Sculture di Rodin, le 7 opere da conoscere

Sculture di Rodin

In quest’articolo vediamo quali sono le 7 più belle sculture di Rodin, l’artista considerato il progenitore della scultura moderna.

Auguste Rodin, nato a Parigi il 12 novembre 1840 e scomparso a Meudon il 17 novembre 1917, si distinse come scultore e pittore francese di rilievo. Nonostante non avesse intenzionalmente voluto sfidare gli stili precedenti, Rodin intraprese studi convenzionali e adottò un approccio modesto e artigianale al suo mestiere, aspirando al riconoscimento accademico, anche se non fu accolto nelle istituzioni artistiche più prestigiose di Parigi.

La sua abilità unica nel plasmare l’argilla risultò in superfici intricate, vigorose e profonde. Inizialmente, molte delle sculture di Rodin più celebri furono criticate poiché contrastavano con la tradizione figurativa dominante, rompendo gli schemi di opere decorative o stereotipate, preferendo invece dare rilievo al realismo e alla fisicità delle figure umane. Sebbene le polemiche circondassero il suo lavoro, Rodin perseverò nel suo stile innovativo, ottenendo infine il favore del governo e della comunità artistica.

Le sculture gli Rodin, dalla prima all’ultima, gli hanno procurato fin da subito una grande fama, trasformandolo nel principale scultore francese del suo tempo. Nel XX secolo, la sua reputazione si diffuse globalmente, attirando committenti facoltosi e consentendogli di frequentare artisti e intellettuali di alto profilo.

Vediamo di seguito, quali sono le 7 più belle sculture di Rodin

  • Les Bourgeois de Calais

La prima tra le sculture di Rodin più importanti è sicuramente Le Bourgeois de Calais. La scultura fece il suo debutto nel 1889, riscuotendo un vasto consenso. Questo gruppo bronzeo, alto due metri e con un peso combinato di quasi due tonnellate, rappresenta sei uomini non come un fronte unito di eroi, ma piuttosto come singoli isolati nel tormento e nell’attesa del proprio destino. Rodin desiderava che il piedistallo su cui la scultura era stata collocata fosse rimosso, consentendo agli osservatori di immergersi completamente nell’essenza del soggetto. Posta a livello del suolo, la disposizione delle figure guida lo sguardo attorno alla scultura, suggerendo il movimento collettivo delle figure verso l’avanti.

  • Il monumento a Victor Hugo 

Nel 1889, il governo francese commissionò a Rodin la realizzazione di un monumento per il Panthéon di Parigi dedicato a Victor Hugo, scomparso nel 1885. Inizialmente incaricato per un ritratto in busto dell’autore nel 1883, Rodin decise invece di creare una scultura completa che lo rappresentasse seduto tra le rocce di Guernsey, esilio politico di Hugo, con un braccio teso e una figura nuda, ma eroica, circondata da drappeggi in stile classico. Diventerà una delle sculture di Rodin più conosciute.

  • La porta dell’inferno

Nel 1880, a Rodin fu assegnato il compito di creare la porta per il museo delle arti figurative di Parigi, un progetto che alla fine non vide mai la luce. Tuttavia, l’artista dedicò la sua vita alla realizzazione de La Porta dell’Inferno, un monumentale alto rilievo ispirato all’Inferno di Dante. In quest’opera, come in molte altre, Rodin mostrò un’apparente mancanza di una visione unificata delle sue creazioni, bilanciata però da una totale dedizione al lavoro e alla ricerca della perfezione. La versione finale della Porta dell’Inferno include ben 186 figure, molte delle quali diventarono le sculture di Rodin più celebri, come Il pensatore, Le tre ombre e Il bacio, successivamente eseguite come opere indipendenti.

  • Les Trois Ombres

Altra opere da menzionare come una delle sculture di Rodin da conoscere è sicuramente Les Trois Ombres. Tra il 1881 e il 1886 Rodin ebbe l’idea di assemblare tre opere identiche dell’ Ombra (1880). Le tre ombre nascevano come coronamento della Porta dell’Inferno e, nell’idea dell’artista, rappresentavano i tre spiriti dei compatrioti fiorentini che Dante incontrò nell’oltretomba. Quando le vide, il critico Félicien Champsaur scrisse che “dominando tutto, le tre figure sembrano incarnare la frase scritta sul piedistallo che loro stessi indicano – “Lasciate ogni speranza, voi ch’entrate-”. La frase fu poi rimossa dallo stesso Rodin, che non amava riferimenti letterari troppo diretti.

  • Le Baiser

Il  Bacio in Marmo è un’opera del 1882, originariamente pensata per la Porta dell’inferno, tra le sculture di Rodin nominate in precedenza. Raffigura l’unione di Paolo e Francesca, tratta dal V Canto della Divina Commedia di Dante. Non inclusa nella porta a causa della sua passione che contrastava con il tono drammatico. Alcuni suggeriscono che Camille Claudel, amante di Rodin, potrebbe essere stata ritratta come Francesca, ma le date rendono questa deduzione improbabile. Il corpo di Paolo è solido, mentre l’arabesco di Francesca si dispiega intorno a lui. La lavorazione della roccia contrasta con la levigatura luminosa dei corpi, creando un’ambiguità che amplifica lo scandalo. Nonostante Rodin negasse innovazioni, la semplice nudità del gruppo suscitò grande risonanza, riflettendo standard classici influenzati da Michelangelo.

  • Il pensatore

Tra le sculture di Rodin, nessuna ha permeato l’immaginario collettivo quanto Il pensatore, divenendo simbolo dell’attività intellettuale e suscitando satire fin dai tempi di Rodin. Armand Hammer racconta di un incontro con Lenin nel 1912, durante il quale regalò al leader bolscevico una scultura raffigurante uno scimpanzé nella caratteristica posa, sottolineando le tendenze darwiniste del pensiero di Lenin. Quest’icona universale è reinterpretata da Francesco Flora in La poesia ermetica, descrivendola non come un filosofo, ma come un “gagliardo scaricatore di porto” affrontato da pensieri più pesanti dei carichi di carbone. A differenza di Michelangelo che interpellò il suo Mosè, Rodin, affezionato al suo Pensatore, gli chiese il motivo della fatica, ricevendo la risposta fulminea dell’argilla.  Rodin amava tanto quest’opera, che lo consacrò definitivamente, da desiderarne una versione sulla sua tomba a Meudon.

  • Adamo

Una vecchia fotografia rivela un modello preparatorio con pose più elastiche e allungate, conservando l’identità della posa. Tuttavia, l’opera finale è più possente e contratta, suggerendo che la contemplazione di Michelangelo, in particolare dello Schiavo morente del Louvre e dei nudi dei sarcofagi medicei, spingesse Rodin a enfatizzare la muscolatura. 

Il dito teso della mano destra richiama esplicitamente l’Adamo della Cappella Sistina, simboleggiando il tocco divino che infonde vita al primo uomo e raffigura con potenza lo sforzo di una forma nel raggiungere la vita e la luce.

 

Fonte immagine: Wikipedia

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