I segreti della preparazione del tè Matcha: cerimonia e tradizione
Il tè Matcha (giapponese) o mocha (pronuncia cinese) è una particolarissima polvere, solubile in acqua, ottenuta dallo sminuzzamento, ad opera di macine di granito, di foglie di Tencha – una particolare lavorazione delle foglie di tè verde giapponese, le quali vengono lasciate prima all’ombra, poi cotte a vapore ed infine essiccate -. Essa è l’unica tipologia di foglie di tè che può essere usata per la preparazione del tè Matcha, la lavorazione porta infine ad un risultato quale una polvere che ha acquisito un colore verde brillante.
Grazie a questa lenta e minuziosa lavorazione, il tè Matcha è in grado di raccogliere in sé numerose proprietà nutrizionali che lo rendono un moderno superfood:
- uno dei tè con più alti livelli di L-teanina, amminoacido con proprietà psicoattive;
- ricco di EGCA, polifenolo antiossidante e anticancerogeno;
- drenante, disintossicante e fonte di vitamina C;
- energizzante per via dell’alta concentrazione di caffeina, mista a tutte le altre proprietà;
- ricco di fibre;
- integratore di zinco, selenio e sodio;
- stabilizzatore della glicemia nel sangue;
Tutto ciò è possibile grazie proprio al modo in cui esso è prodotto: assumendolo in tazza ed essendo esso in polvere, è come se mangiassimo direttamente la foglia.
Questo è uno dei motivi principali per preferire un matcha biologico.
Ma qual è la sua storia?
Proveniente dalla Cina, in cui era già ampiamente usato per la cerimonia del tè, solo grazie alla dinastia Song arriveremo al tipo di lavorazione che conosciamo oggi: tritato e lavorato con frustino ed acqua calda.
La preparazione del tè Matcha diviene anche parte del chan buddista, un potentissimo rituale di meditazione, il quale mira a far crescere il potere di concentrazione della mente arrivando ad avere pace e rilassamento in un corpo sempre più sano.
Arriva in Giappone all’inizio del IX secolo attraverso la setta Tendai, monaci buddisti, ed in particolare grazie ad uno di loro, Saicho. Ben presto diviene parte anche delle meditazioni dei monaci zen.
La cerimonia del tè
La cerimonia del tè Cha No Yu, conosciuta anche come “Chado” (che significa “La via del tè“), è una delle tradizionali arti giapponesi che viene a riprendere la tradizione data dai monaci Zen e viene infine redatta dal maestro del tè Sen no Rikyu. Le fondamenta sono quattro: armonia, rispetto, purezza, tranquillità.
L’ambientazione dove avviene la cerimonia del tè vede spesso l’impiego di abitazioni classiche giapponesi, in legno, con la presenza di giardini con corsi d’acqua rocce (tipici della disciplina zen). Al suo interno, oltre la sala d’attesa, vi è poi la famosa sala da tè, adibita alla preparazione del tè Matcha.
Quali strumenti si usano?
Le parole d’ordine per questo rituale sono quindi semplicità e naturalezza ed infatti l’impiego di strumenti umili e costruiti con materiali locali, dimostra il senso della cerimonia:
– Chawan (la tazza per il tè Matcha),
– Natsume (dove viene contenuto il tè),
– Chasen (il frullino di bambù)
– Chashaku (il dosa-tè di bambù).
Molto importante è, come nel caso di ogni tè verde, la temperatura dell’acqua, che nel caso del Matcha non deve mai superare i 75/80 gradi.
Come si svolge e quanto dura?
La durata della cerimonia è di circa quattro ore e si suddivide in tre parti:
– Kaiseki, un pasto di sette portate leggere che viene servito prima della cerimonia;
– breve intervallo;
– la cerimonia vera e propria dove viene servito cerimonia completa si svolge per una durata di quattro ore: una prima parte in cui viene servito un pasto leggero di sette portate kaiseki, a seguire un intervallo e poi la parte vera e propria della cerimonia durante la quale viene servito il Koicha, il tè più denso (4gr di polvere per 40ml di acqua a 70 gradi), e l’Usucha, il tè più leggero(1,5gr di polvere per 70ml di acqua a 75 gradi).
La preparazione del tè Matcha
Il delicato processo di realizzazione del Matcha può essere ammirato tranquillamente su youtube e, da come si potrà ben vedere può sembrare una preparazione meticolosa, ma che porta all’ottenimento non solo di una bevanda eccezionale, ma anche ad una performance artistica esemplare.
Questi i passaggi in breve:
– Scaldare l’acqua alla giusta temperatura (circa 70°/80°);
– Aggiungere una punta di Chashaku (o di cucchiaino da caffé);
– Aggiungere poca acqua e mescolare con il Chasen, eliminando i grumi fino ad ottenere una pasta omogenea;
– Aggiungere il resto dell’acqua – in proporzione – ed emulsionare con il Chasen al fine di produrre, con movimenti a forma di “m”, la famosa spuma di giada.
Il sapore del matcha risulta erbaceo, tendente all’amarognolo quasi a ricordare il tono minerale delle alghe, ma ciò può cambiare in base alla tipologia di foglia adoperata: più le foglie sono alte e più il sapore si addolcisce (ad esempio nel “grado cerimoniale”, che è quello più alto, il sapore è dolce e vellutato), così anche in base al grado dell’acqua ed alla quantità di matcha versato.
Usi ed avvertenze
Se per l’utilizzo in tazza, se ne consigliano massimo due tazze al giorno, e per le dosi massimo 4-5gr al giorno, le avvertenze per chi soffre di alcune patologie sono un po’ diverse.
Il Matcha è considerato dunque un superfood, energizzante per via dell’alta concentrazione di teina ed adattissimo per l’uso di sportivi e anche studenti, ma bisogna fare attenzione ad usarlo in determinate situazioni.
In gravidanza, per esempio, deve essere eliminato in quanto riduce l’acido folico. Chi soffre di disturbi gastrointestinali deve fare molta attenzione a non abusarne, come anche chi soffre di ansia, stress o insonnia: la caffeina potrebbe accentuare queste problematiche.
Altri tipi di impiego
Al giorno d’oggi, però, il Matcha è una prelibatezza orientale, che viene spesso usata per realizzare piccole opere di gran pasticceria, dai classici pancakes americani rivisitati in “verde” a delle eleganti e raffinate tartellette o, data la stagione estiva, un bel matcha latte freddo o un matcha chia pudding.
Ma i suoi usi non si fermano solo all’aspetto alimentare. Il tè matcha oggi viene impiegato anche in trattamenti di bellezza, quali scrub corpo e maschere idratanti per il viso.
Insomma, questo prodotto così ricco e antico è, ad oggi, una fonte inesauribile di utilizzi.
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