Love Is a Gun di Lee Hong-Chi, la recensione del film | Venezia a Napoli

Love Is a Gun di Lee Hong-Chi, la recensione del film | Venezia a Napoli

Love Is a Gun di Lee Hong-Chi, la recensione del film proiettato al Cinema Astra e al Magic Vision dopo la presentazione a Venezia

Love Is a Gun (Ai shi yi ba qiang) è un film drammatico taiwanese-hongkonghese del 2023, diretto dall’esordiente Lee Hong-Chi, il quale ha curato la sceneggiatura assieme a Lin Cheng Hsun. Il film, vincitore del premio “Leone del Futuro-Premio Venezia Opera Prima Luigi De Laurentiis” alla Mostra del Cinema di Venezia del 2023, vanta tra i membri del cast lo stesso regista e anche Lin Ying Wei, Zheng Qing Yu, Lin Ke Ren, Lee Yu Yao e Edison Song.

La pellicola è stata presentata nella recente edizione del festival cinematografico Venezia a Napoli ed è stata proiettata due volte, in lingua originale con sottotitoli in italiano. La prima proiezione è avvenuta al Cinema Astra il giorno  giovedì 26 ottobre (durante l’evento organizzato con l’Istituto Confucio di Napoli); invece, la seconda il venerdì 27 ottobre per la rassegna “Sguardi Ostinati” del multisala Magic Vision di Casalnuovo di Napoli, dopo una breve introduzione curata da Angelo La Pietra. 

Love Is a Gun (Ai shi yi ba qiang) di Lee Hong-Chi, la trama del film co-prodotto tra Taiwan e Hong Kong

Il protagonista della vicenda è un giovane ragazzo taiwanese soprannominato, fin da bambino, Sweet Potato (Patata Dolce). In precedenza, Sweet Potato ha scontato diversi anni in carcere a causa del suo burrascoso passato criminale, però, adesso, ha deciso di cambiare vita. Nonostante il suo lavoro di venditore ambulante di ombrelloni da spiaggia,  non ha sufficienti soldi per arrivare a fine mese, è oppresso dai debiti accumulati dalla madre e continua ad alloggiare nella vecchia casa dei nonni, la quale non può essere venduta a causa dell’eccessiva distanza dal centro di Taipei e dalle stazioni dei mezzi pubblici. Ciò la rende meno vantaggiosa per altre persone.  Mentre Sweet Potato cerca di riavvicinarsi alla sua ex-fidanzata, Lulù, Maozi, un vecchio compagno e figlio di un boss, vuole che il protagonista ritorni alla sua vecchia vita criminale. Il ragazzo, da solo e senza alcun supporto, si trova a dover scegliere il proprio futuro tra alternative poco rassicuranti.

La città di Taipei tra la cultura tradizionale e l’occidentalizzazione nell’epoca post-pandemia

Love Is a Gun raccoglie le suggestioni delle culture e delle religioni asiatiche, nonché la volontà di documentare le condizioni di vita del Taiwan post-pandemia di Covid-19. Lo stesso regista afferma, come riportato dalla scheda di presentazione del sito web di Venezia a Napoli, che nella sua opera abbiamo il racconto di una “società nel contesto dell’era post-epidemica, in cui le persone sono controllate da una grande mano invisibile”.

Di questa pandemia restano soltanto le mascherine, usate soltanto dal protagonista e da pochi personaggi della vicenda. Taipei appare come la città delle opportunità, una città maestosa e all’avanguardia, dove la cultura tradizionale (gli stupa della religione buddista) incontra le grandi insegne pubblicitarie di marchi e industrie occidentali, come Karl Lagerfeld, Adidas, McDonald’s e Nike.

Uscendo fuori dalla capitale, con i mezzi pubblici o semplici automobili, il paesaggio cambia; ci sono le estese campagne, dove si coltivano prodotti come le patate dolci (le quali hanno dato il soprannome al protagonista), o le spiagge incontaminate, nelle quali si intravedono gli scogli e si sentono le onde dell’oceano infrangersi sul bagnasciuga. Una densa nebbia copre l’orizzonte; quindi, delimita i confini di questo piccolo microcosmo urbano e sociale, dandoci l’idea di un luogo lontanissimo e irraggiungibile per noi spettatori europei.

L’acqua e la musica, le altre due protagoniste nella vita di Patata Dolce 

Il protagonista, all’inizio della pellicola, afferma che manca un elemento della Natura per riequilibrare la propria vita: si tratta dell’acqua. Quest’ultima appare in diverse scene di Love Is a Gun, quando Sweet Potato si tuffa tra le onde del mare, oppure in città con la pioggia, mentre lo sguardo del giovane protagonista è diretto al finestrino dell’autobus  per osservare un mondo nel quale non può abitare. Vorrebbe essere un cittadino rispettabile di Taipei, avere una buona paga e vivere felicemente, eppure sa che la sua vita non è ordinata da un punto di vista delle energie cosmiche.

Questo dettaglio dimostra la volontà di Lee Hong-Chi di ritrovare le proprie radici culturali, necessarie per comprendere il suo racconto. Infine, anche la musica svolge un ruolo notevole. Accompagna lo spettatore nei momenti più drammatici, felici o nostalgici del protagonista, essa prende il posto dell’azione e permette al racconto di muoversi, nonché di contribuire alle emozioni dello spettatore.

Le possibili influenze culturali e cinematografiche occidentali: da Ken Loach a Martin Scorsese e Terrence Malick

In Love Is a Gun troviamo suggestioni diverse. Il modus operandi del regista esordiente è quello di Ken Loach con il suo cinema realistico di lunghe inquadrature, ma abbiamo anche la volontà di seguire lo sviluppo psicologico dei personaggi, caro a Martin Scorsese, e all’importanza del rapporto tra il protagonista e la Natura vergine, quella dell’isola selvaggia, come nel film La sottile linea rossa di Terrence Malick.

Love Is a Gun, una tragedia umana e il ricongiungimento con la Natura

Love Is a Gun è un ponte cinematografico tra Oriente e Occidente, tra i due modi diversi di fare cinema, anche se i modelli primari del regista sono i suoi omologhi taiwanesi. È un viaggio alla scoperta del mondo ed una storia di riscatto, dove non c’è alcuna possibilità di lieto fine. Piuttosto che riuscire a reinserirsi nel mondo umano, Sweet Potato preferisce riconnettersi alle energie del cosmo e della Natura.

Fonte immagine di copertina: si ringrazia Venezia a Napoli per la fotografia 

A proposito di Salvatore Iaconis

Laureato in Filologia moderna presso l'Università Federico II di Napoli il 23 febbraio 2024. Sono stato un lettore onnivoro fin da piccolo e un grande appassionato di libri e di letteratura, dai grandi classici letterari ai best-seller recenti, e grande ammiratore dei divulgatori Alberto e Piero Angela. Oltre ad adorare la letteratura, la storia antica e la filosofia, sono appassionato anche di cinema e di arte. Dal 26 gennaio 2021 sono iscritto all'Albo dei Giornalisti continuando a coltivare questo interesse nato negli anni liceali.

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