Il mito di Teseo e Arianna: tra fiducia e tradimento

Il mito di Teseo e Arianna: tra fiducia e tradimento

Il mito di Teseo e Arianna narra l’intreccio tra l’eroe ateniese e la principessa di Creta, figlia del potente re Minosse. Un filo, simbolo di significati profondi, lega l’intera vicenda, definita da un ciclo di fiducia e tradimento. Un atto di slealtà apre e chiude la narrazione, intessendo una trama complessa che avvolge eroi e dèi. La storia di Teseo e Arianna è infatti un racconto di amore e abbandono, di promesse infrante e di conseguenze divine. Il mito si dipana dal palazzo di Cnosso, attraversa il celebre labirinto costruito da Dedalo, approda sull’isola di Nasso e si conclude tragicamente sulle coste dell’Attica. Questa vicenda si pone come una rappresentazione di come la fiducia e il tradimento possano essere due facce della stessa medaglia.

L’origine del tributo: il tradimento di Minosse e la nascita del Minotauro

L’inizio del mito di Teseo e Arianna è segnato da un tradimento. Alla morte di Asterio, re di Creta, suo figlio adottivo Minosse aspirava al trono. Per dimostrare il suo diritto divino ai fratelli, pregò Poseidone di inviargli un toro bianco come la neve da sacrificare in suo onore. L’animale inviato dal dio del mare era così magnifico che Minosse, accecato dalla superbia, decise di tenerlo per sé, sacrificando un altro toro. Poseidone, per vendicare l’affronto, fece sì che Pasifae, moglie di Minosse, si innamorasse follemente dell’animale. Dalla loro unione nacque il Minotauro, una creatura feroce con corpo umano e testa di toro. Per nascondere questa vergogna, Minosse ordinò all’architetto Dedalo di costruire un palazzo intricato, il labirinto di Cnosso, dal quale era impossibile fuggire. Per nutrire il mostro, Minosse impose un terribile tributo ad Atene, città sconfitta in guerra: ogni nove anni, sette fanciulli e sette fanciulle dovevano essere inviati a Creta per essere dati in pasto al Minotauro.

Teseo a Creta: l’incontro con Arianna e la promessa d’amore

Teseo, figlio di Egeo, re di Atene, si offrì volontario per far parte del gruppo di sacrifici, con il reale intento di uccidere il Minotauro e liberare la sua città. Giunto a Creta, l’eroe incontrò Arianna, figlia di Minosse. La principessa si innamorò perdutamente di lui e decise di aiutarlo, tradendo così la sua famiglia e la sua patria. In cambio del suo aiuto, Teseo le promise di portarla con sé ad Atene e di sposarla. L’aiuto di Arianna fu decisivo: diede a Teseo un gomitolo di filo da srotolare mentre si addentrava nel labirinto, così da poter ritrovare la via d’uscita una volta compiuta l’impresa. Il mito è ampiamente trattato in fonti classiche, come nelle opere di Plutarco e Ovidio.

Cosa rappresenta il filo di Arianna?

Il filo di Arianna è il simbolo centrale del mito e rappresenta la soluzione a un problema complesso, la via d’uscita da una situazione apparentemente senza speranza. Non è solo un oggetto fisico, ma una metafora della logica, dell’intuizione e della conoscenza che permettono di superare le difficoltà. Il labirinto stesso simboleggia il caos, l’inconscio o un percorso interiore pieno di ostacoli. Il filo, quindi, è lo strumento che porta ordine nel disordine, la speranza che guida attraverso le tenebre. Rappresenta anche la fiducia che Arianna ripone in Teseo e la promessa d’amore che lega i due giovani.

L’abbandono a Nasso e la rinascita con Dioniso

Dopo aver ucciso il Minotauro, Teseo fuggì da Creta con Arianna e gli altri giovani ateniesi. Durante il viaggio, la nave fece scalo sull’isola di Dia, oggi conosciuta come Nasso. Qui si consumò il secondo grande tradimento del mito: Teseo abbandonò Arianna mentre dormiva. Le ragioni di questo gesto variano a seconda delle versioni: alcuni dicono che fu costretto da Dioniso, che aveva già scelto Arianna come sua sposa; altri suggeriscono che Teseo la considerasse un ostacolo per le sue ambizioni politiche ad Atene. Da questo episodio deriva il modo di dire “essere piantati in asso”. Arianna, al risveglio, si ritrovò sola e disperata. Proprio quando stava per cedere al dolore, le apparve Dioniso, dio del vino e dell’estasi, che la consolò, se ne innamorò e la rese sua sposa immortale, regalandole una corona di stelle.

Il destino di Teseo e la tragica morte di Egeo

All’eroe greco, invece, non toccò una sorte felice. Prima della sua partenza per Creta, suo padre Egeo gli aveva dato un duplice set di vele: quelle nere da usare durante il viaggio di andata e quelle bianche da issare al ritorno in caso di vittoria. Accecato dal dolore per l’abbandono di Arianna o per semplice dimenticanza, Teseo non cambiò le vele. Egeo, scrutando l’orizzonte dalla scogliera, vide la nave del figlio con le vele nere, simbolo di morte. Convinto che Teseo fosse stato ucciso, si gettò in mare, che da quel giorno prese il suo nome: il Mar Egeo. Teseo tornò ad Atene non come un eroe trionfante, ma come la causa involontaria della morte di suo padre, una punizione per le sue promesse infrante.

I tradimenti e le promesse nel mito

Il mito di Teseo e Arianna è costruito su una catena di patti, fiducia e slealtà. La seguente tabella riassume gli snodi fondamentali di questo ciclo.

Personaggio Promessa e tradimento nel mito
Minosse Promette a Poseidone un sacrificio per ottenere il trono, ma tradisce il patto, causando la nascita del Minotauro.
Arianna Si fida di Teseo e tradisce la sua famiglia per aiutarlo, ma viene a sua volta tradita e abbandonata a Nasso. Trova poi salvezza con Dioniso.
Teseo Promette amore ad Arianna e obbedienza al padre Egeo, ma tradisce entrambe le promesse, causando dolore e morte.
Egeo Si fida del patto delle vele per conoscere il destino del figlio, ma la fiducia mal riposta lo porta al suicidio.

Il mito, ancora oggi legato al sito archeologico del Palazzo di Cnosso a Creta, mostra come il tradimento possa diventare un passaggio necessario per una trasformazione. Per Arianna è una catarsi che la porta a una felicità divina, mentre per Teseo diventa una nemesi che lo condanna a una vita segnata dalla colpa.

Articolo aggiornato il: 03/10/2025

 

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