Chi sono i vegani e cosa mangiano: guida completa al veganismo

Chi sono i vegani e cosa mangiano? | Guida completa al veganesimo

Essere vegano non è una scelta! Molte delle posizioni etiche in base alle quali giudichiamo la realtà che ci circonda derivano dalle esperienze quotidiane che ogni giorno plasmano le nostre opinioni e le nostre scelte. Talvolta viviamo come ci è stato insegnato senza chiederci cosa sia giusto fare e in cosa sia giusto credere soprattutto in questo tempo in cui la fretta delle masse ci porta a omologare le nostre abitudini con quelle degli altri. Perché allora qualcuno un mattino di un giorno qualsiasi si sveglia e decide di cambiare casa, lavoro, marciapiede, vita? Perché SCEGLIERE di cambiare anche il piatto di ogni giorno? Ho intervistato Vittorio Viscardi, 37 anni, studente iscritto alla facoltà di giurisprudenza che ha cambiato la sua vita in nome di un ideale che non poteva più ignorare, diventando così vegano.

Intervista a Vittorio Viscardi sul veganismo

Le motivazioni di una scelta “naturale”

Da quanto tempo sei diventato vegano?
Da circa 3 anni.

Spesso convertirsi al veganismo non rappresenta soltanto una decisione di tipo alimentare, ma una scelta legata ad una profonda eticità. Nel tuo caso perché il veganismo? Perché si decide di diventare vegani? Quali sono state le tue motivazioni?
Si diventa vegani per scelta etica. Senza dubbio. Ma passare al veganismo, diventare vegano, essere vegano è stata una scelta che si potrebbe meglio definire “naturale”. Ho semplicemente seguito la mia natura. Sin da piccoli ci hanno convinto, per erronee convinzioni, ignoranza, tradizione e interessi, che l’uomo sia onnivoro. In verità, fisiologicamente il corpo umano è 100% erbivoro frugivoro.
Se si dà uno sguardo alla Storia (“se non capisci la Storia non puoi capire niente” diceva Tiziano Terzani) si vede che il primo ominide, l’australopiteco, comparve sulla Terra circa 5 milioni di anni fa, e si nutriva di frutta e radici, e per circa 4 milioni di anni l’alimentazione dell’uomo (anche nei suoi successivi stadi evolutivi) rimase la stessa. L’uomo cominciò a mangiare carne, verosimilmente, nel periodo del Pleistocene, a seguito dell’ultima glaciazione Wurm, circa 1,8 milioni di anni fa. Così l’uomo, per sopravvivere, si adattò a mangiare anche la carne, ma vivendo inizialmente di sciacallaggio. Le persone e persino parte della scienza confondono la grande capacità di adattamento dell’uomo con la natura onnivora. Qualche dato: la lunghezza del nostro intestino è dalle 9 alle 13 volte la lunghezza del torso: questa è la lunghezza dell’intestino di tutti gli animali erbivori. La lunghezza dell’intestino di un vero onnivoro è solo dalle 3 alle 6 volte la lunghezza del loro torso. Se fossimo stati onnivori avremmo avuto denti aguzzi e taglienti e artigli. Noi invece abbiamo mani prensili per raccogliere la frutta e le piante. Noi abbiamo enzimi nella saliva per digerire i carboidrati: solo gli erbivori li hanno! Noi uomini e gli altri erbivori sudiamo attraverso i pori della pelle, non ansimiamo come cani, gatti, orsi e leoni. Inoltre se fossimo davvero onnivori non avremmo bisogno di cuocere la carne. Abbiamo ZERO istinto carnivoro. Non siamo animali offensivi. Se non va bene per i nostri occhi allora perché va bene per il nostro stomaco? Quindi, la mia scelta di diventare vegano può essere considerata “etica”, ma solo dopo che si prenda consapevolezza del fatto che si tratta di una scelta naturale.

Evoluzione umana e alimentazione carnivora

Alcuni studiosi suggeriscono che l’evoluzione umana sia avvenuta anche grazie ad un’alimentazione carnivora, cosa pensi in proposito?

Non c’è alcuna prova scientifica che dimostri lo sviluppo dell’intelligenza grazie all’assunzione di carne. L’uomo ha semplicemente sviluppato l’intelligenza per sforzarsi a trovare soluzioni per sopravvivere. Secondo una prospettiva evoluzionistica ogni specie vivente sviluppa facoltà intellettive che le sono più utili nell’adattamento all’ambiente. In ogni caso discutere se la carne abbia collaborato nello sviluppo dell’intelligenza dell’uomo quando tutt’oggi miete incessantemente vittime essendo il primo fattore a causare il cancro, con il 45% dei casi (il secondo fattore è il fumo con il 35% dei casi), ha davvero poco senso.

Cosa mangiano (e non mangiano) i vegani

Chi sono i vegani e cosa mangiano?

