino (“Séculos Escuros”), ma fu riscoperto nel XIX secolo (Rexurdimento) e oggi è una lingua viva e tutelata.
Il catalano: la lingua della Catalogna e non solo
Il catalano è una lingua romanza parlata in un’area molto estesa che comprende la Catalogna, le Isole Baleari, la Comunità Valenzana (dove è chiamato valenciano), la Frangia d’Aragona, Andorra (dove è l’unica lingua ufficiale) e la città di Alghero in Sardegna. Dopo una fase di decadenza letteraria, visse una grande rinascita (la *Renaixença*) nel XIX secolo. Nel 1907, venne fondato l’Institut d’Estudis Catalans, l’accademia della lingua. Durante il franchismo, il suo uso pubblico fu severamente represso, ma con il ritorno della democrazia ha riacquistato il suo status di lingua co-ufficiale.
Il basco (euskera): un’isola linguistica unica
A differenza delle altre lingue della Spagna, il basco (o euskera) ha un’origine incerta. Non è una lingua romanza né indoeuropea; è un'”isola linguistica”, l’unica lingua pre-romana sopravvissuta in Europa occidentale. Era parlata già prima dell’arrivo dei Romani e non ha parentele accertate con nessun’altra lingua conosciuta. Oggi è co-ufficiale nel Paese Basco e in parte della Navarra. Duramente represso durante il franchismo, ha vissuto una forte rivitalizzazione a partire dal 1978, quando fu riconosciuto ufficialmente. La sua tutela è affidata all’Euskaltzaindia, la Reale Accademia della Lingua Basca.
La Spagna è quindi un paese ricco di diversità. Oltre allo spagnolo, il catalano, il galiziano e il basco contribuiscono a creare un mosaico di lingue e tradizioni unico, un patrimonio che esprime l’identità e la storia delle diverse comunità autonome.
Fonte immagine: FreePik
Articolo aggiornato il: 12/09/2025