Epica latina, che cos’è e come nasce

Epica latina, che cos'è e come nasce

L’Eneide di Virgilio sancisce l’ascesa, ancora oggi inarrestabile, dell’epica latina, il genere cardine della cultura romana.

Il genere epico, sin dalle sue prime apparizioni, ha ottenuto la primazia assoluta tra tutti i generi poetici che hanno caratterizzato la cultura romana. Esso si sviluppa seguendo dal punto di vista formale il canoni del modello greco ma la materia e i contenuti erano tipici della cultura latina e romana.

L’iniziale diffusione dell’epica latina ne sancisce la prima distinzione netta dall’epica greca, quest’ultima deve la sua diffusione alla forma orale: i testi venivano tramandati oralmente, avvalendosi dell’aiuto e del sostengo del canto e dell’accompagnamento musicale.

L’epica latina, invece, nasce sin dall’inizio sotto forma di testo scritto.

Il genere epico, sia esso vincolato alla cultura greca o alla cultura latina, vede nei poemi classici la sua massima forma di espressione e non c’è dubbio alcuno che almeno una volta nella vita chiunque abbia sentito parlare dell’Iliade, dell’Odissea e dell’Eneide.

In particolar modo, è l’ultimo poema a designare un’esaltazione della città di Roma e della cultura latina. Il testo si attribuisce a Virgilio e segue le vicende dell’eroe Enea da Virgilio destinato a convertirsi nel fondatore del popolo romano.

Virgilio redatta il poema intorno al I secolo a.C in risposta ad un desiderio esplicito dell’imperatore romano Ottaviano Augusto che vide nella cultura e nella letteratura degli strumenti da sfruttare per evidenziare le origini illustri di Roma ed apparire come l’uomo designato dal fato per guidare questo vasto ed immenso impero.

Il poema cardine dell’epica latina si ispira in larga misura all’Odissea e all’Iliade. Frutto dell’influenza delle vicende di Ulisse è sicuramente il  lungo viaggio, durato ben 7 anni, che Enea deve compiere per raggiungere le coste del Lazio e che costituisce i primi 6 libri del poema, mentre Virgilio dà una sbirciata all’Iliade soprattutto quando racconta le guerre che Enea è costretto ad affrontare nel Lazio per far sì che possa nascere e avere fondamento l’illustre stirpe romana che condurrà poi ad Ottaviano Augusto. Inoltre, non bisogna dimenticare che Enea è un personaggio già presente nell’Iliade, uno dei superstiti che riesce a sfuggire alla devastazione.

Si può notare come Virgilio riprenda temi e motivi omerici ma al contempo li capovolga: di fatto, a differenza dell’operazione compiuta da Omero, Virgilio pone prima il viaggio e in seguito la guerra.

L’opera si rende portavoce, attraverso la figura dell’eroe, di valori quali il rispetto degli dei e l’importanza della famiglia e, attraverso le vicende narrate, dell’origine divina della città dovuta alla volontà degli dei.

Il tema centrale è di fatto il conflitto tra la vita e il destino. Viene definita “pietas” la devozione totale al fato e alle scelte già prestabilite per la vita di ognuno.

Un altro tema importante è l’incertezza del percorso esistenziale trasmesso attraverso la presenza costante e ricorrente di visioni e sogni profetici. Avendo, inoltre, per protagonista un esule che vaga ed è perennemente costretto a soffrire molteplici peripezie, è chiaro come il poema si caratterizzi per il suo voler sottolineare il tema del movimento e mutamento costante.

Un poema eterno nel tempo, quello di Virgilio, ancora oggi in grado di insegnare e meravigliare.

Fonte immagine: Pixabay

A proposito di Mangiacapre Giulia

Sono Mangiacapre Giulia, ho 23 anni e sono laureata in Lingue, letterature e culture moderne europee presso l'Università degli studi di Napoli "Federico II". Attualmente sono laureanda presso l'Università degli studi di Napoli "L'Orientale".

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