Burqa significato: la storia dal punto di vista culturale e religioso

Burqa

Il Burqa ha un significato molto profondo dal punto di vista sia culturale che religioso. La parola Burqa è l’arabizzazione della parola persiana purda (parda) che significa “cortina”, “velo”. È un indumento prevalentemente usato dalle donne in Afghanistan e in Pakistan ed è noto in Asia centrale oltre che come “burqa” o “burka” anche come “chadri” o “paranja“.

Burqa: significato e varie tipologie

Il burqa si distingue in due tipi di indumenti diversi: il primo è un velo fissato al capo che copre l’intera testa permettendo di vedere solo da una finestra all’altezza degli occhi che li lascia scoperti o che lascia scoperti occhi e bocca che rimane comunque coperta da una sorta di mascherina detta “bandar burqa“. Il secondo tipo invece è un abito, denominato “burqa completo” o “burqa afghano“, che solitamente è di colore o nero o blu e che copre sia la testa che il corpo e che possiede all’altezza degli occhi una retina che permette di vedere parzialmente, senza però scoprire gli occhi della donna.

Esistono tipi di burqa diversi poiché sono strettamente legati all’appartenenza geografica della donna e alla sua essenza culturale e religiosa. A prescindere dall’Islam, l’obbligo di indossare il burqa è conseguenza di tradizioni locali poiché nelle norme coraniche vi è riconosciuto normalmente l’obbligo di indossare un velo, anche se l’argomento è molto controverso poiché non esiste pena in caso di trasgressione.

Il burqa è stato introdotto in Afghanistan all’inizio del 1890 durante il regno di Habibullah Kalakani che lo impose alle duecento donne del suo harem, in modo tale da “non indurre in tentazione” gli uomini qualora esse si fossero trovate fuori dalle residenza reale. Da lì in poi è divenuto un capo per le donne dei ceti superiori, da usare per essere protette dagli sguardi del popolo. Dagli anni ’50 però, cambiò lo scenario poiché le donne dei ceti elevati cominciarono a non farne più uso e nel frattempo diventò un capo ambito dai ceti poveri. Nel 1961 venne proclamata una legge che ne vietò l’uso alle pubbliche dipendenti anche se, durante la guerra civile, venne instaurato un regime islamico e sempre più donne tornarono ad indossarlo fin quando non fu dettato il divieto assoluto di mostrare il volto imposto a tutte le donne dal successivo regime teocratico dei taleban che durò meno di cinque anni. Attualmente, sia in Afghanistan che nel resto del mondo (tranne che in Arabia Saudita, dove l’obbligo è stato abolito solo nel marzo del 2018) non vige obbligo sanzionato dalla legge di indossare il burqa.

Fonte immagine: Pixabay

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