Eventi della storia contemporanea: i 5 fondamentali

eventi della storia contemporanea

La storia contemporanea in quanto scienza sociale ha come oggetto di studio uno specifico periodo storico, ossia l’età contemporanea. Risulta spesso arduo fissare una netta cesura epocale tra le periodizzazioni tradizionali della storia dell’umanità, soprattutto perché taluni elementi di un certo periodo storico spesso confluiscono nell’età successiva. L’età contemporanea racchiude sicuramente una serie di eventi cruciali e con una forte carica periodizzante: vediamo insieme i principali eventi della storia contemporanea.

L’inizio della storia contemporanea: la rivoluzione francese

Canonicamente, la storia contemporanea inizia con la rivoluzione francese (1789) e la rivoluzione industriale. La rivoluzione francese cambia radicalmente l’assetto politico e socioeconomico della Francia: finisce il cosiddetto Ancien Régime, caratterizzato da un regime monarchico alquanto oppressivo e centralizzato e dall’esistenza di una società fortemente gerarchica e verticale, in cui l’appartenenza a un determinato ceto sociale scandiva interamente l’esistenza dei singoli individui, e inizia l’età della prima République Française, proclamata nel 1792 a seguito della presa del Palazzo delle Tuileries (residenza ufficiale del re Luigi XVI) da parte della folla parigina in rivolta, della trasformazione dell’Assemblea Nazionale in Convenzione Nazionale e dell’abolizione della monarchia votata all’unanimità durante la prima seduta della nascente Convenzione.

Prima della Rivoluzione, la società era suddivisa in tre classi: la nobiltà, il clero e il terzo stato. Quest’ultimo, che rappresentava circa il 98% della popolazione, inglobava tutta una serie di ceti sociali, dagli strati più abbienti della borghesia fino a quelli più poveri come la classe contadina. Nonostante l’eterogeneità, la varietà di ceti sociali del terzo stato condivideva una posizione subalterna rispetto alla nobiltà e al clero, in quanto si ritrovavano isolati dalla sfera del potere e sottoposti a un pesante regime fiscale, del tutto iniquo in relazione ai privilegi di aristocratici ed ecclesiastici, i quali (tra le varie cose) erano esonerati dal pagamento delle imposte. Il fermento rivoluzionario inizia anni prima del 1789, a causa di una serie di disastri economici e finanziari, causati soprattutto dalle ingentissime spese belliche per la guerra anglo-francese combattuta tra il 1778 e il 1783, e di diverse carestie e siccità che avevano compromesso i raccolti e di conseguenza la produzione alimentare e industriale. L’inflazione e la crescita del deficit e del debito pubblico francesi erano dunque fuori controllo. A nulla servì la convocazione degli Stati Generali, il popolo parigino era deciso a sovvertire l’ordine monarchico ed estirpare il sistema socioeconomico tipico dell’Antico regime: la presa della Bastiglia del 14 luglio 1789 diede inizio ad anni di insurrezioni e moti a difesa dei propri diritti e delle proprie libertà. La rivoluzione francese, in ultima analisi, rappresenta uno degli eventi di storia contemporanea cruciali per comprendere l’assetto politico e sociale della Francia odierna.

La rivoluzione industriale

La rivoluzione industriale costituisce un processo di industrializzazione delle società che da agricolo-artigianali-commerciali si trasformarono in sistemi industriali, caratterizzati dall’impiego di macchinari e dall’utilizzo di nuove fonti energetiche (soprattutto combustibili fossili). Convenzionalmente, la storiografia divide la rivoluzione industriale in prima e seconda rivoluzione industriale. La prima investì principalmente il settore tessile-metallurgico, con l’introduzione della spoletta volante e della macchina a vapore nella seconda metà del ‘700. La seconda rivoluzione industriale inizia a partire dal 1870 con l’introduzione dell’elettricità, dei prodotti chimici e del petrolio. La rivoluzione industriale pertanto costituisce uno degli eventi della storia contemporanea che inaugura una trasformazione totale del sistema produttivo e del sistema economico, nonché dell’intero sistema sociale: l’avvento della fabbrica e della macchina modificò i rapporti tra i settori produttivi e porta alla nascita di nuovi soggetti sociali, tra tutti la classe operaia e il capitalista industriale, cioè l’imprenditore proprietario della fabbrica e dei mezzi di produzione che mirava ad incrementare al massimo i ricavi e il profitto della propria attività, spesso calpestando i diritti dei propri lavoratori.