I vegani sono coloro che hanno scelto una alimentazione al 100% plant-based. I vegani mangiano tutto: cereali, legumi, frutta, verdura e tanto altro. La quantità di cibo che la Terra ci offre è impressionante. Tramite l’arte culinaria si possono creare pietanze e prodotti alimentari vegetali di vario tipo: seitan, mopur, muscolo di grano, tempeh, tofu, che possono andare a sostituire i cibi animali tradizionali. Esistono “prosciutti” totalmente vegetali, vari affettati vegetali, hamburger vegetali, wurstel vegetali. E poi latte vegetale, formaggi vegetali, fino a creare dolci, torte e brioches senza utilizzare latte animale ed uova. A Torino e a Napoli ci sono diverse pasticcerie e ristoranti vegani. Col veganismo non si muore certo di fame, anzi!

Cosa mangiano i vegani Cosa NON mangiano i vegani
Frutta, verdura, cereali, legumi, frutta secca, semi, funghi. Carne di qualsiasi tipo (rossa, bianca, pesce).
Alternative vegetali come tofu, seitan, tempeh, mopur. Latte e derivati (formaggi, yogurt, burro).
Latti e formaggi vegetali (soia, avena, mandorle). Uova.
Prodotti da forno e dolci realizzati senza ingredienti animali. Miele e altri prodotti delle api.

Cosa non mangiano i vegani?

I vegani non mangiano uova, carne, latticini e derivati. I vegetariani, invece, mangiano le uova e i latticini, oltre a derivati come il miele.

Difendere la scelta e le relazioni con gli altri

È stato difficile difendere la decisione di passare al veganismo e cosa ha comportato essere vegano nelle relazioni con gli altri?

È difficile scontrarsi con la convenienza. Ogni volta che spiego i motivi per cui sono vegano le persone tentano di trovare qualche contraddizione. Ormai è palese, ci sono solo 4 ragioni per cui la gente si ostina a mangiare ancora prodotti animali: abitudine, tradizione, comodità e sapore. Io non ho smesso di mangiare i prodotti animali per una questione di sapore, l’ho fatto per etica e logica naturale.

Un po’ sorrido a guardare tutti i ragazzi di oggi che si dicono pronti a cambiare il mondo ma non appena si tratta di cambiare loro stessi o quando cambiare le cose significa rinunciare a qualcosa, cominciano a dire: “tanto non cambierebbe nulla”. Un’altra risposta preconfezionata è: “Io rispetto la tua scelta ma tu rispetta la mia (di mangiare animali)”. Ma decidere di non mangiare più animali non è una scelta.

Non è una scelta smettere di essere causa dell’inferno che i maiali, le mucche, i polli e i conigli subiscono per diventare il nostro cibo. Non è una scelta non essere più parte di una catena di smontaggio di esseri viventi. Non è una scelta smettere di provocare la marchiatura con ferro rovente sul muso dei bovini, la recisione delle loro corna. Non è una scelta rifiutarmi di contribuire alla tortura delle galline ovaiole alle quali viene tagliato il becco. I pulcini maschi, essendo inutili, vengono gettati in un tritatore vivi. Non è una scelta non mangiare i pesci, che tirati fuori dalle loro acque, non solo cominciano a soffocare ma i loro organi scoppiano. Non è una scelta non voler indossare giubbotti di pelle. Non è una scelta non finanziare i circhi che utilizzano animali. Non è una scelta opporsi ad un sistema di leggi obsolete che rende obbligatoria la sperimentazione animale. Pertanto c’è un’altissima probabilità che i farmaci presenti nel mercato non siano merito della sperimentazione animale. Rifiutare di ridurre gli animali a cose di nostra proprietà non è una scelta. Bisogna cominciare a capire che non esistono animali da allevamento, da pelliccia, da laboratorio, da circo, da compagnia: tutto questo è stato creato dall’uomo.

Non è una scelta decidere di non ucciderli. Che diritto abbiamo di fare a loro tutto questo? Chi siamo noi? Come ci permettiamo? Pertanto la mia risposta è sempre: “NO! io non rispetto la tua scelta di mangiare gli animali!” perché se rispettassi questa scelta allora non rispetterei gli animali. E chi non capisce il ragionamento che c’è dietro questo atteggiamento fa presto a chiamarmi “estremista”. Se possiamo vivere benissimo, e addirittura meglio, senza recare tutta questa enorme, infinita sofferenza, allora farlo non è una “scelta” ma è un dovere morale.

Come mangiare vegano fuori casa

Come fai a mangiare vegano fuori casa?

