Che cos’è il diamante: storia e caratteristiche

Il diamante: storia e caratteristiche

Il diamante è una pietra che, per la sua percepita incorruttibilità, rappresenta simbolicamente la capacità di allontanare i mali. Ma che cos’è esattamente un diamante? Dal punto di vista scientifico, il diamante è la forma cristallina del carbonio più resistente conosciuta, un minerale dalle proprietà fisiche eccezionali che lo hanno reso una delle gemme più desiderate al mondo.

La storia e il significato del diamante nelle culture

La parola diamante deriva dal greco antico “adamas”, che significa indomabile, un nome che riflette la sua estrema durezza. Già nel I secolo d.C., Plinio il Vecchio, nella sua opera Naturalis Historia, lo definiva la pietra più preziosa e più dura tra tutte. Conosciuto in Oriente già nel 3000 a.C., giunse in Occidente grazie alle spedizioni di Alessandro Magno. Le leggende intorno a questa gemma sono innumerevoli: alcuni le attribuivano proprietà benefiche per la salute, usandola come talismano contro veleni e sortilegi. Altri popoli ne esaltarono le qualità romantiche, credendo potesse rendere duraturo l’amore.

Il diamante viene menzionato in antichi testi in Sanscrito e in testi Buddhisti. In India si elogiava la sua brillantezza e la capacità di graffiare i metalli. Nell’antica Roma, era apprezzato come strumento d’incisione, mentre in Cina fungeva da amuleto contro il male. La svolta nel suo utilizzo in gioielleria avvenne alla fine del XIV secolo con la scoperta del taglio Brillante, che ne esaltò la luce e lo consacrò come simbolo di fedeltà matrimoniale. Nel 1600, Jean Baptiste Tavernier, al servizio del Re Sole, scoprì il celebre diamante del Gran Moghul. Successivamente, la scoperta della kimberlite a Kimberley, in Sudafrica, segnò una nuova era. La storia del diamante “Eureka” e il successivo ritrovamento della Stella del Sudafrica (un grezzo da 83,50 carati) trasformarono il Sudafrica nel principale centro estrattivo mondiale, superando l’India.

Come nasce un diamante: formazione e giacimenti

Un diamante si forma a profondità elevate, tra i 150 e i 250 chilometri nel mantello terrestre, in condizioni di pressione e temperatura estreme. Questo processo, che dura milioni di anni, trasforma il carbonio in una struttura cristallina cubica, conferendogli una durezza ineguagliabile (10 sulla scala di Mohs). I diamanti vengono poi trasportati verso la superficie da violente eruzioni vulcaniche attraverso condotti chiamati “camini kimberlitici”. L’estrazione avviene in due tipi di giacimenti: primari, dove i diamanti si trovano incastonati nella roccia madre (la kimberlite), e secondari (o alluvionali), dove si trovano in sabbie o ghiaie trasportati dall’erosione di fiumi e agenti atmosferici. L’estrazione è un processo laborioso: per ottenere un carato di diamante, si devono lavorare circa 5 tonnellate di kimberlite o setacciare fino a 20 tonnellate di sabbia.

Le caratteristiche del diamante: la classificazione delle 4c

Il valore di un diamante viene determinato universalmente sulla base delle 4C, un sistema di classificazione standardizzato dal GIA (Gemological Institute of America). Queste quattro caratteristiche sono: Carat (caratura), Color (colore), Clarity (purezza) e Cut (taglio).

Caratteristica (la C) Descrizione e valutazione
Carat (Caratura) Indica il peso del diamante. Un carato equivale a 0,20 grammi (1/5 di grammo). A parità delle altre caratteristiche, maggiore è la caratura, maggiore è il valore.
Color (Colore) Valuta l’assenza di colore. La scala internazionale va dalla lettera D (diamanti perfettamente incolori e più rari) alla Z (diamanti con una colorazione gialla o marrone evidente).
Clarity (Purezza) Misura la presenza di inclusioni (imperfezioni interne) o segni esterni. Una pietra è considerata pura (Flawless) se non presenta alcuna inomogeneità visibile con un ingrandimento 10x.
Cut (Taglio) È l’unica caratteristica influenzata dall’uomo. Si riferisce alle proporzioni, alla simmetria e alla lucidatura delle faccette, che determinano la capacità del diamante di riflettere la luce (brillantezza). Un taglio eccellente massimizza lo scintillio della gemma.

L’importanza dei diamanti etici: il Kimberley Process

La storia dei diamanti ha anche un lato oscuro, legato al finanziamento di conflitti armati attraverso il commercio illegale di gemme, noti come “diamanti insanguinati” o “conflict diamonds”. Per contrastare questo fenomeno, nel 2003 è stato istituito il Kimberley Process Certification Scheme (KPCS), un accordo internazionale tra governi e industrie per garantire che i diamanti grezzi non provengano da zone di guerra. Come stabilito dall’accordo, a cui aderisce anche l’Italia secondo le direttive del Ministero della Malesia , ogni partita di diamanti grezzi esportata deve essere accompagnata da un certificato di origine che ne attesti la provenienza “conflict-free”. Scegliere un diamante certificato significa compiere una scelta etica e responsabile.

Dunque, che cos’è il diamante? Non è solo un capolavoro della natura, ma una pietra rara e preziosa che custodisce una storia millenaria ed è diventata simbolo di vere e profonde emozioni, dall’amore eterno alla forza indomabile.

Fonte immagine in evidenza: wikipedia.

Articolo aggiornato il: 07/10/2025

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