Dipendenza da ecstasy: cause, effetti e situazione in Italia

Dipendenza da ecstasy: cause, effetti e situazione in Italia

L’ecstasy, anche conosciuta come MDMA, è una sostanza psicoattiva molto diffusa sviluppatasi agli inizi del XX secolo dalle industrie farmaceutiche in quanto veniva utilizzato in ambito medico come antiemorragico, ossia preveniva un eventuale emorragia al fine di frenarla per aiutare il paziente. L’uso di questa sostanza però è arrivata fin troppo oltre; in ambito medico non si usa più e a partire dagli anni ’80 viene utilizzata da moltissimi giovani in numerosi eventi, un esempio principale sono i festini. Così facendo, a fine anni ’80 e inizi anni ’90 la dipendenza da ecstasy si è convertita in droga analoga vera e propria, mettendo a rischio la salute di tantissime persone ed è stata vietata in paesi come Francia, Stati Uniti e Svizzera in cui è punibile la sua fabbricazione, possessione e consumo.

Cause ed effetti della dipendenza da ecstasy

Come già anticipato nell’introduzione, l’ecstasy viene denominata dai chimici come MDMA, ossia 3,4-metilenediossimetanfetamina e nei laboratori viene definita come droga sintetica. L’uso di questo stupefacente può svolgersi in diversi modi, partendo dalle pasticche colorate oppure viene sniffata o fumata. D’altronde i luoghi di spaccio più frequenti sono luoghi frequentati maggiormente dai giovani, quindi discoteche, bar, festini e tanto altro.

Ma qual è il motivo principale per il quale c’è questa dipendenza da ecstasy? Di solito l’ecstasy viene utilizzata nei fine settimana a scopo ricreativo e di divertimento in quanto produce degli effetti “straordinari” come quello di maggiore resistenza durante i party, facilità nel comunicare con gli altri oppure alleggerirsi la mente. Non dobbiamo pensare a questi effetti in ambito positivo perché oltre questo ci sono altri effetti collaterali molto pericolosi:

  • Nei primi 20 minuti dall’assunzione si ha un effetto euforizzante, ossia il consumatore si sente energico, iperattivo;
  • I battiti cardiaci aumentano;
  • Le pupille degli occhi si dilatano e la vista dopo un po’ inizia ad offuscarsi;
  • Continui mal di testa, nausea, vertigini;
  • Disturbi motori e di concentrazione.

E non è finita qui, gli effetti citati poco fa sono frequenti nei consumatori che hanno una dipendenza da ecstasy lieve, ma per chi ne fa un uso sproporzionato mette costantemente a rischio la propria vita. Alcuni dei sintomi possono essere crampi, disidratazione, calo della pressione, disturbi al sistema cardiovascolare, sudorazione, vomito e tachicardia.

Situazione in Italia

In Italia la dipendenza da ecstasy è ancora frequente e quindi la situazione non è delle migliori. Secondo alcune ricerche, viene venduta ad un prezzo abbastanza alto (€17 circa) ma è una sostanza pura perché non viene miscelata con altre sostanze prima della vendita rispetto ad altri paesi europei. Questo stupefacente è quello che uccide di più e rende vittime moltissime persone, soprattutto ragazzi dai 16 ai 26 anni. C’è da dire però che in Italia i morti per droga sono diminuiti dal 1999, ma per essere più specifici, c’è stato un crollo nei primi anni del 2000, seguendo una piccola crescita a partire dal 2004. Da quell’anno in poi la situazione sembra stabile, non c’è stato un aumento improvviso di deceduti, ma non bisogna cantare vittoria perché nonostante i numeri inferiori i luoghi di spaccio sono tutt’ora presenti e gli spacciatori, oltre a vendere ecstasy, sono soliti offrire ai consumatori altre sostanze come cannabis, cocaina oppure eroina

Fonte dell’immagine di copertina: Pixabay

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