Chi è Vladimir Majakovskij: il poeta sovietico

Chi è Vladimir Majakovskij: il poeta sovietico

Chi è Vladimir Majakovskij, il poeta sovietico appartenente al movimento letterario del futurismo ma è stato anche un importante giornalista, attore e regista di teatro, molto legato alla scena politica dell’epoca.

Chi è Vladimir Majakovskij

Vladimir Majakovskij è nato in Georgia, una provincia della Russia zarista, nel 1893. Sin dalla giovane età si interessa alla politica, infatti si iscriverà al Partito bolscevico e sarà più volte arrestato per motivi politici. Proprio durante il periodo trascorso in carcere, l’autore inizierà a dedicarsi alla scrittura. Nelle sue prime opere emerge chiaramente la sua critica all’arte del passato, stessa polemica che i futuristi stavano già portando avanti da qualche anno. Con la Rivoluzione del 1917 si avvicinerà con entusiasmo al regime, infatti lavorerà per l’agenzia di Stato per le comunicazioni, occasione sfruttata anche per la pubblicazione di manifesti di propaganda. Proprio in questo periodo Majakovskij avrà relazioni profonde con personaggi celebri nell’avanguardia artistica e teatrale, infatti le sue opere si allontaneranno dal carattere propriamente soggettivo tipico degli inizi per avvicinarsi sempre più ad approfondimenti sul piano della politica.

Le opere e l’impegno politico

L’impegno politico e la l’entusiasmo per la Rivoluzione del 1917, porteranno Vladimir Majakovskij a un periodo fortemente creativo e proprio il suo interesse per gli eventi storici e politici dell’epoca sono al centro delle sue opere, ad esempio con Mistero buffo, un lavoro teatrale che riprende il mito dell’arca per raccontare la sollevazione degli operai attraverso la rappresentazione di uno scontro tra la classe dei proletari e i loro nemici; in cui presenta il socialismo come il modello perfetto a cui ambire.

Inoltre il tema politico torna centrale anche in Lenin Vladimir Il’ ič, un poema scritto dopo la morte di Lenin e che presenta un’esaltazione del movimento degli operai ma soprattutto di Lenin stesso, la figura che ha ispirato il poeta sovietico. Il suo impegno politico ebbe grandi effetti sulla sua scrittura, portandolo sempre più verso sperimentazioni di poesia nuova, grazie anche ai numerosi viaggi all’estero che compì come direttore della rivista LEF, cioè la rivista di un’organizzazione politica e artistica molto attiva nell’URSS.

Con il venir meno dell’entusiasmo provocato dalla Rivoluzione d’Ottobre e con l’avvento di una diffusa chiusura ideologica in Russia causata dalla dittatura di Stalin, le opere di Vladimir Majakovskij cambiano totalmente indirizzo: dalle opere di adorazione verso il regime, l’autore passa alla stesura di opere di critica verso lo stesso. Tra queste ricordiamo la commedia La cimice, in cui emerge il sentimento di delusione dell’autore verso la rivoluzione, e Il bagno, una commedia in cui ironicamente l’autore rappresenta un mondo popolato da burocratici ottusi. Entrambe le commedie non ebbero il successo sperato sia perché l’autore fu accusato di scrivere opere incomprensibili sia perché secondo la critica non rispecchiavano le esigenze della società russa dell’epoca. Le delusioni dal punto di vista lavorativo e il venir meno delle speranze riposte nel regime, a cui si aggiunsero anche deludenti esperienze amorose, portarono il poeta al suicidio.

Fonte immagine: [Wikimedia Commons]

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