Cultura rinascimentale: diffusione e organizzazione

Cultura rinascimentale: diffusione e organizzazione

La diffusione europea della cultura rinascimentale fu possibile grazie a un nuovo mezzo di comunicazione in grado di raggiungere un vasto pubblico: il libro a stampa. Fino al XV secolo il libro era prodotto manualmente da copisti amanuensi, che trascrivevano il testo originale pagina dopo pagina producendo una o più copie. Tale metodo era lento e costoso e dunque i codici manoscritti costituivano beni preziosi, da conservare e da esibire.
Il nuovo sistema di produzione del libro ebbe origine intorno alla metà del Quattrocento grazie all’invenzione dei caratteri mobili realizzati in Germania da professionisti delle fusioni in oro, tra cui un orafo di Magonza, Johann Gutenberg. Nel 1455 uscì dalla sua bottega il primo libro stampato: una Bibbia in latino.
L’invenzione della stampa fu poi perfezionata dall’italiano Aldo Manuzio che ideò nuovi caratteri tipografici, tra cui il corsivo e il libro in formato piccolo.

L’arte della stampa, caratteristica della cultura rinascimentale, secondo il metodo di Gutenberg fu una rivoluzione tecnologica destinata ad affermarsi nel giro di pochi anni. Lo evidenzia il fatto che i libri stampati dal 1456 al 1499 furono circa 450.000; quelli stampati nel corso del XVI secolo furono oltre 20 milioni di copie. Dietro a questo poderoso sviluppo del mercato editoriale vi era un fatto culturale nuovo: il libro usciva dal mondo chiuso dei conventi e delle corti per entrare in più ampi canali di consumo. Era comprato dai mercanti, dai banchieri, dagli studenti e dai professori delle scuole e delle università. Il nuovo mezzo di comunicazione della cultura rinascimentale incrementò la circolazione delle idee, rappresentando uno straordinario fattore di rinnovamento culturale.
Occorre tuttavia sottolineare che, nonostante l’estensione del mercato librario e l’ampliamento del numero dei lettori tra il Quattrocento e il Cinquecento, la cultura rimaneva un privilegio di pochi, appannaggio di una categoria di persone che lo storico Peter Burke ha definito élite creativa. Egli ha stimato che tra il XIV e il XV secolo, in Italia, su una popolazione di circa dieci milioni di abitanti, costituita perlopiù da contadini analfabeti, tale minoranza fosse composta da non più di un migliaio di individui, provenienti per la maggior parte da famiglie di artigiani, mercanti e nobili, e originari di quattro regioni: la Toscana, il Veneto, la Lombardia e i territori pontifici.

Università e accademie nella cultura rinascimentale

Nel Rinascimento si consolidò l’unità culturale delle classi dirigenti europee, che formavano una comunità di persone accomunate dagli studi e dall’uso della lingua latina. Le università contribuirono a questo processo di unificazione culturale: fondate nei secoli precedenti, furono arricchite di nuove discipline, soprattutto linguistiche, filologiche e mediche. In Italia vi erano università di eccellenza, come Padova, Bologna, Pavia, Salerno, alle quali si iscrivevano anche giovani stranieri. Tra esse la più rinomata era quella di Padova, nel territorio della Repubblica di Venezia. Essa godeva di grande prestigio soprattutto in area tedesca, da cui proveniva la quota più consistente di studenti.
A partire dalla seconda metà del Quattrocento, in aggiunta e in alternativa alle università, si svilupparono le accademie, centri di promozione culturale che svolsero un ruolo fondamentale nell’elaborazione e diffusione della cultura rinascimentale. Tali istituzioni nacquero dalla libera iniziativa di esponenti del mondo intellettuale, legati da comuni interessi, che si incontravano per discutere di filosofia, scienza e letteratura. Tra le più famose si possono ricordare la già citata Accademia platonica, fondata da Marsilio Ficino a Firenze e patrocinata dalla famiglia dei Medici, e l’Accademia pontaniana a Napoli, sotto la protezione di Alfonso I d’Aragona.
Le accademie differivano dalle università in quanto non proponevano un corso di studi preciso, ma avevano lo scopo di promuovere il confronto tra i dotti e di testimoniare, anche attraverso pubblicazioni, i progressi ottenuti nel campo intellettuale e scientifico.

Fonte immagine in evidenza per l’articolo sulla cultura rinascimentale: Wikipedia

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