Con l’arrivo dell’estate, la protezione solare è l’alleato a cui non dobbiamo mai rinunciare per la salute della nostra pelle. Questo prodotto, solitamente in crema, scherma la cute dai dannosi raggi ultravioletti (UV), prevenendo non solo scottature, ma anche danni a lungo termine come invecchiamento precoce, macchie solari e, come sottolineato da fonti autorevoli come l’AIRC, un aumento del rischio di tumori cutanei.
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Filtri fisici vs. chimici: la verità oltre i miti
Un punto fondamentale nella scelta di una protezione solare è la comprensione della differenza tra filtri fisici (o inorganici) e chimici (o organici). Entrambi sono sicuri ed efficaci, ma agiscono in modo diverso.
Tipologia di filtro | Meccanismo d’azione e caratteristiche |
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Filtri fisici (es. ossido di zinco, biossido di titanio) | Agiscono come uno scudo: riflettono e disperdono i raggi uv. Sono ben tollerati dalle pelli sensibili ma possono lasciare una leggera patina bianca. |
Filtri chimici (es. avobenzone, octocrylene) | Agiscono come una spugna: assorbono i raggi uv e li trasformano in calore, rendendoli innocui. Hanno texture più leggere e trasparenti. |
L’idea che i filtri chimici “facciano assorbire i raggi dannosi” è errata. Il loro meccanismo di assorbimento è proprio ciò che neutralizza la radiazione UV. La scelta migliore spesso ricade su prodotti che combinano entrambi i tipi di filtri per garantire una protezione ad ampio spettro e una texture piacevole.
Le polemiche del 2025: solari eco-compatibili e il rischio greenwashing
Le preoccupazioni per l’impatto ambientale dei solari non sono una novità, ma nel 2025 hanno raggiunto un punto critico. Le polemiche non riguardano più solo la barriera corallina (“reef-safe”), ma l’intero ecosistema marino. Studi recenti hanno evidenziato come alcuni filtri chimici, anche di nuova generazione, possano accumularsi in alghe e microrganismi, alterando delicati equilibri.
Questo ha portato alla polemica del “greenwashing”: molte aziende utilizzano il claim “reef-safe” basandosi su normative datate (che vietano solo oxybenzone e octinoxate), ma senza aderire ai nuovi, più stringenti, protocolli “ocean-safe”. Per una scelta veramente consapevole nel 2025, si consiglia di cercare prodotti con certificazioni di eco-compatibilità marina rilasciate da enti terzi e di privilegiare formule con filtri fisici non-nano, considerati a oggi l’opzione a minor impatto ambientale.
Guida pratica: come scegliere la protezione solare adatta a te
È fondamentale ricordare che la protezione solare va usata quotidianamente, anche nei mesi freddi, poiché i raggi UVA (responsabili dell’invecchiamento) sono presenti tutto l’anno. Ecco alcuni consigli pratici per la scelta:
- Identifica il tuo fototipo: Esistono 6 fototipi che classificano la reazione della pelle al sole. Più il fototipo è basso (pelle chiara, capelli biondi/rossi), più alto deve essere il fattore di protezione (SPF 50+).
- Scegli la texture giusta: Cerca una protezione solare non comedogenica (che non ostruisce i pori) e, se hai la pelle mista o grassa, oil-free per evitare l’effetto lucido. Le formule moderne sono leggere, non lasciano residui bianchi e sono adatte anche come base trucco.
- Adatta la protezione al contesto: La crema per una giornata in città sarà diversa da quella per il mare. In spiaggia, scegli formule resistenti all’acqua e con un SPF alto, specialmente nelle ore centrali della giornata (11-16).
- Applica correttamente: Per essere efficace, la protezione va applicata in quantità generosa (circa due dita di prodotto per viso e collo) 20 minuti prima dell’esposizione e riapplicata ogni due ore, e sempre dopo aver sudato o fatto il bagno.