La dipendenza da marijuana è una delle più diffuse ma, ancora oggi, è un argomento circondato da pareri contrastanti e disinformazione. Per fare chiarezza, è importante distinguere i termini: la marijuana è una sostanza psicoattiva ottenuta dall’essiccazione delle piante femminili di cannabis; l’hashish invece deriva dalla resina delle sue infiorescenze.
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Come agisce la marijuana sul corpo
L’uso di queste sostanze provoca un senso di rilassamento e una perdita delle inibizioni. Questo accade perché i principi attivi, in particolare il THC, attivano i recettori di un sistema molto complesso del nostro corpo, chiamato sistema endocannabinoide. Andando a colpire questo sistema, che regola funzioni come la fame, il sonno e le funzioni sessuali, dopo il consumo si manifestano sintomi tipici come l’aumento dell’appetito o una diversa percezione sensoriale.
Effetti a breve termine | Rischi e sintomi della dipendenza (a lungo termine) |
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Senso di euforia e rilassamento | Danni alla memoria e alle capacità cognitive |
Alterazione della percezione spazio-temporale | Rischio aumentato di ansia, paranoia e disturbi mentali |
Aumento dell’appetito (“fame chimica”) | Problemi respiratori (se fumata) simili a quelli del tabacco |
Tachicardia e bocca secca | Apatia e perdita di motivazione (sindrome amotivazionale) |
I rischi fisici e psicologici della dipendenza
La dipendenza da marijuana può provocare dei danni, soprattutto se ne si fa un uso cronico. Sebbene si parli spesso di danni a livello più psicologico, anche il lato fisico non va trascurato. La dipendenza da marijuana può portare sintomi a livello polmonare per le persone che ne fumano grosse quantità. A oggi, non c’è ancora la certezza scientifica che l’uso di marijuana possa portare a un aumento del rischio di tumore della testa, del collo o delle vie aeree, come invece è dimostrato per chi consuma grandi quantità di tabacco. Tra gli effetti acuti c’è anche la compromissione delle funzioni psicomotorie, con un rilassamento dei muscoli e la riduzione dei tempi di reazione, rendendo pericolosa la guida. Sintomi come tachicardia e bocca secca sono tra i più lievi e comuni.
Curare la dipendenza e affrontare l’astinenza
Curare la dipendenza da marijuana consiste, nella maggior parte dei casi, nell’interruzione dell’assunzione della sostanza. Questa fase porta i soggetti a soffrire della cosiddetta astinenza, i cui sintomi si manifestano circa dodici ore dopo l’ultima assunzione. Questi sintomi includono insonnia, irritabilità, depressione, ansia e nausea. Sebbene non abbia conseguenze fisiche drastiche, il rischio di ricadere nella dipendenza è alto. Per questo è consigliabile avere un supporto terapeutico, come la terapia cognitivo-comportamentale, per non attraversare il processo di disintossicazione da soli o impreparati.
Cosa dice la legge in Italia
La dipendenza da marijuana non può essere sottovalutata. In Italia la cannabis è legale solo per usi specifici e la coltivazione di piante di canapa è permessa per scopi come la realizzazione di opere di bioingegneria o per attività didattiche e di ricerca. Il sistema di controlli sulla produzione è diventato più vigile. Se nelle coltivazioni si trova un contenuto complessivo di THC (il principio psicoattivo) maggiore dello 0,6%, la coltivazione può essere sequestrata o anche distrutta.
Altre informazioni sulla dipendenza da marijuana
Quali sono i sintomi dell’astinenza da cannabis?
I sintomi più comuni dell’astinenza da cannabis includono: irritabilità, ansia, disturbi del sonno (insonnia o incubi), calo dell’appetito, irrequietezza, umore depresso e, in alcuni casi, sintomi fisici come mal di testa e sudorazione. Questi sintomi rendono difficile il percorso di disintossicazione.
Quanto dura la crisi di astinenza da cannabis?
La durata è soggettiva, ma in genere i sintomi dell’astinenza raggiungono il picco entro la prima settimana dall’interruzione e si attenuano significativamente dopo circa due settimane. Un leggero desiderio e disturbi del sonno possono persistere più a lungo.
Cosa provoca la marijuana al cervello a lungo termine?
Un uso cronico e pesante, specialmente se iniziato in adolescenza, può influenzare lo sviluppo del cervello. Può compromettere la memoria, la capacità di apprendimento e l’attenzione. In soggetti predisposti, può aumentare il rischio di sviluppare disturbi psicotici, come la schizofrenia, o peggiorare i sintomi di ansia e depressione.
Come si fa a uscire dalla dipendenza da canne?
Uscire dalla dipendenza richiede determinazione e spesso un supporto esterno. I passaggi includono: la decisione di smettere, la gestione dei sintomi di astinenza e l’adozione di nuove abitudini. Il supporto psicologico, in particolare la terapia cognitivo-comportamentale (CBT), è molto efficace per identificare le cause della dipendenza e sviluppare strategie per evitare ricadute.
Immagine in evidenza: pexel.com
Articolo aggiornato il: 02/09/2025