I giardini zen giapponesi, noti con il loro nome corretto karesansui (枯山水), rappresentano una delle forme più affascinanti della tradizione e della cultura del Giappone. Questi spazi uniscono la tecnica del giardinaggio a un profondo percorso di purificazione dell’anima e della mente. Il termine originario, che si traduce in “giardino secco”, è più appropriato dell’appellativo “zen” con cui sono comunemente conosciuti oggi. Infatti, quando vennero importati dalla vicina Cina, i karesansui erano principalmente utilizzati per adornare le case dei nobili e le proprietà private. Solo in un secondo momento vennero associati ai templi buddisti di tipo zen, diventando delle entità a sé stanti.
L’origine dei giardini zen giapponesi è molto antica e risale intorno al VI secolo, quando, grazie agli scambi culturali con la Cina, fu importato un nuovo tipo di Buddhismo. Raggiunsero l’apice della loro popolarità nel periodo Kamakura (1192-1333), un’epoca di grande sviluppo culturale e spirituale per il Giappone.
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La filosofia dietro i giardini zen
I giardini zen giapponesi non sono semplici decorazioni, ma uniscono all’arte del giardinaggio il ritrovo di una pace e di un’armonia interiore, anche attraverso la meditazione. Solitamente questi giardini sono minimalisti nell’aspetto, costruiti su uno spazio di dimensioni moderate e talvolta recintato. La loro essenzialità è fondamentale affinché il giardino assolva al suo compito principale: riconnettere l’essere umano alla natura in un ambiente che trasmetta pace e serenità. Coloro che curano un giardino zen spesso si attengono ai precetti del Buddhismo Zen, talvolta recitando i Sutra. Questi ultimi sono delle massime, degli insegnamenti provenienti da figure maestre della religione o dallo stesso Buddha.
I tre elementi fondamentali del karesansui
Per assolvere alla loro funzione, i giardini zen giapponesi devono presentare tre elementi imprescindibili, ognuno con una simbologia ben specifica, come documentato da fonti autorevoli sulla storia dell’arte giapponese come Britannica.
Elemento del giardino zen | Significato e simbologia |
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Acqua (sabbia o ghiaia) | Rappresenta lo scorrere della vita, la purezza e il cambiamento. Il rastrellamento crea onde che simboleggiano il movimento. |
Rocce e pietre | Simboleggiano la stabilità, la longevità e le montagne. La loro disposizione in numero dispari favorisce l’armonia. |
Piante e muschio | Rappresentano la vita, l’anima e la natura. Le specie scelte sono spesso sempreverdi per simboleggiare l’eternità. |
L’acqua: simbolo dello scorrere della vita
Non importa se in forma simbolica o fisica, l’acqua è uno dei tre elementi che non può mai mancare. Rappresenta la mutevolezza di tutte le cose e lo scorrere imprescindibile della vita. Nei giardini zen più antichi, l’acqua non era contemplata fisicamente, ma veniva rappresentata attraverso l’uso di sabbia o ghiaia, che dovevano essere rastrellate con un movimento ondulatorio per simboleggiarne il flusso. Così come l’acqua scorre, anche i giardini zen giapponesi devono mutare costantemente. Il rinnovo periodico è fondamentale ed è l’unico momento in cui si presenta la necessità di varcare la soglia del karesansui.
Le rocce: la stabilità nell’esistenza
Poste sull’ondeggiare costante dell’acqua, le rocce rappresentano la longevità e la stabilità dell’essere umano in mezzo alla mutevolezza della vita. Una stabilità che può essere raggiunta solo attraverso il ritrovo di un’armonia interiore tra corpo e mente. Le rocce devono avere determinate forme: tondeggianti e levigate, ma non tanto da nascondere i segni del tempo. Devono inoltre essere sempre di numero dispari e mai in gruppi di quattro, poiché nella simbologia giapponese il numero quattro (四, shi) ha una pronuncia simile a quella della parola morte (死, shi).
Le piante: l’anima e la vitalità del giardino
Le piante rappresentano l’anima dei giardini zen e la vita stessa. Le specie scelte sono solitamente quelle che aiutano la meditazione e stimolano la tranquillità, come il bambù, il tasso giapponese, il ginepro, l’azalea o l’albicocco. Anche il muschio è un elemento importante, simbolo di antichità e armonia.
Un altro simbolo che si può ritrovare nei giardini zen giapponesi è una replica del Monte Horai, emblema di un mondo in perfetta armonia. Secondo un’antica leggenda cinese, otto immortali vivevano su cinque montagne sacre. In Giappone, queste sono state riunite in una sola, che ha preso il nome di Horai-zen.
I giardini zen in chiave moderna: il bonseki
Recentemente la moda dei giardini zen giapponesi ha lasciato la terra del Sol Levante, riscuotendo notevole successo anche in occidente. A causa del particolare tipo di architettura e dello spazio necessario, ricreare un karesansui non è semplice. Proprio per questo motivo, si sono diffusi i cosiddetti bonseki, delle vere e proprie riproduzioni in miniatura dei giardini zen. Di solito vengono allestiti su un vassoio scuro laccato, sul quale vengono posti tutti gli elementi tipici di un karesansui: pietre, sabbia e, talvolta, qualche fiore, così da avere un personalissimo giardino zen che possa aiutare a riconnettere il nostro mondo interiore con quello naturale circostante.
Fonte immagine in evidenza: Pixabay
Articolo aggiornato il: 19/09/2025