Francis Bacon, l’ossessivo pittore esistenzialista

Francis Bacon

Nella Dublino di inizio ‘900, precisamente il 28 ottobre 1908, nasce Francis Bacon.

Nato in una famiglia nobile, Francis Bacon ha vissuto un’infanzia tutt’altro che spensierata: a causa di un’asma cronica ereditata dal nonno materno, il piccolo Francis era spesso costretto ad assumere grandi quantitativi di morfina che lo obbligavano a letto. Oltre alla sua salute cagionevole, motivo di malessere durante l’infanzia fu il rapporto che Bacon aveva con il padre. Difatti, Anthony Edward Mortimer Bacon era un uomo severo e tirannico nei confronti del figlio, che era visto come un debole a causa della sua asma che lo teneva alla larga da cani e cavalli, impedendogli di praticare la caccia e gli sport all’aria aperta di cui il padre era un grande appassionato. All’età di 15 anni, Bacon diventò conscio della sua omosessualità, fatto che gli causerà ulteriori conflitti con il padre il quale non accetterà mai la sessualità del figlio.

L’arte esistenzialista di Bacon

L’arte di Bacon si caratterizza per temi cupi e pessimistici, le sue opere più importanti esprimono dolore e sentimenti come malessere e inadeguatezza nei confronti del mondo che, come avrete potuto intuire, sono sentimenti probabilmente scaturiti dal suo terribile rapporto con la figura paterna, che condizionerà tremendamente la sua infanzia e adolescenza fino a quando il pittore non lascerà le mura domestiche. Prima di iniziare la sua carriera come pittore, Francis Bacon si approcciò all’arte come interior designer e il suo primo servizio illustrato fu su una sua mostra di mobili, tappeti e acquarelli che apparve sulla rivista Studio nel 1930, quando il giovane pittore irlandese aveva solo 21 anni. Bacon gira l’Europa e città come Berlino, Vienna e soprattutto Parigi smuovono la creatività del giovane irlandese, il quale nel 1929 dipingerà il suo primo quadro a olio, tecnica che riproporrà anche nelle sue opere future, dove il senso di angoscia e inadeguatezza è subito chiaro ed esplicito. Ma sarà solo nel 1933 con la creazione di quadri come Crucifixion e Interior of a Room, che Bacon inizierà ad acquisire una certa notorietà che però si infrangerà presto; quando il pittore irlandese organizzerà una mostra nello scantinato di un amico, la reazione della critica sarà negativa se non addirittura indifferente, ciò porterà Bacon a un periodo di circa 10 anni di inattività che terminerà solo nel 1944. Three Studies for Figures at the Base of a Crucifixion sarà l’opera che, una volta esposta ad una mostra nell’aprile del 1945, renderà Francis Bacon uno degli artisti più chiacchierati del momento: tutti iniziano ad accorgersi della novità artistica del pittore irlandese che, con questo trittico, si imporrà come uno degli artisti inglesi più interessanti degli anni ’40. Da questo momento la fama di Bacon accrescerà sempre più, le mostre con le sue opere si moltiplicheranno così come i suoi estimatori, che iniziano a riconoscere sempre di più lo stile morboso del pittore irlandese. I suoi autoritratti, i suoi trittici, e i ritratti che componeva ad amici, esprimevano tutte le angosce, le ansie e le turbe di Bacon, la violenza e il dolore che l’artista riversava nei suoi quadri era palpabile, i soggetti erano spesso raffigurati agonizzanti o in pose contorte che esprimevano tutto il disagio dell’essere al mondo, dell’essere inadeguati e non accettati. Tutte queste cupe sensazioni culmineranno poi nella serie, forse la più famosa, di quadri di Bacon: la serie dei Popes, i ritratti dei Papi.

La serie dei Popes e il successo mondiale

Dal 1949 al 1954 Francis Bacon dipingerà la bellezza di 25 ritratti di Papi, che rappresenteranno una vera e propria ossessione per il pittore in quegli anni. Il perché di quest’ossessione è da ricercare nel quadro Ritratto di Papa Innocenzo X, del pittore spagnolo Diego Velazquez, opera conservata a Roma e della quale Bacon fu un grandissimo estimatore, tanto che, a causa dell’immensa grandezza del quadro, durante il suo primo soggiorno italiano si rifiuterà di andare a vederlo di persona. I Papi dipinti da Bacon sono di chiara ispirazione al Papa che nel 1650 Velazquez dipinse, ma il pittore irlandese li rappresenta attraverso un taglio macabro e orrorifico, i Papi di Bacon sono Papi agonizzanti che esprimono tutto il loro dolore attraverso l’urlo, gesto che secondo Bacon rappresenta più di tutti la vera essenza della condizione umana. Dopo la serie dei Popes, la fama di Bacon divenne mondiale, le sue opere sono state esposte nelle gallerie più prestigiose del mondo, i suoi quadri dove la condizione umana è il tema principale, a cui attorno ruotano tutte le ossessioni e i turbamenti del pittore, e di conseguenza quelli di chiunque, sono diventati iconici rendendo Francis Bacon uno dei pittori contemporanei più importanti della storia. Nel 1992, durante un soggiorno a Madrid, una polmonite aggravata da una crisi asmatica acuta sarà fatale per Bacon che morirà il 28 aprile all’età di 82 anni. L’iconicità dei suoi quadri rimarrà nella storia e nel novembre del 2013 il suo trittico Three Studies of Lucian Freud, verrà venduto all’asta per la cifra record 142,4 milioni di dollari, divenendo il quadro più pagato fino a quel momento.

 

Fonte immagine copertina:  WikiCommons

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