L’oppio era conosciuto in Cina per scopi medici, ma divenne un problema sociale e politico che deteriorò i rapporti internazionali del paese. L’aumento della dipendenza indebolì la fibra sociale, lasciando la Cina vulnerabile. Le guerre dell’oppio tra il 1839 e il 1860 furono eventi drammatici che segnarono un’era di conflitti e trasformazioni, incidendo profondamente sulla sua storia.
Indice dei contenuti
Le guerre dell’oppio: una cronologia degli eventi
Data | Evento principale |
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1792 | La missione diplomatica di lord Macartney in Cina fallisce, aumentando le tensioni commerciali |
1839 | Il funzionario Lin Zexu sequestra e distrugge un’enorme quantità di oppio britannico a Canton, scatenando la reazione inglese |
1842 | Firma del trattato di Nanchino, che cede Hong Kong alla Gran Bretagna e apre i porti cinesi |
1856 | Inizia la seconda guerra dell’oppio con l’intervento di una coalizione anglo-francese |
1860 | Firma della convenzione di Pechino, che impone ulteriori e pesanti concessioni alla Cina |
Il contesto: le tensioni commerciali prima del conflitto
La Cina del XVIII secolo, governata dalla Dinastia Qing, gestiva i rapporti internazionali principalmente attraverso il commercio estero. In questo contesto, i britannici cercarono di instaurare legami con la Cina imperiale. Nel 1792, Lord Macartney guidò una missione diplomatica per liberalizzare il commercio. Ignorando i protocolli cinesi, la sua presentazione all’imperatore non riuscì a stabilire un’intesa. Questo vicolo cieco diplomatico accrebbe le tensioni tra la Cina, tradizionalmente chiusa, e il mondo occidentale.
La prima guerra dell’oppio (1839-1842)
Con l’aumento della tossicodipendenza, la Cina introdusse severe misure contro la vendita di oppio, colpendo gli interessi britannici. La Compagnia britannica delle Indie orientali aveva infatti incrementato la vendita di oppio indiano per ridurre il proprio deficit commerciale. La situazione precipitò quando Lin Zexu, un zelante funzionario cinese, sequestrò ingenti quantità di oppio, provocando la reazione militare inglese. La superiorità tecnologica britannica risultò schiacciante, portando alla firma del trattato di Nanchino nel 1842. Con questo accordo, gli inglesi ottennero enormi vantaggi, costringendo la Cina ad aprire porti come Canton e Shanghai e a cedere Hong Kong. Questo fu il primo dei cosiddetti “trattati ineguali”.
La seconda guerra dell’oppio (1856-1860)
La tensione non si placò. L’incidente di una nave inglese e l’assassinio di un missionario francese fornirono i pretesti per un ulteriore intervento. Nel 1856, una coalizione anglo-francese attaccò di nuovo la Cina. Anche questa volta, la Cina subì una dura sconfitta. La Convenzione di Pechino nel 1860 impose ulteriori concessioni, ampliando i vantaggi commerciali e legali per le potenze occidentali. La Cina fu costretta ad accettare condizioni che ne aumentarono la dipendenza economica e politica dall’Occidente, compromettendo gravemente la sua sovranità.
Le conseguenze: il “secolo dell’umiliazione”
Una delle ragioni delle sconfitte cinesi risiede nel rifiuto di aprirsi alla modernizzazione. Mentre la prima rivoluzione industriale trasformava l’Europa, la Cina preferì rimanere chiusa, danneggiando la sua capacità di competere. Le guerre dell’oppio provocarono un’apertura forzata al commercio internazionale. Questa nuova realtà, unita a rivolte interne come la Ribellione dei Taiping, espose le fragilità del sistema imperiale e forzò la Cina ad avviarsi lentamente verso un percorso di riforme. Questi eventi diedero inizio a quello che la storiografia cinese definisce il “secolo dell’umiliazione”, un periodo che si concluse solo con la proclamazione della Repubblica Popolare Cinese nel 1949.
Fonte immagine per l’articolo sulla Guerra dell’oppio; Wikipedia
Articolo aggiornato il: 11/09/2025