Espressioni piemontesi: 5 modi di dire curiosi e la loro storia

Espressioni piemontesi: 5 modi di dire curiosi, con origini e storia 

L’Italia è un paese dalle mille sfaccettature, ricco di cultura, arte, storia e biodiversità. Un paese estremamente variegato, anche dal punto di vista linguistico, non a caso le lingue parlate nella penisola costituiscono un patrimonio tra i più ricchi all’interno del contesto europeo. Nell’immensa varietà di dialetti e lingue, troviamo anche il piemontese, lingua a tutti gli effetti, così come riconosciuto dall’UNESCO.

Il piemontese è una lingua ricca di espressioni curiose e modi di dire particolari, che riflettono la storia e la cultura di questa regione. Scopriamone insieme cinque tra i più interessanti.

“Solo più”: un rafforzativo tutto piemontese

Un evidente errore per la lingua italiana, un’irrinunciabile espressione per i piemontesi. Si tratta di un regionalismo con valore rafforzativo. Per esempio, uno studente può dire che gli manca “solo più” una pagina da leggere: quel “solo più” dà l’idea che le pagine da leggere erano molte e che ora, invece, ne ha soltanto una. Come altre espressioni piemontesi, anche questa è talmente radicata nel loro idioma che, da molti, non viene percepito come un regionalismo né tanto meno come un errore della lingua italiana. Addirittura, all’interno della letteratura, ci furono grandi letterati piemontesi che inciamparono, forse volontariamente, nell’uso del “solo più”, come Cesare Pavese e Primo Levi.

“Bom”: l’intercalare multiuso del dialetto piemontese

Più che parte delle espressioni piemontesi, “bom” è un intercalare molto usato, con varie sfumature di significato e di grafia: infatti può essere pronunciato sia “bom”, “bo” o“bon”. Quando è utilizzato con la “e” davanti assume il significato di “e basta”, utilizzato per concludere una conversazione e sottolineare quindi la chiusura del discorso, oppure per colmare i momenti di silenzio imbarazzante tra gli interlocutori. Quando invece si trova da solo, quindi senza la “e” davanti, assume tutt’altro significato, ossia “basta”: ad esempio, se qualcuno versa l’acqua a un’altra persona, quest’ultima lo può fermare pronunciando “bom”, esprimendo il fatto che l’acqua versata è sufficiente.

“Boja fàuss”: l’imprecazione storica (e un po’ misteriosa)

Molto utilizzata dalle vecchie generazioni, caduta un po’ in disuso invece per quelle più giovani, “Boja fàuss” è sicuramente una delle espressioni piemontesi più curiose, ma anche indispensabile da conoscere per cogliere appieno l’essenza del Piemonte. La sua origine non è molto chiara: “boja” fa riferimento al boia, cioè colui incaricato di eseguire le pene capitali. Si dice che, essendo lui una figura poco amata, i torinesi iniziarono a etichettarlo come “falso”, quindi “fàuss”. “Boja Fàuss” potrebbe anche essere semplicemente un’imprecazione generica per evitare di bestemmiare, e ancora oggi viene utilizzata per esprimere un *range* di emozioni molto vasto, dalla rabbia alla sorpresa.

“Facciamo che…”: un calco morfologico dal piemontese all’italiano

Si tratta di un calco morfologico, ovvero una costruzione che è passata da una lingua a un’altra, sempre mantenendo la sua struttura invariata, proprio come in questo caso in cui dal piemontese “fuma c’anduma”, si è passati al “facciamo che andare”. Questa costruzione viene normalmente usata alla prima persona plurale e non solo con il verbo “andare”: “fai che chiamarmi quando arrivi a casa”.

“Chiclets”: la gomma da masticare che parla piemontese

Interloquendo con persone di diverse regioni italiane, una cosa molto curiosa che possiamo notare è che ogni dialetto ha un suo vocabolo per dire “gomma da masticare”: cingomma, cicca, gigomma, masticante, gommina, ecc. In questo modo chiedere una “chewing gum” è sempre motivo di risata e di curiosità. E in Piemonte come si dice? Chiclets. Pronunciato “cicles”, il nome deriva da “Chicle”, che è una gomma naturale ricavata dal *Manilkara Chicle*, pianta tropicale del Centro America. Dal nome di questa pianta, nel 1871, l’inglese Cadbury crea una marca di gomme: “le gomme da masticare che stanno su tutte le lingue”, come recitavano i cartelloni pubblicitari. Questa marca arriva in Italia durante la seconda guerra mondiale, durante la quale gli alleati distribuivano i “chiclets” per alleviare la fame del popolo piegato dalla guerra. Divenne così famosa, molto di più rispetto a quanto lo fu nel resto della Penisola, che si affermò come nome principale della gomma da masticare, ma anche una delle espressioni piemontesi più distintive.

Il piemontese: una lingua ricca di storia e curiosità

Queste sono solo alcune delle tante espressioni piemontesi che rendono unica e affascinante questa lingua. Un patrimonio linguistico e culturale da scoprire e preservare.

Fonte immagine in evidenza: https://it.wikipedia.org/wiki/Piemonte#/media/File:La_Sacra_ammantata_dalla_neve.jpg

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