Chi era Pietro il Grande: vita e riforme dello zar di Russia

Chi era Pietro il Grande: vita e riforme dello zar di Russia

La figura di Pietro il Grande, ovvero Pietro Alekseevič Romanov è strettamente legata alla Russia, in quanto durante il suo trono, egli riuscì a riportare un paese fragile e debole economicamente, ad un paese alla pari dell’Occidente. Ma scopriamo di più.

Pietro I di Russia era figlio dello zar Alessio e della sua seconda moglie Natal’ja Kirillovna Naryškina. Dopo la morte dello zar Alessio, al trono salì il primogenito Fedör, figlio di Alessio e della prima moglie. Quest’ultimo, poiché era malato, fu nominato da Alessio come erede solo per formalità, poiché pensava che sarebbe morto prima. Dal momento che Fedör non aveva eredi, il suo successore era il fratello Ivan, anche lui invalido e infermo di mente, e per questo motivo il primogenito dello zar Alessio propose all’assemblea dei boiardi di scegliere tra Ivan e Pietro chi dovesse essere il nuovo zar. Quando Fedör morì, il 27 aprile del 1682, fu la folla ad eleggere Pietro come futuro zar, sotto la reggenza della sorellastra Sofia. La zarevna Sofia, che era la sesta figlia dello zar Alessio e della prima moglie, dopo la morte del fratello Fedör, decise di entrare in politica, cercando di impedire al suo fratellastro ed alla sua famiglia di ereditare il trono.

Quando Pietro il Grande però, compì diciassette anni, i suoi parenti invitarono Sofia a ritirarsi, ma ella non demorse, fin quando capì che il potere le stava scivolando dalle mani e quindi inviò i boiardi e il patriarca da Pietro, al fine di ricongiungersi al Cremlino. Pietro rifiutò e Sofia fu obbligata ad arrendersi, a subire gli arresti domiciliari e costretta a ritirarsi in convento dove morì nel 1704.

Tuttavia, durante gli anni della reggenza, il contributo di Sofia si rivelò essere importante, in quanto ella aveva attenuato le pene detentive nei confronti dei servi della gleba fuggitivi, aveva fatto alcune concessioni ai borghesi e tra le sue più importanti azioni per quanto riguarda la politica estera ci fu, nel 1686, il Trattato di Pace Eterna con la Polonia, il Trattato di Nerčinsk con la Cina nel 1689 e le campagne di Crimea contro i Turchi. Durante la reggenza di Sofia, Pietro il Grande fu costretto a trasferirsi a Preobraženskoe, sul fiume Jauza, con la madre; qui ebbe modo di confrontarsi con tedeschi, olandesi, ebrei, essendo un quartiere multiculturale; di sviluppare la passione per esercizi militari, per la costruzione di imbarcazioni e la navigazione; di assorbire la cultura occidentale e di aprire la sua mente ed il suo pensiero. Alla fine del regno di Sofia decise di tornarvi, lasciando governare la politica russa per altri dieci anni ai boiardi della famiglia Naryškin.

Pietro il Grande divenne sovrano assoluto dal 1696 al 1724 e primo imperatore della Russia nel 1721.

Salito al trono, il primo obiettivo di Pietro il Grande fu quello di dare all’impero russo uno sbocco sul mare, principalmente per introdurre l’impero nel commercio europeo. La sua prima spedizione iniziò ad Azov, nel 1696, contro l’impero Ottomano, per la conquista del Mar Nero. Anche se in quest’ultima battaglia l’impero russo venne sconfitto, lo zar non si perse d’animo, anzi si rese conto che per sconfiggere il nemico aveva bisogno non di attaccare da terra, bensì di costruire navi sul Don.

Nel 1697, invece, Pietro, decise di fare un viaggio in incognito nell’Europa Occidentale. Lo scopo dell’Ambasceria era di formare un’alleanza fra i regnanti Cristiani contro la Turchia e il Khan di Crimea.

Una delle azioni più importanti di Pietro il Grande fu nel 1698, con la guerra nordica contro la Svezia, che permise di avere l’accesso al Mar Baltico. Insieme a Pietro in questa guerra si allearono anche la Danimarca, la Sassonia, la Norvegia e il Regno di Polonia. Il primo tentativo della Russia di conquistare le coste baltiche, però, non andò bene e nel frattempo il re di Svezia, Carlo XII, approfittò della sconfitta dell’Impero Russo per attaccare contro Polonia e Sassonia. Tuttavia, il re di Svezia, convinto di poter battere la Russia in qualsiasi momento, non prestò attenzione allo zar, il quale da questa pausa trasse profitto riorganizzando le forze militari. Nel mentre, il re di Polonia Augusto, dopo le diverse sconfitte, decise di ritirarsi dalla coalizione contro la Svezia, lasciando che le attenzioni di Carlo XII fossero rivolte di nuovo alla Russia, che venne invasa dal sovrano svedese nel 1708. Pietro il Grande fu sconfitto nuovamente dalla Svezia nella battaglia Golovcin ma nella battaglia successiva, quella di Lesnaja, l’impero svedese subì un forte colpo, costringendo Carlo XII ad abbandonare lo scontro. Nel 1709 il re di Svezia, nel tentativo di conquistare l’Ucraina, si trovò di fronte un esercito russo molto forte, che nella battaglia di Poltava segnò una grave perdita nei confronti del nemico e la definitiva vittoria dell’Impero Russo nei confronti della Svezia, portando Carlo XII a fuggire in Turchia. La fine della Grande Guerra del Nord si ebbe nel 1721, quando la Svezia firmò con la Russia il Trattato di Nystad. Dopo aver ottenuto l’Estonia, la Livonia, l’Ingria e la Caleria, l’Impero Russo finalmente si stabilì presso il Mar Baltico.

Nel mezzo di tutte queste guerre, Pietro il Grande, si occupò anche di sottoscrivere delle nuove riforme, tra queste:

  • La riforma militare, in cui riorganizzò e modernizzò le truppe russe e introdusse un nuovo sistema di arruolamento dei soldati;
  • La riforma amministrativa, caratterizzata dalla creazione di nuove istituzioni a livello nazionale, locale e provinciale;
  • La riforma ecclesiastica, in cui il patriarca fu sostituito dal procuratore supremo del santo sinodo, un rappresentante laico, incaricato di vigilare sull’organismo;
  • La riforma finanziaria che riguarda l’estensione della tassazione, l’aumento del monopolio e del servizio allo zar.

Fonte immagine in evidenza: Freepik

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