Cos’è la sifilide: come prevenirla, riconoscerla e curarla

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Cos’è la sifilide, come prevenirla e come curarla 

La sifilide (o Lue) è la terza infezione sessualmente trasmissibile (IST) di origine batterica più diffusa al mondo, dopo la clamidia e la gonorrea. Per avere una stima epidemiologica più precisa, in Italia si contano 9440 nuovi casi dal 1991 al 2020, e solo nel 2017 33.189 tra tutti e 28 i paesi membri dell’Unione Europea (si include anche il Regno Unito prima ancora della Brexit).

Storia in breve della sifilide

Il termine sifilide fu coniato dallo scienziato Gerolamo Fracastoro e fa riferimento al mito di Sìfilo, un pastore che, per aver offeso Apollo, fu punito dal dio con una terribile malattia. La sifilide è conosciuta sin dal XVI secolo, e si vocifera che sia stata portata in Europa dai marinai di Cristoforo Colombo di ritorno dalle Americhe. La sua gravità condizionò sensibilmente il legame tra la società dell’epoca e il sesso: fino all’invenzione del profilattico la malattia era difficile da prevenire se non tramite l’astinenza, ed era altresì incurabile fino alla scoperta della penicillina nella prima metà del Novecento.

Cos’è la sifilide e come avviene il contagio?

La sifilide si può trasmettere attraverso qualsiasi tipo di rapporto sessuale non protetto; per via trasplacentare (da madre a feto); con il sangue; indirettamente, attraverso il contatto con oggetti appartenenti a persone infette, sebbene quest’ultima modalità sia molto improbabile. L’infezione è causata da un batterio chiamato Treponema pallidum che penetra nel corpo attraverso le mucose intatte (più comunemente dei genitali e della bocca) o la cute danneggiata. Il batterio abbonda nei liquidi sessuali (sperma e secrezioni vaginali) e nelle lesioni che compaiono nel decorso della malattia.

Cos’è la sifilide e le sue fasi

La malattia si suddivide in quattro stadi:

  • Sifilide primaria, costituita dalla comparsa, una volta finita l’incubazione, di un nodulo (sifiloma) indolore e di colore rosso vivo sul punto di ingresso del batterio (che può essere glande, prepuzio, labbro, ano, lingua…);
  • Sifilide secondaria, dopo 3-6 settimane dalla comparsa del sifiloma, con sintomi simil-influenzali come febbre e cefalea ed eruzioni cutanee rotondeggianti che ricordano quelle del morbillo;
  • Sifilide latente, quando, dopo la regressione della fase secondaria, ne inizia una asintomatica in cui la malattia è diagnosticabile soltanto attraverso le analisi;
  • Sifilide terziaria, divenuta rara grazie alla terapia antibiotica, con danni permanenti a cuore, cervello, ossa, pelle e altri organi, oltre che una degenerazione progressiva del tessuto nervoso (neurosifilide) che può portare alla demenza, e, infine, alla morte.

 

4. Come riconoscere la sifilide?

Nella prima fase della malattia, è spesso difficile rendersi conto di essere stati contagiati, soprattutto quando la zona di ingresso del batterio è un punto nascosto come l’ano, e dunque il sifiloma è praticamente invisibile. Sarebbe opportuno sottoporsi abitudinariamente ad analisi del sangue. Nello specifico, i principali esami sierologici per la sifilide sono il TPHA e il VDRL. Il primo ha lo svantaggio di positivizzarsi verso la decima settimana di infezione, ed è dunque di poco valore negli stadi precoci; tende inoltre a rimanere positivo per tutta la vita anche una volta guariti, per via della presenza degli anticorpi. Il secondo è, al contrario, altamente sensibile anche nelle fasi primarie e latenti dell’infezione (del 75%), ma è in determinati contesti un po’ impreciso, dato che i valori possono apparire alti anche in assenza di sifilide e in condizioni come gravidanza, malattie autoimmuni e altre. A differenza del TPHA, inoltre, il VDRL risulta negativo una volta guariti e può essere dunque indice dell’efficacia del trattamento.

Per trattare la sifilide si usa la penicillina. Il farmaco adoperato, la preparazione, il dosaggio e la durata del trattamento dipendono dallo stadio della malattia e dalle indicazioni del medico. Anche in questo caso, per prevenire la malattia il preservativo rimane il nostro migliore amico, e ne è fortemente consigliato l’uso in tutti i rapporti occasionali. Se seguite queste semplici ma fondamentali indicazioni, potete fare sonni tranquilli e vivere più serenamente la vostra attività sessuale.

Fonte immagine in evidenza per l’articolo Cos’è la sifilide?: Wikimedia Commons (di pubblico dominio, del Dipartimento di Salute e Servizi Umani degli Stati Uniti)

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