Gli Ecatonchiri, in greco antico Ἑκατόγχειρες (che significa dalle cento mani) sono creature leggendarie della mitologia greca. Gli Ecatonchiri sono tre giganti dotati di grande forza e provvisti di cinquanta teste che sputano fuoco e cento braccia. I loro nomi sono Cotto, Briareo e Gie.
Chi sono gli Ecatonchiri nella mitologia
Gli Ecatonchiri sono figli di Urano, il dio del cielo, e Gea, la dea della terra. Secondo la mitologia, la dea Gea poteva procreare e partorire senza bisogno di unirsi a qualcuno, ma poi Eros, il dio dell’amore fisico, convinse il Cielo e la Terra ad unirsi fisicamente. Urano scendeva dal cielo ogni notte per fecondare Gea e dalla loro unione nacquero diciotto figli: i dodici Titani (sei maschi e sei femmine), i tre Ciclopi e i tre Ecatonchiri.
Nella mitologia, Urano non amava i suoi figli, soprattutto gli Ecatonchiri, a causa della loro forza sovraumana e li imprigionò insieme ai Ciclopi nel Tartaro, la parte più tenebrosa e oscura della terra, ossia gli inferi. Gli Ecatonchiri rimasero lì a lungo, fino a quando Gea ebbe un’idea per liberarli. Creò una falce, tirando fuori dalle sue viscere dell’acciaio e chiese agli altri figli, cioè ai Titani, di affrontare il padre Urano. Fu Crono, Titano del Tempo, a ribellarsi al padre nel tentativo di salvare gli Ecatonchiri. Colto di sorpresa durante la notte, proprio mentre stava per unirsi nuovamente a Gea, Urano venne evirato da Crono e i suoi testicoli furono gettati nelle acque del mare. Urano fu così spodestato e Crono si impossessò dei suoi regni.
Si sposò con la sorella Rea, e dal loro matrimonio nacquero: Estia, Demetra, Era, Ade e Poseidone. Tuttavia, venne a sapere che il suo destino era quello di essere spodestato da uno dei suoi figli, così li divorò tutti appena nati. Quando però Zeus, l’ultimo figlio stava per nascere, Rea escogitò un piano per salvarlo. Partorì di nascosto e consegnò a Crono una pietra fasciata che egli mangiò immediatamente, credendo fosse il figlio. Zeus, una volta diventato adulto, sconfisse il padre Crono, obbligandolo a rigurgitare i figli e a liberarli. Non solo, nella mitologia, Zeus liberò dalla schiavitù anche gli Ecatonchiri e i Ciclopi ancora imprigionati nel Tartaro. Dopo aver dato loro da mangiare con nettare e ambrosia, coinvolse gli Ecatonchiri nella Titanomachia, una guerra combattuta da Zeus e gli dei dell’Olimpo contro i titani e Crono.
Gli Ecatonchiri ebbero la meglio e i Titani, insieme a Crono, furono sconfitti, legati e fatti sprofondare nel Tartaro.
In seguito, secondo la mitologia, gli Ecatonchiri si ribellarono anche a Zeus, come racconta la Gigantomachia, una lotta che i Giganti ingaggiarono contro gli Dei dell’Olimpo, istigati dalla loro madre Gea e dai Titani. Tuttavia non riuscirono a sconfiggerlo. Nella mitologia, il destino degli Ecatonchiri rimase incerto. Nel poema Teogonia di Esiodo, all’inizio si dice che i tre fratelli ritornarono nel Tartaro, vicino le prigioni per controllare i Titani, ma in seguito si legge anche che Cotto e Gige vissero in ville sull’oceano, mentre Briareo, venne premiato da Poseidone che gli diede come sposa sua figlia Cimopolea.
Fonte immagine articolo Chi sono Ecatonchiri: le creature della mitologia greca: Wikipedia