Quadri di Raffaello Sanzio: i 4 da conoscere

Autoritratto (Raffaello Sanzio, 1506 circa; fonte: Wikipedia)

Il nostro Rinascimento è stato colmo di artisti la cui fama li precede ancora oggi: come non conoscere Leonardo da Vinci con la sua Ultima Cena, o Donatello con il suo David, o Michelangelo con le sue magnifiche sculture? Ma, nonostante ciò, i quadri più rappresentativi e studiati ai tempi in ogni parte del mondo sono sicuramente i quadri di Raffaello Sanzio: nato ad Urbino nel 1483 (se il 28 marzo o il 6 aprile non è certo), egli si distinse per il suo particolare e riconoscibile stile pittorico, caratterizzato da un’impeccabile attenzione per i dettagli, l’uso magistrale di colori vibranti, il senso di grazia unito all’umanità dei suoi personaggi – anche sacri – e la sua abilità di riuscire a creare profonde connessioni tra di loro.

Scopriamo dunque insieme quali sono i 4 quadri di Raffaello Sanzio che tutti dovrebbero conoscere:

1) Lo Sposalizio della Vergine: il primo dei quadri di Raffaello ad essere datato e firmato

Lo "Sposalizio della Vergine", Raffaello Sanzio (fonte immagine: Wikipedia)
Fonte: Wikipedia

Dipinto nel 1504, lo Sposalizio della Vergine è uno dei quadri di Raffaello Sanzio più celebri, realizzato quando l’artista era poco più che ventenne. Si tratta di una pala d’altare commissionata dalla famiglia Albizzini. In origine destinata alla cappella di San Giuseppe della chiesa di San Francesco a Città di Castello (Perugia), oggi si trova nella Pinacoteca di Brera (Milano). L’opera, realizzata su una cosiddetta tavola centinata (ovvero che si sviluppa in verticale e arcuata in alto) è firmata Raphael Urbinus (Raffaello di Urbino) ed è datata MDIIII (1504).

La composizione del quadro vede un gruppo di personaggi rappresentati in primo piano, di fronte a una piazza, divisi in due schiere: la figura centrale è il sacerdote che sta maritando Maria (a sinistra, in rosso e blu; dietro di lei sono dipinte altre donne) e Giuseppe (l’unico tra i suoi pretendenti – rappresentati dietro di lui – il cui bastone è fiorito). Sullo sfondo è possibile vedere un tempio a pianta centrale, riconosciuto come il Tempio di Gerusalemme. Nella piazza, Raffaello ha dipinto altre persone per dare un senso di profondità al quadro.

2) La Madonna del Cardellino: la Madonna più famosa di Raffaello 

La "Madonna del cardellino", Raffaello Sanzio (fonte immagine: Wikipedia)
Fonte: Wikipedia

Dal 1504 al 1508 Raffaello soggiorna a Firenze, la capitale artistica dell’epoca, dove era possibile studiare i grandi maestri fiorentini. Qui lavorò per alcune grandi famiglie di mercanti, maturando il suo stile artistico. Per via di questo processo di maturazione artistico, nei quadri di Raffaello Sanzio giunti fino a noi ci sono numerose varianti sul famosissimo gruppo e soggetto della Madonna col Bambino e San Giovannino, fondendo sia la conoscenza ottenuta dall’esperienza a Urbino che la conoscenza ottenuta dall’esperienza a Firenze.

La più famosa di queste varianti, tra i quadri di Raffaello Sanzio, è indubbiamente la Madonna del Cardellino, commissionata dal commerciante di lana – e amico dell’artista – Lorenzo Nasi in occasione del suo matrimonio. L’opera in sé risale al 1506. La composizione è di forma piramidale, con i protagonisti immersi in un paesaggio naturale, con un fiume, alberi e, in lontananza, una città e un ponte, legati da una concatenazione di sguardi e gesti. La Madonna rivolge uno sguardo amorevole al Bambino e San Giovannino, che si guardano a loro volta mentre giocano con un cardellino (simbolo della Passione): E da qui, nasce il nome del quadro. Le figure sacre nei quadri di Raffaello Sanzio appaiono dunque umanizzate.