La Grande Guerra e la rivoluzione russa

Tra gli eventi della storia contemporanea è impossibile non menzionare la Grande Guerra (1914- 1918) e la Seconda Guerra mondiale (1939- 1945). La Prima Guerra mondiale ebbe inizio con la dichiarazione di guerra al regno di Serbia da parte dell’impero austro- ungarico, a seguito dell’assassinio a Sarajevo dell’arciduca austriaco Francesco Ferdinando e di sua moglie Sophie da parte di Gavrilo Princip, uno studente rivoluzionario bosniaco appartenente a un’organizzazione terroristica. Gli stati protagonisti del conflitto furono l’impero tedesco, l’impero ottomano e l’impero austro- ungarico contro Serbia, Francia, Gran Bretagna e Russia (le potenze dell’intesa). L’Italia, in teoria alleata degli imperi centrali, in pratica scese in campo nel 1915 dopo aver siglato il Patto di Londra, un accordo tra Italia, Russia, Francia e Gran Bretagna che prevedeva la discesa in campo della nostra penisola al fianco delle potenze dell’intesa, in cambio di numerose concessioni territoriali (tra cui le cosiddette terre irredente).

La Russia abbandonò il conflitto nel 1917, incapace sia a livello militare che a livello economico di sostenere l’enorme sforzo bellico, stipulando un trattato di pace con gli imperi centrali, noto come trattato di Brest-Litovsk. Una volta fuori dalla guerra, la Russia si concentrò soprattutto sul versante interno della politica: l’impero zarista viene rovesciato da una serie di moti rivoluzionari a Pietroburgo (noti come la Rivoluzione di febbraio), l’ultimo zar Nicola II viene costretto ad abdicare e si forma un governo provvisorio formato prevalentemente da menscevichi e socialisti rivoluzionari. Parallelamente, stava conquistando popolarità e consenso il movimento dei soviet, trainato soprattutto dai bolscevichi. E fu proprio un bolscevico, Lenin, a imprimere una svolta alla Rivoluzione russa: convinto che la Rivoluzione di febbraio non fosse stata abbastanza incisiva, incita il popolo russo a ingaggiarsi in una rivoluzione proletaria radicale che potesse esser in grado di trasformare la Russia in uno stato comunista. Nell’ottobre del 1917 inizia così la rivoluzione d’ottobre: i bolscevichi prendono d’assalto il Palazzo di ottobre e il governo provvisorio viene deposto a favore di un governo rivoluzionario presieduto dallo stesso Lenin e da Trockij. Dal 1917 al 1922 il paese cadde in una brutale guerra civile, vinta alla fine dall’Armata Rossa bolscevica. Nel 1922 nasce l’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS), il primo stato socialista della storia sulla scia delle teorie di Karl Marx, in contrapposizione al modello di produzione e sviluppo socioeconomico capitalistico.

Il 1917 non rappresenta solo l’anno della crisi russa, ma anche un momento chiave nelle sorti della guerra: fanno il loro ingresso gli Stati Uniti al fianco delle potenze dell’intesa, nonostante allo scoppio del conflitto il presidente Wilson avesse proclamato la neutralità del paese. Francia e Gran Bretagna avevano beneficiato di ingenti prestiti da parte delle banche statunitensi, fondamentali per proseguire lo sforzo bellico; dunque, gli USA costituivano il maggior finanziatore del conflitto stesso. Gli interessi commerciali e finanziari degli Stati Uniti in Europa erano perciò di grandi entità. La potente macchina militare degli Stati Uniti fu determinante per la vittoria dell’intesa.

La Seconda Guerra mondiale

La Seconda Guerra mondiale rappresenta un altro tassello cruciale nel novero degli eventi della storia contemporanea. Le parti in conflitto furono le potenze dell’Asse, ergo Germania, Italia e Giappone, e gli Alleati, ossia tutti i paesi che combattevano le potenze dell’Asse, tra tutti Gran Bretagna, Unione Sovietica, Francia e Stati Uniti. Concretamente, il conflitto inizia il 1° settembre 1939 con l’invasione della Polonia da parte della Germania nazista di Hitler, a cui segue una campagna controffensiva a difesa dello stato polacco da parte degli Alleati.

L’estensione del conflitto è stata davvero impressionante: ha coinvolto diversi fronti, tra cui i Balcani, l’Africa e il Pacifico. Gli anni antecedenti l’inizio del conflitto sono cruciali per capirne le origini. Il trattato di Versailles del 1919 a conclusione della Prima Guerra mondiale aveva imposto elevatissime spese di riparazione per la Germania, da sempre accusata dalle altre potenze europee di aver causato lo scoppio del conflitto. Perciò, il paese fu punito severamente sia a livello militare, sia territoriale che economico, ragion per cui la Germania arrivò alla bancarotta, fu costretta a richiedere prestiti agli Stati Uniti e ad applicare politiche di svalutazione della moneta nazionale per fronteggiare l’inflazione. La società tedesca aveva covato forte risentimento nei confronti del trattato e delle potenze europee che lo avevano approvato, ritenendo che la punizione inflitta alla Germania fosse stata eccessiva.

