Cos’è la Peste Nera: cause, effetti e impatto sulla società Medievale

Cos'è la Peste Nera: cause, effetti, impatto sulla società Medievale

Cos’è la Peste Nera: cause, effetti e impatto sulla società Medievale

La Peste Nera è un’epidemia proveniente dall’Asia Centrale che raggiunse l’Europa dal 1345 al 1352. Quest’epidemia fu portata dai guerrieri e commercianti mongoli prima attraverso la Cina e la Siria e poi attraverso la Turchia asiatica ed europea, per poi raggiungere la Grecia, l’Egitto e la penisola balcanica. La peste giunse poi in Europa, attraverso l’Italia, probabilmente per mezzo di parassiti dei topi o umani presenti sulle navi commerciali genovesi. Tra i sintomi della malattia, non c’erano solo la febbre, dolori articolari, nausea, vomito, mal di testa ma anche la pelle nera, motivo per cui fu denominata Peste Nera. Purtroppo nel XIV secolo non si conosceva un modo per curarla quindi risultava letale per la metà o la quasi totalità della popolazione, in base a come si manifestava: setticemica, polmonare o bubbonica. A causare la Peste Nera fu il batterio Yersinia pestis, ospitato e trasmesso dalle pulci dei roditori. Sicuramente tra i fattori principali che hanno aumentato la diffusione della peste, possiamo annoverare:

  • Scarsa igiene e la totale assenza di norme sanitarie
  • L’accesso limitato all’acqua pulita
  • Malnutrizione degli abitanti

Tuttavia, furono date diverse spiegazioni sull’origine della malattia contagiosa: alcune teorie ritenevano che la Peste Nera si propagava per via dell’aria contaminata, causata dall’emanazione di materia organica in decomposizione, che si trasmetteva all’uomo tramite la respirazione o il contatto con la pelle. Altre teorie ritenevano che la malattia si propagava attraverso l’eruzione vulcaniche o sismiche che liberavano gas o odori tossici. Altre teorie ancora, sostenevano che l’origine della peste era dovuta alla congiunzione dei pianeti, ad eclissi o passaggi di comete. Sta di fatto, però, che tutti erano d’accordo che la malattia fosse una punizione divina.

La Peste Nera oltre un enorme calo demografico, portò anche una serie di mutamenti e di effetti positivi a lungo termine sul piano politico, economico e sociale. A livello sociale, per una gran fetta della popolazione fu possibile ottenere un miglioramento della vita, irraggiungibile fino a quel momento, grazie a terreni agricoli e lavori remunerati. I terreni non redditizi vennero abbandonati, gli affitti dei terreni crollarono e la paga nelle città aumentò considerevolmente. Aumentò anche la richiesta di manodopera che contribuì a far circolare il lavoro. Con l’aumento del costo del lavoro, ci furono anche diverse innovazioni, come la stampa a caratteri mobili di Johann Gutenberg. Ci fu anche lo sviluppo delle tecniche contabili e delle scienze bancarie.

Per quanto riguarda la Peste Nera, le autorità lavorarono affinché questa potesse essere controllata e isolata, in seguito ad un miglioramento delle condizioni igieniche delle città, istituendo quarantene e limitando il transito di merci e persone. Dal punto di vista della medicina, invece, i medici non erano formati per curare tale malattia, si affidavano alle teorie mediche dell’antichità, come quelle di Ippocrate e Galeno. In particolare, basandosi su Ippocrate, definirono che la causa della propagazione della Peste Nere era dovuta a ciò che tutti avevano in comune, ovvero l’aria. Tra i consigli che questi davano per prevenire la peste c’erano: rifugiarsi in campagna, mantenere una buona igiene personale, mangiare cibi buoni e lavarsi con aceto e acque di rose.

Fonte immagine: Freepik

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