3) Ritratto di Leone X con i cardinali Giulio de’ Medici e Luigi de’ Rossi: i ritratti di Raffaello

Fonte: Wikipedia

Considerato l’ultimo grande esempio di ritrattistica nei quadri di Raffaello Sanzio, Ritratto di Leone X con i cardinali Giulio de’ Medici e Luigi de’ Rossi è datato al 1518.  Commissionato da Leone X stesso, figlio di Lorenzo il Magnifico, quest’opera sovverte il tradizionalismo dei ritratti ufficiali, rimasto intoccato per anni: iniziando dalla composizione, ci si accorge facilmente che è diagonale, come dimostrato dal particolare angolo scelto da Raffaello, per rendersi conto di ciò basta osservare che il tavolo è tagliato ai margini del quadro. Il punto di vista scelto dall’artista è leggermente rialzato e inoltre, basandoci sulla presenza di innumerevoli piccoli dettagli – alcuni dei quali visibili solo da molto vicino – è evidente che per dipingere questo ritratto l’urbinate abbia posizionato la sua tela molto vicino ai soggetti, senza lasciarsi intimidire dalla loro importanza.

Altro elemento sovversivo è la posa dei soggetti: non frontale o laterale, ma a tre quarti, come se Raffaello volesse fotografarli in atteggiamenti del tutto naturali. Leone X è posto al centro, con le mani – nella sinistra, una lente d’ingrandimento – sul libro che stava presumibilmente leggendo all’arrivo dei cardinali. Il cardinale de’ Medici, il futuro papa Clemente VII e cugino di Leone X, guarda quest’ultimo, mentre il cardinale de’ Rossi ha le mani sullo schienale della sedia del papa e guarda direttamente verso l’osservatore. La campanella posta di fronte al libro serviva per chiamare i servitori. Ciò che ha reso famoso i quadri di Raffaello Sanzio è però il colore principale: il rosso, usato in varie tonalità e abbinato magistralmente a tutte le stoffe preziose, dalla lana al velluto. 

4) La Trasfigurazione: l’ultimo dei quadri di Raffaello 

Fonte: Wikipedia

Databile al 1518 – 1520, commissionata dal prima citato Giulio de’ Medici, la Trasfigurazione è l’ultima opera di Raffaello giunta ai nostri giorni. Il quadro, dinamico nella sua composizione, narra due episodi della Bibbia: l’episodio della Trasfigurazione di Cristo – dipinto nella parte alta – e l’episodio della guarigione del fanciullo ossesso di ritorno dal Monte Tabor – dipinto invece nella parte bassa.

Gesù è rappresentato mentre ascende al cielo, non circondato da luce divina ma divenuto tale Egli stesso, con gli Apostoli – Pietro, Giovanni e Giacomo dipinti direttamente sotto di Lui, su un’altura – che lo osservano ai piedi del Monte Tabor in confusione e spavento mentre cercano di aiutare il ragazzo indemoniato, portato sul luogo dai genitori: il padre lo trattiene, mentre la madre è inginocchiata, con le spalle verso l’osservatore. Mosè ed Elia sono rappresentati al Suo fianco. Il sole sta tramontando. Per quanto riguarda le due figure di Santi rappresentati a sinistra, ci sono due interpretazioni: si tratterebbe o dei protettori di Narbona (in Francia), San Pastore e San Giusto, o dei Santi Felicissimo e Agapito, celebrati il sei agosto (giorno della Trasfigurazione). La differenza netta tra il buio della scena inferiore e la luce della scena superiore rappresenta il contrasto tra il male associato al demonio e la luce della speranza.

Fonte immagine: Wikipedia

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