Gli azulejos e l’anima del Portogallo

Azulejos

Gli azulejos: piccole piastrelle di colore bianco e azzurro, simbolo del Portogallo

L’azulejo è una piastrella in ceramica tipicamente portoghese con la superficie smaltata dipinta nei colori bianco e azzurro (anche se può essere anche colorata in rosso, giallo e verde). Il termine “azulejo” deriva dall’arabo az-zulaiŷ (zellij) che indica una pietra levigata. Tradizionalmente è di forma quadrata (il lato misura circa 12 cm), ma può assumere anche diverse altre forme, soprattutto sulle facciate degli edifici portoghesi e in particolare di Lisbona. Gli antenati degli azulejos possono essere considerati gli alicatados spagnoli, anch’essi introdotti nella penisola iberica dagli Arabi. Infatti già dal XIII secolo, soprattutto nel sud della Spagna, si producevano piastrelle smaltate policrome, gli alicatados appunto, grazie alla lavorazione influenzata dalla particolare tecnica introdotta dai vasai musulmani.

La manifattura di queste piastrelle, costosa e difficilmente realizzabile, richiedeva e ancora oggi richiede molto tempo agli artigiani locali che ne realizza(va)no solo per le facciate di sontuosi edifici (come il Palacio Nacional de Sintra), insieme a pannelli in locali interni: le forme sono geometriche, rettangolari, quadrate o a stella con motivi floreali e perfino “a punta di diamante” (a Lisbona sono al n. 88 di Rua de São João da Praça).

Usando una sorta di stampo in ottone e in ferro, i ceramisti portoghesi riuscirono a realizzare molti più elementi decorativi e in minor tempo, rendendo la produzione degli azulejos più ampia e diffondendo presto tutti i segreti dell’antica lavorazione araba intorno al XV secolo. Nella tecnica a cuerda seca, dopo aver “ritagliato” anche lastre di argilla fresca a forma quadrangolare, i ceramisti imprimevano il disegno, sulla piastrella di prima cottura, con una estampilha (carta bucherellata) sopra la quale spolveravano il pigmento scuro. Ottenuta una linea di punti vicini, rifinivano i motivi decorativi sulla superficie delle stesse con un pennello con tinta nera mista a olio di lino (o grasso), così da evitare che nell’esecuzione e nella prima cottura della piastrella si mischiassero i colori. Per ovviare al doppio lavoro che preservava il disegno nella prima cottura, gli artigiani idearono una sorta di sagoma in legno che ne contornava il disegno ma che rilasciava alcuni “segni” sulla piastrella detti solchi (tecnica a cuerda seca con solchi o cuenca). Tra il XV e il XVI, accanto ai disegni geometrici, compaiono anche i primi disegni zoomorfi e floreali di ispirazione rinascimentale, italiana e connessa ai motivi rinvenibili sulle maioliche diffuse nel Mediterraneo.

Oggi la lavorazione risente molto dell’influenza della lavorazione della maiolica italiana ed è possibile ripercorrere la storia della lavorazione e della scelta dei motivi decorativi più ricorrenti, visitando ad esempio il Museu Nacional do Azulejo a Lisbona, sito in Rua Madre de Deus 4, un ex convento fondato nel 1509 in stile manuelino, sede di uno straordinario museo sui 500 anni di storia del noto azulejo. Dalla Grande Veduta attribuita a Gabriel de Barco al 2° piano del palazzo, dipinta su un grande pannello in azulejos che mostra la città prima del terremoto del 1755, ai pannelli in ceramica raffiguranti la vita di santi eremiti e di Sant’Antonio nella cappella dedicata al religioso: questi meravigliosi scenari in ceramica conservano l’anima del Portogallo.

Anche se partire alla ricerca di azulejos per le città portoghese o fra le viuzze di Lisbona sembra la scelta più adeguata per chi volesse davvero cogliere lo spirito di questa antica lavorazione in ceramica: oggetti di una cucina dell’ ‘800 dipinti sulle pareti dei caffè, i panorami delle città, nobildonne a cavallo, fiori, santi e paffuti frati (sulla facciata della Capela Das Almas a Porto sono raffigurate scene della vita di San Francesco d’Assisi e di Santa Caterina) perfino fiabe de La Fontaine (nel Mosteiro de São Vicente de fora a Lisbona). Nella metropolitana della capitale sono presenti addirittura tantissimi pannelli a tema, prodotti nell’antica Fábrica Viúva Lamego in Avenida Almirante Reis: nel 1957 Maria Keil inaugurò una nuova arte sotterranea decorando 19 stazioni della metropolitana con animali, aranceti e navi che richiamano l’età della scoperta del mondo.

Gli azulejos, dunque, racchiudono proprio l’anima del Portogallo, illustrando con i colori dell’oceano, che tanta curiosità suscitava e tanta paura incuteva negli scopritori di nuovi mondi, la bellezza della cultura portoghese.

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Fonte immagine: Pixabay.

Eleonora Vitale

A proposito di Eleonora Vitale

Nata a Napoli il 29 luglio 1988, conduce studi classici fino alla laurea in Filologia, Letterature e Civiltà del Mondo Antico. Da sempre impegnata nella formazione di bambini e ragazzi, adora la carta riciclata e le foto vintage, ama viaggiare, scrivere racconti, preparare dolci, dipingere e leggere, soprattutto testi della letteratura classica e mediorientale.

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