Poesie sulla notte: 6 tra le più belle

bellissime poesie sulla notte

Tanti spiriti poetici di tutte le epoche sono rimasti incantati dalla magia della notte e le hanno dedicato odi e sonetti. In questa raccolta vengono proposte tra le più belle e sempre attuali poesie sulla notte, ognuna con un’interpretazione diversa di essa.

Poesie sulla notte: Ode alla notte di Fernando Pessoa

Riportiamo un estratto di questa meravigliosa e lunga personificazione della notte, che, come una bella donna, può essere solenne e severa ma anche delicata e premurosa. Il poeta chiede alla Notte di venire ed eliminare tutte le sofferenze e le disuguaglianze tanto nitide durante il giorno. Nella poesia di Pessoa, la notte appare come un sogno in cui tutti ci consoliamo allo stesso modo.

Vieni, Notte antichissima e identica,
Notte Regina nata detronizzata,
Notte internamente uguale al silenzio, Notte
con le stelle, lustrini rapidi
sul tuo vestito frangiato di Infinito.

Vieni vagamente,
vieni lievemente,
vieni sola, solenne, con le mani cadute
lungo i fianchi, vieni
e porta i lontani monti a ridosso degli alberi vicini,
fondi in un campo tuo tutti i campi che vedo,
fai della montagna un solo blocco del tuo corpo,
cancella in essa tutte le differenze che vedo da lontano di giorno,
tutte le strade che la salgono,
tutti i vari alberi che la fanno verde scuro in lontananza,

tutte le case bianche che fumano fra gli alberi
e lascia solo una luce, un’altra luce e un’altra ancora,
nella distanza imprecisa e vagamente perturbatrice,
nella distanza subitamente impossibile da percorrere. […]

Vieni e cullaci,
vieni e consolaci,
baciaci silenziosamente sulla fronte,
cosi lievemente sulla fronte che non ci accorgiamo d’essere baciati
se non per una differenza nell’anima
e un vago singulto che parte misericordiosamente
dall’antichissimo di noi
laddove hanno radici quegli alberi di meraviglia
i cui frutti sono i sogni che culliamo e amiamo,
perché li sappiamo senza relazione con ciò che ci può
essere nella vita.
[…]
Serenamente, come una brezza nella sera lenta,
tranquillamente, come un gesto materno che rassicura,
con le stelle che brillano (o Travestita dell’Oltre!),
polvere di oro sui tuoi capelli neri,
e la luna calante, maschera misteriosa sul tuo volto.

Tutti i suoni suonano in un altro modo quando tu giungi
Quando tu entri ogni voce si abbassa
Nessuno ti vede entrare
Nessuno si accorge di quando sei entrata,
se non all’improvviso, nel vedere che tutto si raccoglie,
che tutto perde i contorni e i colori,
e che nel cielo alto, ancora chiaramente azzurro e bianco all’orizzonte,
già falce nitida, o circolo giallastro, o mero diffuso biancore, la luna comincia il suo giorno.

Poesie sulla notte: Canzone d’amore di Hermann Hesse

Anche Hesse ritrova conforto nella carezza notturna per consolarsi da malinconie amorose. Con una voce rotta dalla nostalgia sogna un’amante passata:

Per dire cos’ hai fatto
di me, non ho parole.

cerco solo la notte
fuggo davanti al sole.

La notte mi par d’oro
più di ogni sole al mondo,
sogno allora una bella
donna dal capo biondo.

Sogno le dolci cose,
che il tuo sguardo annunciava,
remoto paradiso
di canti risuonava.

Guarda a lungo la notte
e una nube veloce
per dire cos’ hai fatto
di me, non ho la voce.

Poesie sulla notte: Notte di Anne Brontë

La più piccola, ma ugualmente incisiva, delle sorelle Brontë, autrice di Agnes Grey e La Signora di Wildfell Hall, descrive in quattro strofe il dolore della mancanza di una persona amata, defunta. Nel perfetto spirito delle sorelle Brontë, affascinate dal crepuscolare e dal soprannaturale, riporta un contatto tra vita e morte, che non può che svolgersi di notte, tempo liberatorio.

