La cultura rinascimentale fu una cultura molto legata alla sfera della laicità e ai valori terreni, venendo sempre meno a quelli che erano i dogmi religiosi. Fu proprio in questo contesto, soprattutto nei Paesi del Nord Europa, che si contraddistinsero alcuni intellettuali e riformatori che decisero di rimettere al centro della loro esistenza la fede cristiana e di ristabilire l’autenticità del messaggio evangelico. Quello che si verificò nel corso del Cinquecento fu una vera e propria svolta religiosa che avrebbe acquisito un potere enorme nei secoli successivi; una delle figure cardine di tale cambiamento fu Martin Lutero, l’iniziatore del cosiddetto protestantesimo.
Chi era Martin Lutero e qual era la sua dottrina religiosa
Martin Lutero nacque ad Eisleben, una cittadina della Germania in cui vigeva ancora una religione medievale molto cupa. Sin da giovane decise di dedicarsi alla vita monastica per via di un tormento interiore che non gli dava pace, ovvero egli si sentiva inadeguato di fronte ai comandamenti divini e temeva la dannazione eterna. Per Martin Lutero, infatti, la natura umana era intrinsecamente malvagia e corrotta dal peccato originale; di conseguenza, l’uomo da solo non poteva nulla e necessitava per forza dell’aiuto di Dio. Tramite quest’ultimo l’uomo era in grado di fare il bene sulla terra, cosa che gli avrebbe permesso in seguito di giungere alla salvezza eterna nel Paradiso. A conferma di tale visione, Martin Lutero riteneva che la fede andava coltivata soprattutto mediante una corretta lettura dei testi sacri, i quali dovevano essere necessariamente svincolati da qualsiasi tipo di interpretazione ufficiale. Quindi i due principi su cui si fondava la teologia luterana erano rispettivamente la fede e la scrittura.
Martin Lutero, in quanto religioso, si fece portavoce di una serie di cambiamenti significativi all’interno della concezione cristiana stessa. Ad esempio, dei sette sacramenti ammessi dalla Chiesa cattolica, solo due per Lutero erano realmente fondati sui testi sacri: il battesimo e l’eucarestia. Il battesimo poiché simboleggiava la cerimonia di iniziazione alla vita cristiana, l’eucarestia perché era il momento in cui si vedeva la presenza reale di Cristo nel pane e nel vino offerto ai fedeli. Inoltre, Martin Lutero era a favore del sacerdozio universale dei credenti, ossia l’idea che chiunque poteva essere chiamato a celebrare le funzioni religiose e quindi a mettersi in contatto diretto con Dio. A differenza di quanto affermava la Chiesa cattolica, Lutero non giustificava i voti monastici – egli stesso, infatti, dopo aver abbandonato gli abiti monacali si sposò con un’ex monaca – e considerava del tutto inutile la mediazione dei santi e della Vergine.
Martin Lutero e le sue 95 tesi
Per Martin Lutero non era concepibile il processo di purificazione nel Purgatorio, in quanto non aveva senso il fatto che Dio donasse la salvezza all’uomo peccatore ma poi quest’ultimo doveva purificarsi prima di giungere in Paradiso. Martin Lutero era contro le indulgenze, ovvero tutte quelle opere buone che l’uomo compiva sulla terra affinché potesse purificarsi in poco tempo per poter accedere alla salvezza eterna. Agli occhi di Lutero le indulgenze avevano completamente offuscato il messaggio di Dio e il papa non poteva avere il compito di rimetterle. Fu proprio questa situazione che lo portò ad affiggere nel 1517 le sue 95 tesi sulla porta della chiesa di Wittenberg, tesi che riscossero un immediato successo in tutta la Germania. Tuttavia, Roma si vide costretta ad intervenire; papa Leone X dovette emanare una bolla papale, chiamata Exsurge Domine, che obbligava Lutero a ritirare le sue tesi entro sessanta giorni oppure sarebbe stato scomunicato. Nonostante i vari tentativi di riconciliazione messi in atto sia dalla Chiesa che dall’Imperatore Carlo V, Martin Lutero non ritrattò nulla di quelle tesi, una scelta che gli costò la scomunica definitiva nel 1521.
L’azione compiuta da Martin Lutero suscitò un forte clamore fra il popolo tedesco ma anche nelle zone limitrofe; molti ecclesiastici si convertirono alla fede protestante e cominciarono a dipingere Lutero come un santo inviato da Dio, mentre il papa venne apostrofato come un Anticristo e la Chiesa di Roma come una meretrice. In vista dell’aggravarsi della situazione, la Chiesa cattolica reagì nuovamente avviando una dura condotta nei confronti di Lutero e del protestantesimo – che si tradusse nella Controriforma – ma anche un rinnovamento interno alla religione.
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