Di questo riserbo approfittò Hitler, che con la sua abile retorica convinse la società tedesca della necessità di una vendetta e di un riscatto per l’ingiustizia subita; ma fu soprattutto contro gli ebrei e i comunisti che costruì abilmente una propaganda colma d’odio e disprezzo, etichettati come i soli responsabili per la disfatta tedesca (la cosiddetta pugnalata alle spalle). Dal momento in cui Hitler sale al potere, inizia una politica di sistematica eliminazione e ghettizzazione di ebrei e comunisti, finalizzata alla conservazione di una razza pura, la razza ariana. Non a caso quindi si tratta del più grande e sanguinoso conflitto armato della storia: sei lunghi anni di distruzione, massacri, pulizia etnica e controllo sociale, con un numero di vittime che oscilla tra i 55 e i 60 milioni di individui. Le popolazioni civili, sia nella Germania di Hitler che nell’Italia di Mussolini, furono bersaglio di bombardamenti, rappresaglie, persecuzioni, deportazioni e stermini, finalizzati ad annientare non solo le popolazioni di origine o etnia ebraica, ma anche le popolazioni slave, rumene e tutte quelle che il regime nazista considerava come un ostacolo per la formazione della razza pura.

Dalla Guerra Fredda agli sviluppi successivi della storia contemporanea

La guerra si conclude nel 1945 con il tracollo delle potenze dell’Asse e la vittoria degli Alleati. Tra la fine degli anni ’40 e l’inizio degli anni ’50 si avvia un periodo di aspra competizione militare, finanziaria, economica e politica tra Unione Sovietica e Stati Uniti, le due superpotenze artefici della vittoria della Seconda Guerra mondiale, passato alla storia come Guerra Fredda. Il nome si deve proprio al fatto che la contrapposizione geopolitica tra le due superpotenze non è mai degenerata in una guerra militare, soprattutto grazie alla dissuasione esercitata con l’ausilio dell’arma nucleare, che se impiegata avrebbe determinato l’annichilimento dell’umanità intera. Fino al 1991, anno dell’implosione dell’Unione Sovietica e della nascita della Federazione russa, il mondo era diviso in due: da una parte il blocco orientale, capitanato dall’Unione Sovietica, che comprendeva tutti gli stati satellite del Patto di Varsavia, e dall’altra il blocco occidentale, con al vertice gli Stati Uniti, seguiti da tutti gli stati del Patto Atlantico.

Parliamo dunque di ben quattro decenni, contraddistinti da diversi celebri eventi della storia contemporanea: il piano Marshall ideato per sostenere economicamente la ripresa degli stati europei post conflitto, la divisone in due della Germania e la spartizione dei territori in sfere di influenza (Germania Ovest legata al blocco occidentale e Germania Est a quello orientale), la guerra di Corea, le guerre arabo–israeliane, la decolonizzazione in Asia e Africa e la conseguente nascita di nuovi stati, la rivoluzione cubana, la guerra del Vietnam, l’invasione sovietica dell’Afghanistan e la nascita del terrorismo islamico, le politiche del glastnost e della perestrojka di Gorbacev e la caduta del muro di Berlino. Molte di queste vicissitudini dispiegano i loro effetti ancora oggi, basti pensare alla nascita di ISIS e al conflitto tra Israele e Palestina, che va avanti dal 1948.

Con la conclusione della Guerra Fredda inizia l’unipolarismo americano, ossia un sistema geopolitico e geoeconomico che consacra l’assoluta egemonia su tutti i livelli (da quello economico a quello tecnologico) degli Stati Uniti, effettivo vincitore della Guerra Fredda. Ad oggi, l’influenza statunitense si è drasticamente ridotta, il mondo odierno è perlopiù un sistema multipolare formato da diversi centri di potere nevralgici (Cina, Russia, Corea del Nord…). L’11/09, la guerra in Afghanistan, l’invasione dell’Iraq di Saddam Hussein e della Libia di Gheddafi hanno mostrato l’inadeguatezza e l’anacronismo delle politiche statunitensi, soprattutto in relazione alla politica estera e alla gestione dei conflitti. La politica del gendarme americano poteva funzionare negli anni ’90 con la presidenza di Bush senior, ma di certo non ha funzionato nel mondo globalizzato del presidente Bush junior. Il disastro iracheno ha avuto conseguenze nefaste per tutto il mondo occidentale, visto che è proprio in quelle macerie che sorge ISIS e che si potenzia Al Qaeda. La frettolosità con cui si è usciti dal conflitto dopo l’esecuzione di Saddam Hussein ha determinato un disastro umanitario senza precedenti: gli Stati Uniti hanno abbandonato l’Iraq prima e l’Afghanistan dopo senza aver prima applicato una strategia di ricostruzione statale e nazionale, lasciando i due stati nell’anarchia totale e nelle mani di ISIS nel primo caso e dei Talebani nel secondo.

In conclusione, riassumere la vasta gamma degli eventi della storia contemporanea non è per nulla semplice, ma risulta essere necessario per esaminare e padroneggiare gli eventi odierni, data la fitta rete di connessioni con le vicende del secolo scorso. Si sa, la storia si ripete!

Fonte dell’immagine di copertina: Pixabay

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