Panettone vs Pandoro: storia e differenze dei dolci di Natale
Ogni anno, dall’Immacolata all’Epifania, l’Italia dei golosi si spacca in due, divisa da un derby secolare: la guerra natalizia tra canditi e zucchero a velo. Da un lato il Panettone, dall’altro il Pandoro. I sostenitori del dolce lombardo e quelli del dolce veronese non accettano compromessi, ognuno rivendicando per il proprio lievitato la corona di Re delle Feste. Le statistiche dicono che il Panettone seduce soprattutto uomini e persone più mature, mentre donne e ragazzi preferiscono la sofficità del Pandoro. Ma al di là dei gusti, quali sono le reali differenze tra il panettone e il pandoro? Prima di analizzarle, approfondiamo la loro storia.
Il Panettone: storia e leggende del dolce milanese
La storia del Panettone affonda le radici nella Milano del ‘200, quando a Natale si preparava un pane arricchito chiamato “pan de ton”, ovvero “pane di lusso”. La versione moderna, tuttavia, nasce tra l’Ottocento e il Novecento, quando le pasticcerie milanesi ne perfezionarono la ricetta. Fu Angelo Motta, negli anni ’20 del Novecento, a dargli la sua caratteristica forma alta e a cupola, grazie all’uso del pirottino di carta. Per nobilitarne le origini, nacquero diverse leggende: la più famosa narra di Toni, uno sguattero alla corte di Ludovico Sforza, che salvò il banchetto natalizio con un pan dolce improvvisato. Un’altra versione parla di Ughetto degli Antellari, un cavaliere che si finse fornaio per amore, o di suor Ughetta, che arricchì il pane del convento con pochi, preziosi ingredienti, creando il primo Panettone.
Il Pandoro: le origini del soffice dolce di Verona
Anche la storia del Pandoro è avvolta nel mistero. Un’ipotesi lo fa derivare dal “pane di Vienna”, un dolce austriaco molto burroso. Un’altra lo lega al “pan de oro” veneziano, un dolce che veniva servito ricoperto di foglie d’oro. L’ipotesi più accreditata, però, lo vede come evoluzione del “Nadalin”, un dolce natalizio tipico di Verona a forma di stella. Fu il pasticcere veronese Domenico Melegatti a depositare il brevetto della ricetta ufficiale nel 1884, creando il dolce soffice e profumato che conosciamo oggi.
Panettone vs Pandoro: tutte le differenze a confronto
Al di là della storia, le differenze tra il panettone e il pandoro sono nette e riguardano forma, ingredienti, impasto e gusto.
La forma e l’aspetto esteriore
La prima differenza è visiva. Il Panettone ha una forma a cupola, alta e cilindrica, con una crosta superiore più scura, spesso incisa a croce. Il Pandoro, invece, ha la sua iconica forma a stella a otto punte, senza crosta e pensato per essere spolverato con zucchero a velo, a simulare le cime innevate.
Gli ingredienti e l’impasto a confronto
Qui la divergenza è totale. L’impasto del Panettone tradizionale è arricchito con uvetta sultanina e scorze di agrumi canditi (cedro e arancia). La sua preparazione è complessa e richiede una lunga lievitazione con lievito madre. L’impasto del Pandoro è più semplice: i suoi ingredienti chiave sono burro e uova in grande quantità, che gli conferiscono il colore dorato, e un aroma di vaniglia. È privo di canditi e uvetta. Esistono oggi innumerevoli varianti, dal panettone senza canditi a quello al cioccolato o al pistacchio, fino ai pandori farciti con ogni tipo di crema.
Il gusto e la consistenza al palato
Al taglio, le differenze si fanno ancora più evidenti. Il Panettone ha una pasta più simile a quella del pane, con una mollica soffice e alveoli irregolari e allungati. Il suo gusto è complesso, con le note dolci dell’uvetta e quelle agrumate e leggermente amare dei canditi. Il Pandoro, invece, ha una consistenza più fine e compatta, simile a quella di un pan di spagna o di una brioche. Il suo sapore è più delicato, dominato dalla dolcezza del burro e della vaniglia, con una scioglievolezza unica.
Panettone o Pandoro: come scegliere il re delle feste?
La scelta è una questione di gusto personale. Se ami i sapori ricchi e stratificati, la consistenza ariosa e non ti spaventano i canditi, il Panettone è il tuo dolce. È perfetto per chi ricerca un’esperienza gustativa più matura e articolata. Se, al contrario, preferisci la dolcezza pura, la semplicità di un sapore avvolgente e una consistenza morbida e burrosa che si scioglie in bocca, allora il Pandoro è la scelta vincente. È ideale da solo o come base per essere farcito con creme. Che siate irriducibili nel rubare l’uvetta o incapaci di resistere a una fetta innevata di zucchero a velo, l’importante è celebrare (e poi riciclare). Mai derby fu più dolce: assaggiate e che vinca il migliore.