Differenza tra Olocausto e Shoah: significato e uso dei termini

Qual è la differenza tra Olocausto e Shoah?

I termini Shoah e Olocausto vengono spesso usati come sinonimi per descrivere lo sterminio perpetrato dalla Germania nazista durante la Seconda Guerra Mondiale. Entrambi si riferiscono alla segregazione e all’uccisione di milioni di persone, in gran parte ebrei, nei campi di concentramento. Tuttavia, tra le due parole esiste una differenza importante, sia a livello di significato che di utilizzo.

Cosa si intende per Olocausto?

Il termine Olocausto deriva dal greco holókaustos, composto da hólos (“tutto intero”) e kaustós (“bruciato”). Il suo significato letterale è quindi “bruciato interamente”. Anticamente, la parola indicava un rito religioso in cui una vittima animale veniva sacrificata e completamente bruciata come offerta a una divinità. Oggi, il termine viene usato per indicare lo sterminio di tutti i gruppi perseguitati dal regime nazista.

Cosa significa invece Shoah?

Shoah (השואה) è una parola ebraica che significa “catastrofe”, “distruzione”, “desolazione”. Presente nella Bibbia, è il termine che il popolo ebraico ha scelto per definire il proprio genocidio, poiché privo delle connotazioni sacrificali della parola “Olocausto”. Il suo uso internazionale è stato fortemente promosso dal celebre documentario del 1985 del regista francese Claude Lanzmann, intitolato proprio Shoah.

La differenza principale in sintesi

La distinzione fondamentale tra i due termini riguarda sia le vittime a cui si riferiscono sia le implicazioni culturali.

Olocausto Shoah
Si riferisce allo sterminio di tutti i gruppi perseguitati dal nazismo: ebrei, rom (Porrajmos), omosessuali, oppositori politici, disabili e altri. Si riferisce specificamente al genocidio sistematico del popolo ebraico (circa 6 milioni di vittime).
Etimologicamente legato all’idea di sacrificio religioso, un concetto che la sensibilità moderna ritiene inappropriato per descrivere un genocidio. Significa “catastrofe”, un termine che descrive l’evento dal punto di vista delle vittime, senza alcuna connotazione sacrificale.

Perché oggi si preferisce usare il termine Shoah

Il dibattito sulla terminologia nasce dalla connotazione religiosa di “Olocausto”. Parlare di Olocausto, per molti, implica l’idea che l’assassinio di milioni di persone sia stato una sorta di sacrificio inevitabile, quasi un atto dal valore religioso, riprendendo l’etimologia della parola. Questo rischia di allontanare la responsabilità storica dall’odio umano che ne fu la vera causa.

Usare il termine Shoah, invece, sposta il focus sulla natura dell’evento: una catastrofe devastante e senza precedenti, pianificata e attuata da esseri umani contro altri esseri umani. Per questo motivo, pur non essendo sbagliato usare “Olocausto” in senso generico, il termine Shoah è oggi preferito in ambito storico e accademico quando ci si riferisce specificamente allo sterminio della popolazione ebraica, in segno di rispetto per la prospettiva delle vittime.

Fonte immagine di copertina: Pixabay

 

Articolo aggiornato il: 29/08/2025

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