Guglielmo di Ockham: tra Medioevo ed Età Moderna

Guglielmo di Ockham tra Medioevo ed Età Moderna

Guglielmo di Ockham o di Occam è stato un teologo, filosofo e religioso inglese. Nasce nel villaggio di Ockham nel Surrey, contea a sud dell’Inghilterra intorno al 1288. Già nella sua infanzia viene affidato all’ordine dei monaci francescani; ha un forte collegamento con l’Italia poiché proseguendo i suoi studi analizza e studia opere del vescovo Italiano, Pietro Lombardo. Entra nell’ordine francescano e studia a Oxford diventando professore nel 1319, dove scrive anche opere come Super Quatuor Libros Sententiarum, ma anche opere come De sacramento altaris di stampo teologico.

Avendo uno stampo prettamente teologico il pensiero di Guglielmo di Ockham è basato sul volontarismo che corrisponde alla creazione di Dio del mondo in senso libero senza alcuni vincoli da dover limitare le sue azioni.

La libertà stessa, di cui l’uomo ne ha la concessione, forma la moralità stessa dell’individuo. Dunque, secondo il pensiero del tempo, l’uomo non è artefice del proprio destino e posto alla predestinazione, il fato era nelle mani di Dio che ne sceglieva accuratamente il destino. Di fatto successivamente un pensiero simile si ha con la riforma protestante di Martin Lutero. Il quale non prevede più il ruolo sacerdotale come mediatore tra la preghiera individuale e Dio piuttosto un contatto diretto.

Area teologica e scientifica

Questo principio porta un cambiamento nell’area teologica e scientifica, impersonato proprio dallo stesso Ockham a causa della sua dualità. Probabilmente furono proprio per queste insinuazioni che portarono Guglielmo di Ockham ad essere scomunicato.
Guglielmo di Ockham riesce a formulare una posizione sulla conoscibilità del mondo che non ricade in un determinismo, ma può essere collocato genericamente in modo molto vasto. Ockham accosta la figura di Dio a quella di un sovrano che stabilisce ciò che è giusto e sbagliato nel suo regno: con il mondo vige l’ordine divino che viene equiparato alla legge di un sovrano. Dunque, essendo tutto ciò stabilito da Dio, l’uomo non riesce a conoscere l’universalità del mondo piuttosto ne conosce solamente parte che è frutto della sua esperienza.

A questo punto stipula il principio del “rasoio” conosciuto anche come “rasoio di Ockham”, secondo il quale modello di pensiero, afferma «Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem» dichiarando così che non vi è bisogno di considerare il necessario assoluto, ma ritiene che la spiegazione più semplice spesso è la soluzione più immediata di un problema. Il “rasoio logico” non pone nessuna condizione assoluta al progresso della conoscenza: attribuisce sì valore alla semplicità e alla solidità, ma mette la validità delle conclusioni alla prova del principio stesso. Probabilmente il principio di Guglielmo di Ockham è influenzato alla base da molte correnti filosofiche antecedenti, ad esempio quella di Aristotele nel suo primo libro Physica afferma il gran vantaggio che porta l’analisi di meno materiale ma circoscritto senza incappare nell’inutilità delle altre confutazioni.

Il rasoio di Ockham venne utilizzato anche per la fisica e nell’eliminazione di principi infondati, dunque utile per i principi filosofici e scientifici a seguito. Due secoli dopo, infatti, Cartesio con il principio del “cogito, ergo sum” afferma la concezione razionalista del tempo, basandosi completamente sulla matematica, poiché solo con questa è possibile affermare la veridicità di un ragionamento (con il metodo chiamato scetticismo metodologico) senza esser influenzati da effetti presenti nella realtà che possono indurre all’errore.

Fonte immagine in evidenza: Wikipedia

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