L’aruspicina è l’antica arte divinatoria praticata dagli Etruschi, che consisteva nell’esaminare le viscere degli animali sacrificati, in particolare il fegato, per interpretare la volontà degli dei. Questa pratica, nota ai Romani come “Etrusca Disciplina”, era una vera e propria scienza sacra, svolta da sacerdoti specializzati chiamati aruspici, che cercavano nei segni organici un riflesso dell’ordine divino.
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Le origini mitiche: la rivelazione di Tagete
Il mito etrusco narra che un contadino di nome Tarconte (identificato come il mitico fondatore di Tarquinia) stesse arando un campo quando vide una zolla di terra sollevarsi e assumere le sembianze di un fanciullo con la saggezza di un vecchio. Era Tagete, una divinità rivelata. Tagete tramandò i segreti della scienza sacrale ai popoli dell’Etruria, che trascrissero i suoi insegnamenti nei Libri Tagetici, suddivisi in Libri Aruspicini, Fulgurali (sui fulmini) e Rituali.
Come funzionava l’aruspicina: la pratica nel dettaglio
La pratica dell’aruspicina seguiva un processo rituale preciso, basato su una profonda concezione religiosa del mondo.
- La teoria del riflesso (macrocosmo e microcosmo): il principio fondamentale era che il mondo terreno (microcosmo) fosse un riflesso perfetto dell’ordine divino celeste (macrocosmo). Ogni parte del cielo, dominata da una specifica divinità, aveva una corrispondenza sulla Terra e, di conseguenza, anche negli organi interni degli animali.
- Il rituale e il sacrificio: l’aruspice, il sacerdote specializzato, invocava una divinità e sacrificava un animale (solitamente una pecora o un ovino). L’atto era solenne e accompagnato da preghiere.
- L’esame del fegato (epatoscopia): il fegato era considerato l’organo più importante perché ritenuto sede della vita. L’aruspice lo estraeva e lo analizzava minuziosamente, interpretandone ogni caratteristica come un messaggio divino.
- L’interpretazione dei segni: venivano esaminate la forma, il colore, le dimensioni e la presenza di eventuali anomalie (segni “fortuiti”). Un fegato sano e ben formato indicava il favore degli dei; malformazioni, lesioni o un aspetto anomalo erano considerati presagi nefasti.
Il Fegato di Piacenza: la mappa del cielo
L’esempio più straordinario e chiarificatore di questa pratica è il Fegato di Piacenza, un modello in bronzo di un fegato di pecora risalente al II-I secolo a.C. Questo manufatto era quasi certamente un manuale didattico per la formazione dei giovani aruspici.
La sua superficie è suddivisa in caselle, ognuna con il nome di una divinità etrusca, creando una vera e propria mappa in miniatura della volta celeste. L’aruspice confrontava il fegato reale con questo modello: se un’anomalia si trovava in una specifica sezione, il presagio veniva attribuito alla divinità corrispondente. La parte sinistra era considerata nefasta (pars hostilis), mentre quella destra era favorevole (pars familiaris).
Dall’Etruria a Roma: differenze e adozione della pratica
I Romani furono profondamente influenzati dalla cultura etrusca e adottarono l’aruspicina, tanto che gli aruspici continuarono a essere consultati per tutto l’Impero. Tuttavia, esistevano delle differenze sostanziali nell’approccio.
Aspetto | Aruspicina Etrusca | Divinazione Romana |
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Scopo principale | Scoprire la volontà divina (cosa vogliono gli dei). | Ottenere un presagio (l’azione avrà successo o no?). |
Focus dell’esame | Ogni segno è un messaggio specifico di una divinità. | L’organo è normale (favorevole) o anomalo (sfavorevole). |
Interpretazione dei fulmini | Manifestazione diretta della volontà divina. | Presagio favorevole o contrario, da interpretare. |
Il declino della scienza degli aruspici
La pratica dell’aruspicina rimase vitale per secoli, ma con l’affermazione del Cristianesimo e la fine del paganesimo, venne progressivamente abbandonata e osteggiata. I libri sacri dell’Etrusca Disciplina, che erano stati tradotti in latino e custoditi nel Tempio di Apollo sul Palatino, furono distrutti nel IV secolo d.C. per ordine degli imperatori cristiani, segnando la fine di una delle più affascinanti tradizioni religiose del mondo antico.
Ultimo aggiornamento articolo; agosto 2025
Fonte immagine di copertina: Wikipedia