Di sicuro l’arretratezza del mercato e della legge nelle mense pubbliche è impressionante. Di ristoranti con un menu vegano se ne trovano difficilmente. Tuttavia il modo di mangiare senza fare male a nessuno si trova sempre, serve solo convinzione e un po’ di fantasia. Ma non trovare nulla da mangiare quando si è fuori casa non può essere un buon motivo per non diventare vegetariano. Lo scrittore Jonathan Safran Foer racconta che sua nonna, ebrea, durante la seconda guerra mondiale rimase per lunghi giorni senza mangiare, rischiando di morire di fame. Una di queste volte, un uomo le offrì una fetta di carne di maiale, lei ringraziò ma rifiutò. Quando il nipote le chiese il perché, lei disse <<come perché??? Era maiale!!!>>. Lui le disse che però le avrebbe salvato la vita e lei rispose <<Se niente importa, allora non c’è nulla da salvare>>. Credi ancora che non trovare facilmente un pasto vegano fuori casa possa essere considerato un ostacolo?

La mancanza dei sapori animali

Da quando ti sei avvicinato al veganismo, hai mai sentito la voglia di assaggiare di nuovo cibi animali?

Non mi ci sono mai soffermato in realtà, forse perché ormai la mia mente disconosce il petto di un pollo come alimento piuttosto che come pezzo di un essere che si muoveva. Vorrei però far notare che il sapore del prosciutto o di una bistecca non ha nulla a che fare col sapore reale della carne. Ciò che rende buono questi alimenti è il processo di lavorazione, le spezie e il condimento, l’arte culinaria. Certo è che diventare vegano non annulla il sapore del parmigiano, ma non sarebbe esatto dire che “mi manca”: quando le tue convinzioni sono così forti, non esistono tentazioni.

Anche i vegetali sono esseri viventi?

Non sono esseri viventi anche i vegetali?

Certo, ma sono il mio cibo. È il nostro alimento. Non ha senso paragonare la sofferenza dei vegetali, che non hanno un sistema nervoso, con quella degli animali, che sono invece esseri senzienti dotati di un complesso sistema nervoso, come noi, capaci di avvertire dolore come noi, in modo identico. Prova a raccogliere una carota dalla terra e prova a ficcare una lama tagliente nell’esofago di una mucca: ti fa lo stesso effetto?

Cosa significa vivere vegano oggi

Ad oggi, cosa significa per te l’espressione vivere vegano?

Vivere vegano significa tornare nel cerchio della vita e smettere di crederci arrogantemente al vertice del regno animale. Significa capire che l’uomo non è superiore a nessun’altra specie e che ogni animale nel suo ambiente è semplicemente completo! Noi invece ci crediamo superiori solo perché li giudichiamo attraverso la lente umana. E sbagliamo enormemente. Diciamo: “l’uomo è più intelligente quindi gli altri animali sono inferiori” e tanto basta per giustificare ogni tortura. Ma è un concetto molto stupido. E c’è bisogno di soffermarsi su un’ altra verità: la superiorità non significa sopraffazione! Come sottolinea Luigi Lombardi Vallauri, <<Noblesse Oblige>>: la nobiltà obbliga, non dà privilegi. Dovremmo utilizzare le nostre doti per aiutare i più deboli e non per sopraffarli.

Convincere gli altri: le ragioni ambientali e sociali

Se volessi provare a convincere qualcun altro dell’importanza di avvicinarsi al veganismo?
Oltre al discorso etico c’è tutta un’altra serie di problematiche. Secondo l’ONU il settore dell’allevamento è responsabile del 18% delle emissioni di gas serra (40% in più dell’intero settore dei trasporti). È responsabile del 37% delle emissioni di metano e del 65% delle emissioni di ossido di nitroso. I prodotti animali sono la causa numero 1 del riscaldamento globale. Ancora: ogni anno 1 miliardo di persone soffre la fame e di questi 9 milioni muoiono ogni anno. Il motivo principale? Gli allevamenti.
Circa il 70% della terra coltivabile in tutto il mondo viene sfruttato per produrre semi, grano e cereali che andranno a sfamare gli animali d’allevamento. Usando lo stesso tempo e la stessa superficie del suolo necessari a produrre 1 kg di carne si potrebbero produrre 200kg di pomodori più 160kg di patate. Dati e studi della FAO confermano che se mangiassimo direttamente i prodotti coltivati, senza impiegarli per gli animali d’allevamento, nessuno morirebbe di fame. Ci sarebbe cibo per tutti. La verità è che l’unica rivoluzione possibile è quella culturale. E la si fa nella nostra stanzetta. Da soli. Cambiare noi stessi per cambiare il mondo. Volete una rivoluzione? Diventate vegetariani! o avvicinatevi al veganismo.

Ringrazio Vittorio per la disponibilità e colgo l’occasione per esprimere la mia più sincera ammirazione. Non pochi sono gli ostacoli ma in fondo ognuno ha il diritto – dovere di cercare di vivere nel modo che considera più degno. Ora che sai chi sono i vegani e cosa mangiano, non ti resta che provarci in prima persona.

Fonte immagine: Pixabay

L’articolo è stato aggiornato in data 22 agosto 2025.

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A proposito di Angela Paone

Diplomata all'Accademia di Belle Arti. "Non ho paura di perdermi perchè non ho la più pallida idea di dove sto andando".

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