Giardini zen giapponesi: tra armonia e meditazione

giardini zen giapponesi

I giardini zen giapponesi (karesansui in giapponese), sono dei giardini caratteristici della tradizione e cultura giapponese che vogliono unire alla tecnica del giardinaggio la purificazione dell’anima e della mente. Il termine originario karesansui, o in alternativa “giardino secco” sarebbe preferito rispetto all’improprio appellativo con cui oggi vengono conosciuti questi giardini, ovvero zen. Infatti, quando vennero per la prima volta importati dalla vicina Cina, i karesansui vennero principalmente utilizzati per adornare le case dei nobili e le proprietà private; solo successivamente vennero utilizzati per decorare i templi buddisti di tipo zen diventando delle entità a sé stanti. 

L’origine dei giardini zen giapponesi è molto antica, risalirebbe intorno al VI secolo quando, grazie agli scambi che il Giappone ebbe con la Cina, un nuovo tipo di Buddhismo, quello zen, fu importato. Successivamente, raggiunsero l’apice della loro popolarità nel periodo Kamakura

I giardini zen giapponesi non sono semplici decorazioni, ma uniscono all’arte del giardinaggio il ritrovo di una pace e di un’armonia interiore, anche e soprattutto attraverso la meditazione. Solitamente i giardini zen sono minimal nella loro apparenza, costruiti su uno spazio moderatamente grande, talvolta recintato. La loro essenzialità è fondamentale affinché il giardino assolva al suo compito principale: riconnettere, in un ambiente che trasmetta pace e serenità, l’essere umano alla natura. Coloro che decidono di disporre di giardini zen giapponesi solitamente, oltre che fare della meditazione un atto fondamentale, si attengono anche ai precetti del Buddhismo Zen, talvolta recitando i Sutra. Questi ultimi sono delle massime, degli insegnamenti provenienti o da entità massime della religione Buddista zen o dallo stesso Buddha

Per assolvere alla loro funzione, i giardini zen giapponesi devono presentare tre elementi imprescindibili, ognuno dei quali ha una simbologia ben specifica:

  • L’acqua. Non importa se in forma simbolica o in forma fisica, l’acqua è uno dei tre elementi che non può mai mancare ad un karesansui. Rappresenta la mutevolezza di tutte le cose, lo scorrere imprescindibile della vita. Nei giardini zen più antichi, l’acqua non era contemplata fisicamente, bensì veniva rappresentata simbolicamente attraverso l’utilizzo di sabbia o ghiaia, che dovevano essere rastrellate con il tipico movimento ondulatorio, che ne rappresentava lo scorrere ed il movimento. Così come lo scorrere dell’acqua, anche i giardini zen giapponesi devono mutare costantemente, quindi il rinnovo periodico è fondamentale nonché l’unico momento in cui si presenta la necessità di varcare la soglia del karesansui recintato. 
  • Le rocce. Poste sull’ondeggiare e sullo scorrere costante dell’acqua, le rocce rappresentano la longevità e la stabilità dell’essere umano in mezzo alla mutevolezza costante della vita. Una stabilità, quella umana, che può essere raggiunta solo attraverso il ritrovo di un’armonia interiore tra corpo e mente, tra natura umana e mondo naturale, possibile soltanto attraverso l’atto della meditazione. Le rocce che adornano i giardini zen giapponesi devono avere determinate forme e dimensioni: devono essere tondeggianti e levigate, ma non tanto da nascondere le intemperie del tempo; devono, inoltre, essere sempre di numero dispari e mai in quattro, visto che nella simbologia giapponese il quattro, a causa della sua somiglianza, viene spesso accostato alla morte.
  • Le piante. Esse rappresentano l’anima dei giardini zen, nonché la vita stessa. Le piante che vengono scelte per adornare i giardini zen sono solitamente piante che aiutano la meditazione e stimolano la tranquillità come, ad esempio, il bambù, il tasso giapponese ed il ginepro, l’azalea o l’albicocco

Altro simbolo che tipicamente si può ritrovare nei giardini zen giapponesi è una replica del Monte Horai, simbolo di un mondo in perfetta armonia. Secondo un’antica leggenda cinese, Otto Immortali vivevano in cinque grandi regioni sul dorso di una tartaruga marina. In Giappone, queste cinque grandi regioni se ne sono riunite in una sola, che ha preso il nome di Horai – Zen o Monte Horai

Recentemente la moda dei giardini zen giapponesi ha lasciato la terra del Sol Levante riscuotendo notevole successo anche in occidente. Purtroppo, a causa del particolare tipo di architettura e dello spazio necessario, ricreare un karesansui non è cosa facile. Proprio per questo motivo, si sono diffusi i cosiddetti bonseki, delle vere e proprie riproduzioni in miniatura dei giardini zen. Di solito vengono posizionati su un vassoio scuro (nero oppure marrone) laccato, sul quale vengono posti tutti gli elementi tipici di un karesansui: pietre, sabbia e, tavolta, qualche fiore così da avere un personalissimo giardino zen che possa aiutare a riconnettere il nostro mondo interiore con quello naturale circostante.

Fonte immagine in evidenza: Pixabay

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