Amo l’ora silente della notte,
perché un sogno felice nasce allora,
rivelando alla mia vista incantata
ciò che il mio occhio sveglio non adora.

E può il mio orecchio udire anche la voce
Che da tempo la morte ha soffocato;
l’afflitta solitudine in un grato
impeto di speranza si tramuta.

Fredda Giace da anni nella tomba
La creatura che amavo contemplare;
soltanto il sogno, a notte, come viva
può farla dolcemente ritornare.

Poesie sulla notte: Nelle mie braccia tutta nuda di Nazim Hikmet

Una delle poesie sulla notte più romantiche e passionali quella di Nazim Hikmet, poeta e drammaturgo turco naturalizzato polacco, definito spesso “rivoluzionario dell’amore”. Qui la notte fonde i suoi confini con la persona amata. Il poeta ama tutta la città e la notte nel suo complesso assieme al corpo della donna al suo fianco.

Nelle mie braccia tutta nuda

la città la sera e tu

il tuo chiarore l’odore dei tuoi capelli

si riflettono sul mio viso.

Di chi è questo cuore che batte

più forte delle voci e dell’ansito?

È tuo è della città è della notte

o forse è il mio cuore che batte forte?

Dove finisce la notte

dove comincia la città?

Dove finisce la città dove cominci tu?

Dove comincio e finisco io stesso?

Poesie sulla notte: Ci sono notti che non accadono mai di Alda Merini

La sfera della religiosità si fonde sempre con la razionalità ma anche la passione e il dolore nella poetica della celebre Alda Merini. Tutti viviamo quelle notti di infinite attese, quel limbo costante che ci tiene sulle spine aspettando qualcosa che ci faccia brillare gli occhi. Sin da bambini la notte è dedita a preghiere e  speranze, ma anche a dolori e delusioni, che percepiamo come più vasti.  

Ci sono notti

che non accadono mai

e tu le cerchi

muovendo le labbra.

Poi t’immagini seduto

al posto degli dèi.

E non sai dire

dove stia il sacrilegio:

se nel ripudio

dell’età adulta

che nulla perdona

o nella brama

d’essere immortale

per vivere infinite

attese di notti

che non accadono mai.

Poesie sulla notte: Notte bianca di Boris Pasternak

L’ultimo componimento proposto è un sogno russo primaverile: Pasternak ci racconta di una notte che immaginiamo rosea e romantica come i cieli di Pietroburgo durante le notti bianche. Si tratta di un’atmosfera unica al mondo, una dolce natura che incornicia sospiri d’amore.

Un’epoca lontana in sogno mi riappare,
la casa nel quartiere Pietroburgo.
Figlia d’una modesta proprietaria della steppa
tu sei all’istituto, tu, nativa di Kursk.

Sei carina e hai molti ammiratori.
In questa notte bianca noi due insieme,
rincantucciati sul tuo davanzale,
guardiamo giù da questo grattacielo.

Il mattino ha lambito col suo primo tremito
i lampioni, come farfalle di gas.
Ciò che sottovoce vado raccontandoti
somiglia tanto alle lontananze addormentate.

E noi siamo in preda a una medesima
trepidante dedizione al mistero,
come Pietroburgo col suo panorama
che si stende oltre la Neva sconfinata.

Laggiú, lontano, dietro impenetrabili confini,
in questa notte bianca di primavera,
con uno strepito d’inni gli usignuoli
fanno echeggiare i limiti dei boschi.

Il frenetico trillo dilaga.
La voce del minuto, gracile uccellino
eccita all’entusiasmo e allo scompiglio
nella profondità della foresta incantata.

In quei posti, scalza viandante,
penetra la notte lungo lo steccato,
e dietro lei dal davanzale si trascina
l’orma del discorso origliato.

Fra gli echi di quel discorso sorpreso,
nei giardini recinti d’assicelle
i rami dei meli e dei ciliegi
si vestono d’un colore bianchiccio.

E, come fantasmi, gli alberi
si riversano bianchi in folla sulla strada,
facendo come cenni d’addio
alla notte bianca che cosí tanto ha visto.

Immagine di copertina: Pixabay

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