Epica latina, che cos’è e come nasce a Roma
Il genere epico, sin dalle sue prime apparizioni, ha ottenuto la primazia assoluta tra tutti i generi poetici che hanno caratterizzato la cultura romana. Esso si sviluppa seguendo dal punto di vista formale i canoni del modello greco, ma la materia e i contenuti erano profondamente radicati nella cultura latina e romana.
Origini e diffusione dell’epica
Le origini dell’epica si perdono nella notte dei tempi. Fin dalle prime civiltà, l’uomo ha sentito il bisogno di raccontare le gesta di eroi e divinità, tramandando storie di coraggio, amore, guerra e avventura. Questi racconti, inizialmente tramandati oralmente, hanno trovato la loro forma più elevata nella poesia epica, un genere che celebra le imprese straordinarie e i valori fondanti di un popolo.
L’epica latina vs l’epica greca
L’iniziale diffusione dell’epica latina ne sancisce la prima distinzione netta dall’epica greca. Quest’ultima deve la sua diffusione alla forma orale: i testi venivano tramandati oralmente di generazione in generazione, avvalendosi dell’aiuto e del sostengo del canto e dell’accompagnamento musicale. Pensiamo ai rapsodi, figure leggendarie che recitavano i versi di Omero nelle piazze e nei palazzi, affascinando il pubblico con le storie di Achille, Ulisse e degli altri eroi del mito.
L’epica latina, invece, nasce sin dall’inizio sotto forma di testo scritto. Questo ha permesso una maggiore elaborazione stilistica e una più precisa definizione dei contenuti. Gli autori latini, pur ispirandosi ai modelli greci, hanno saputo creare opere originali, riflettendo la mentalità, i valori e la storia del loro popolo.
L’Eneide: il poema cardine dell’epica latina
Il genere epico, sia esso vincolato alla cultura greca o alla cultura latina, vede nei poemi classici la sua massima forma di espressione e non c’è dubbio alcuno che almeno una volta nella vita chiunque abbia sentito parlare dell’Iliade, dell’Odissea e dell’Eneide.
In particolar modo, è l’ultimo poema a designare un’esaltazione della città di Roma e della cultura latina. Il testo si attribuisce a Virgilio e segue le vicende dell’eroe Enea da Virgilio destinato a convertirsi nel fondatore del popolo romano.
La trama dell’Eneide
L’Eneide narra le avventure di Enea, un eroe troiano che, dopo la caduta di Troia, intraprende un lungo e pericoloso viaggio per mare, guidato dal destino a fondare una nuova patria in Italia. Il poema è diviso in dodici libri, che possono essere suddivisi in due sezioni principali: la prima parte (libri I-VI) racconta il viaggio di Enea e le sue peripezie, mentre la seconda parte (libri VII-XII) narra le guerre che Enea deve affrontare nel Lazio per conquistare la terra promessa e dare origine alla stirpe romana.
Enea, l’eroe destinato a fondare Roma
Enea è un personaggio complesso e affascinante. Figlio della dea Venere e del mortale Anchise, incarna i valori della pietas romana: il senso del dovere, la devozione agli dei, l’amore per la famiglia e la patria. Durante il suo viaggio, Enea affronta numerose prove, perdendo compagni, affrontando mostri e subendo le ire degli dei. Ma nonostante le difficoltà, non si arrende mai, guidato dalla ferma convinzione di dover compiere il suo destino.
Il viaggio di Enea: ispirazione dall’Odissea
Virgilio redatta il poema intorno al I secolo a.C in risposta ad un desiderio esplicito dell’imperatore romano Ottaviano Augusto che vide nella cultura e nella letteratura degli strumenti da sfruttare per evidenziare le origini illustri di Roma ed apparire come l’uomo designato dal fato per guidare questo vasto ed immenso impero.
Il poema cardine dell’epica latina si ispira in larga misura all’Odissea e all’Iliade. Frutto dell’influenza delle vicende di Ulisse è sicuramente il lungo viaggio, durato ben 7 anni, che Enea deve compiere per raggiungere le coste del Lazio e che costituisce i primi 6 libri del poema. Come Ulisse, Enea affronta tempeste, naufragi, incontri con creature fantastiche e simbolici viaggi negli inferi. Virgilio riprende molti episodi dell’Odissea, rielaborandoli e adattandoli al suo racconto.
Le guerre di Enea: ispirazione dall’Iliade
Mentre Virgilio dà una sbirciata all’Iliade soprattutto quando racconta le guerre che Enea è costretto ad affrontare nel Lazio per far sì che possa nascere e avere fondamento l’illustre stirpe romana che condurrà poi ad Ottaviano Augusto. La seconda parte dell’Eneide, con le sue battaglie, duelli e assedi, ricorda da vicino l’atmosfera e lo stile dell’Iliade. Virgilio introduce nuovi personaggi, come Turno, il re dei Rutuli, e Lavinia, la promessa sposa di Enea, creando un intreccio di amore, odio, onore e vendetta.
Inoltre, non bisogna dimenticare che Enea è un personaggio già presente nell’Iliade, uno dei superstiti che riesce a sfuggire alla devastazione.
Si può notare come Virgilio riprenda temi e motivi omerici ma al contempo li capovolga: di fatto, a differenza dell’operazione compiuta da Omero, Virgilio pone prima il viaggio e in seguito la guerra.
I temi dell’Eneide
L’opera si rende portavoce, attraverso la figura dell’eroe, di valori quali il rispetto degli dei e l’importanza della famiglia e, attraverso le vicende narrate, dell’origine divina della città dovuta alla volontà degli dei.
La pietas e il destino
Il tema centrale è di fatto il conflitto tra la vita e il destino. Viene definita “pietas” la devozione totale al fato e alle scelte già prestabilite per la vita di ognuno. Enea, pur soffrendo per le perdite e le difficoltà che incontra, accetta il suo destino con coraggio e determinazione, sacrificando i propri desideri personali per il bene superiore di Roma.
L’incertezza del percorso esistenziale
Un altro tema importante è l’incertezza del percorso esistenziale trasmesso attraverso la presenza costante e ricorrente di visioni e sogni profetici. L’Eneide è ricca di presagi, profezie e interventi divini, che guidano e al tempo stesso turbano il cammino di Enea. Il poema riflette l’idea che la vita umana sia soggetta a forze superiori, e che l’uomo debba accettare con umiltà il proprio destino.
Il movimento e il mutamento costante
Avendo, inoltre, per protagonista un esule che vaga ed è perennemente costretto a soffrire molteplici peripezie, è chiaro come il poema si caratterizzi per il suo voler sottolineare il tema del movimento e mutamento costante. Enea è un eroe in continuo movimento, costretto ad abbandonare la propria terra, ad affrontare il mare e la guerra, a conquistare una nuova patria. Il suo viaggio rappresenta un percorso di formazione e di crescita, ma anche un’allegoria delle vicende storiche di Roma, un popolo in continua espansione e trasformazione.
Un poema eterno nel tempo, quello di Virgilio, ancora oggi in grado di insegnare e meravigliare.
Fonte immagine: Pixabay