Cosa comportò la Grande Depressione del 1929, scopriamolo insieme

Cosa comportò la Grande Depressione del 1929: scopriamolo insieme

Cosa comportò la Grande Depressione del 1929: scopriamolo insieme!

Dopo il periodo di sviluppo degli USA negli anni ’20, ci fu una grave crisi economico-finanziaria definita la Grande Depressione, rappresentata dalla caduta della borsa di Wall Street a New York, portando anche forti ripercussioni nel decennio successivo. Questa crisi determinò degli effetti devastanti sia nei paesi industrializzati sia in quelli esportatori di materie prime, i quali subirono un importante calo della domanda e della produzione. Contemporaneamente diminuì il commercio internazionale e con esso prezzi e profitti, i redditi dei lavoratori, il reddito fiscale e aumentò il tasso di disoccupazione.

Prima di addentrarci, però, nelle cause e negli effetti della Grande Depressione, vediamo quali sono i fattori che hanno spinto lo sviluppo negli anni venti:

  • negli USA ci fu uno sviluppo agricolo e la crescita delle esportazioni agricole in quanto l’Europa, impegnata in guerra, non poteva produrre e quindi ricorreva alle importazioni. Gli Stati Uniti d’America, infatti, furono i più importanti fornitori per l’Europa in guerra, inoltre il settore agricolo si era meccanizzato ed era diventato molto produttivo;
  • ci fu un grande sviluppo industriale, dovuto all’allargamento dei consumi;
  • ci fu un aumento delle transizioni bancarie ma anche una forte richiesta di prestiti da parte degli agricoltori per l’acquisto di nuovi terreni e l’acquisto di macchine per l’agricoltura;
  • vedendo la crescita economica ci fu anche un accrescimento degli investimenti in borsa;
  • infine notando lo sviluppo agricolo, il bisogno di avere più terreni da coltivare era aumentato e quindi vaste porzioni di territorio prima non coltivate, vennero mutate all’agricoltura.

Tutto questo benessere fu segnato, tuttavia, da una data: martedì 29 ottobre del 1929, anche chiamato Martedì Nero, indicando così l’inizio della Grande Depressione.

Ecco gli effetti che ebbe la Grande Depressione sulla società

Furono molteplici i fattori che portarono alla caduta della borsa ma, in particolare, i più importanti furono due: il primo fattore era che ormai la richiesta nel mercato del consumo durevole era arrivata al limite, nel senso che nessuno acquistava più beni, sia perché li possedevano tutti sia perché essendo durevoli non richiedevano di essere sostituiti; l’altro fattore era che siccome l’Europa, dopo la guerra, riprese l’agricoltura, ci fu un arresto delle esportazioni.

Altre ragioni che favorirono la crisi furono:

  • il fallimento degli agricoltori e con loro anche le banche che avevano favorito i prestiti per migliorare le aziende agricole;
  • se da un lato la meccanizzazione agricola aveva contribuito al miglioramento delle imprese agricole, dall’altro lato aveva aumentato il tasso di disoccupazione della manodopera che veniva sostituita dalle macchine;
  • il bisogno di terreni da coltivare per far fronte alla domanda dell’Europa in guerra aveva portato l’agricoltura a svilupparsi in zone non adatte, creando degli squilibri ecologici che portarono alla desertificazione;
  • il fallimento delle industrie;
  • la migrazione dei contadini sia a causa dei terreni che non davano i propri frutti sia per i debiti con le banche.

Quindi, sostanzialmente, la Grande Depressione fu innescata da una sovrapproduzione, ovvero da un eccesso di offerta rispetto alla domanda.

La Grande Depressione ebbe ripercussioni anche sui paesi che avevano avuto uno stretto rapporto economico-finanziario con gli Stati Uniti come Germania, Austria e Regno Unito, i quali si erano affidati all’aiuto economico degli americani dopo la prima guerra mondiale, ma toccò anche Francia e Italia. Pertanto, anche questi paesi subirono il crollo della borsa, il fallimento e le chiusure delle industrie e delle banche, aumento della disoccupazione e calo della produzione seguito dalla diminuzione dei prezzi.

A trovare una soluzione alla Grande Depressione fu il nuovo presidente americano Franklin Delano Roosevelt, il quale sancì un vasto programma di riforme economiche per risolvere la crisi. Questo programma fu nominato New Deal, ispirato all’economista John Maynard Keynes.

Keynes metteva in discussione una legge del sistema capitalistico, la legge di Say, secondo la quale il mercato, in caso di crisi, doveva essere lasciato libero perché in grado di autoregolarsi e quindi lo Stato non doveva intervenire; invece, secondo l’economista, il mercato non era in grado di autoregolarsi e lo Stato aveva tutto il diritto e il dovere di intervenire. Inoltre Keynes affermava che per riprendere l’economia di uno Stato, non bisognava risparmiare, anzi proprio attraverso la spesa pubblica l’economia poteva risollevarsi. Il nuovo programma New Deal, quindi, è legato alle teorie Keynesiane e incentrato su una forte presenza dello Stato nell’economia.

Fonte immagine: Freepik

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